Unione Camere Penali italiane: “dichiarazioni di inaudita gravità del Procuratore Gratteri”. La Giunta UCPI scrive a CSM e ANM
“Le gravissime dichiarazioni del Procuratore Gratteri al Corriere della Sera forniscono una rappresentazione destinata a creare sconcerto tra i cittadini, perché di fatto attribuiscono annullamenti e riforme di provvedimenti giudiziari a ragioni diverse da quelle esposte nelle articolate motivazioni”, è quanto scrive in una nota l’Unione Camere Penali italiane. “Queste affermazioni – prosegue la nota- provenienti inoltre da un Procuratore capo, rappresentano un attacco di inaudita gravità all’autonomia e indipendenza dei giudici. L’Unione scrive al CSM per le sue opportune valutazioni, e ad ANM per conoscere quali iniziative intende porre in essere a tutela dei giudici che non hanno condiviso, o eventualmente non condivideranno, le ipotesi accusatorie a fondamento delle indagini del Dott. Gratteri”.
Di seguito il documento della Giunta al CSM:
“Il momento politico nel quale sono intervenuti la esecuzione di provvedimenti di custodia cautelare in carcere e le perquisizioni ed i sequestri disposti, anche nei confronti di rappresentanti delle istituzioni, da parte dell’autorità giudiziaria di Catanzaro, lascia obiettivamente il campo a considerazioni sulla strumentalità dei tempi, atteso che quei provvedimenti hanno comunque inciso sulla delicatissima situazione politica nazionale. Nella intervista rilasciata dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro a Giovanni Bianconi e apparsa oggi sulle pagine del Corriere della Sera, il Procuratore Gratteri esclude che vi sia stata – nella individuazione della data di esecuzione – una valutazione del quadro politico nazionale, mentre si è tenuto conto dei tempi delle elezioni in Calabria. Apprendiamo così che il Pubblico Ministero ha svolto valutazioni in ordine alla opportunità del momento nel quale dare esecuzione ai provvedimenti. A tali affermazioni di per sé sconcertanti ne seguono altre che non possono non essere oggetto di attenta valutazione da parte dell’organo disciplinare dei magistrati. Non possono infatti sfuggire le implicazioni, sul piano deontologico, della seguente risposta, che il Dottor Gratteri offre alla domanda: «Ma perché le indagini della sua Procura con decine o centinaia di arresti, vengono spesso ridimensionate dal tribunale del riesame o nei diversi gradi di giudizio?”. “Noi facciamo richieste, sono i giudici delle indagini preliminari, sempre diversi, che ordinano gli arresti. Così è avvenuto anche in questo caso. Poi se altri giudici scarcerano nelle fasi successive non ci posso fare niente, ma credo che la storia spiegherà anche queste situazioni”. L’intervistatore coglie la portata dell’intervento del magistrato e chiede: “«Che significa? Ci sono indagini in corso? Pentiti di ‘ndranghetisti che parlano anche di giudici?”. “Su questo ovviamente non posso rispondere”. Le affermazioni del Procuratore della Repubblica di Catanzaro si rivelano di inaudita gravità. Non si tratta qui di discettare sulla fondatezza o meno di un quadro indiziario o di prospettare come la serialità di annullamenti da parte dei Giudici superiori, chiamati al controllo delle condizioni per l’applicazione della cautela, abbiano dato conto – quantomeno sul piano del metodo – della fragilità di quelle investigazioni. La considerazione del Dottor Gratteri propone al lettore l’idea che i provvedimenti dei Giudici, di censura dell’operato della sua Procura e delle valutazioni del GIP, siano ispirati da motivazioni estranee alle dinamiche processuali. È una rappresentazione destinata a creare sconcerto tra i cittadini attribuendo di fatto annullamenti e riforme a ragioni diverse da quelle esposte nelle articolate motivazioni. Ciò si segnala al Consiglio Superiore della Magistratura per le sue opportune valutazioni”.
La Giunta