Calabria, verso ricorsi massicci al TAR contro l’ordinanza del Presidente facente funzioni che ha deciso di chiudere tutte le scuole che invece il Governo vuole riaprire
Le scuole riaprono il 7, anzi no. Elementari e medie il 7, le superiori l’11: l’ha deciso il Consiglio dei Ministri a notte fonda. Le superiori torneranno in classe al 50%, alternandosi con la didattica a distanza, anche nelle zone arancioni. Il Governo ha capito che senza la scuola non riparte il Paese, che questa generazione di studenti non può continuare a subire il dramma di una vita bloccata, un’educazione sospesa, relazioni interrotte. Conte e Azzolina si stanno battendo contro altre forze dello stesso Governo, vedi il Pd di Franceschini, che vorrebbe le scuole chiuse a tempo indeterminato. Come la Lega, che nelle sue Regioni (in realtà soltanto Veneto e Friuli Venezia Giulia) ha deciso di lasciare a casa tutte le superiori fino al 31 gennaio. Zaia e Fedriga, però, mai e poi mai si sarebbero sognati di toccare elementari e medie. Chiudere anche per gli under 14 significherebbe costringere anche i genitori al tutoraggio per la Dad, uno scenario che non viene neanche preso in considerazione in una società evoluta, in cui le persone lavorano.
Spirlì chiude tutte le scuole, e allora i genitori stanno valutando proteste eclatanti. Molti vorrebbero andare alla Cittadella Regionale insieme ai bambini per manifestare in massa la mattina di giovedì 7, sui social c’è fermento in tal senso. Altri stanno già contattando studi legali per fare ricorso al Tar, una scelta meno eclatante ma più pragmatica per fare in modo che le scuole riaprano subito così come stabilito dal Governo centrale. Già lo scorso autunno, il 23 novembre, il Tar aveva dato ragione ai genitori che avevano fatto ricorso contro analoga ordinanza di Spirlì, e così le scuole avevano riaperto. Molti uffici legali si stanno già dichiarando disponibili ad intraprendere il ricorso per conto dei genitori, a partire dai legali che avevano ottenuto il successo legale a novembre, Paolo Perrone e Nicola Cassano del foro di Paola.
Il Tar calabrese motivava anche che i pochi casi degli alunni risultati positivi “rappresentano un dato estremamente ridotto, senza dire che la causa del contagio sulla non è con certezza correlabile con la frequenza scolastica“.
In base a tutte le indicazioni di scienza, coscienza e diritto, le scuole in Calabria devono riaprire come nel resto d’Italia. E riapriranno. E’ solo questione di tempo: presentare i ricorsi al più presto e attendere la sentenza del Tar. Che in base alla giurisprudenza pregressa, molto recente e rispetto a una questione analoga, si è già espressa in modo chiaro. Con buona pace di Spirlì. Piuttosto, non possiamo fare ricorso al Tar per sospendere la sua “facenza funzioni” di governatore? Ne ha già combinate troppe in così poco tempo, la Calabria merita altro.