Il delirio demagogico e populista del Presidente facente funzioni della Calabria Nino Spirlì
Fa le dirette facebook in macchina: a tratti cade la linea, a tratti diventa buio pesto in galleria. Già si capisce poco. Nino Spirlì non è un politico, non si è mai candidato, non è mai stato eletto. E’ una brava persona, uomo di cultura profonda, un po’ stravagante ma dai modi garbati, apprezzabile come giornalista e scrittore. Si trova per circostanze fortuite a ricoprire un ruolo enormemente più grande di lui, e probabilmente ne è consapevole. Per questo dovrebbe mantenere un profilo basso, ma non ci riesce. E ci ha preso la mano.
Stamattina in un video delirante pubblicato sulla sua pagina facebook, mentre era in auto, ha contestato la scelta del Governo di riaprire le scuole il 7 Gennaio. Una delle poche e banali ovvietà che l’esecutivo giallorosso sta cercando di portare avanti in un mare di decisioni schizofreniche. Conte e Azzolina in questa scelta vanno sostenuti con convinzione e fermezza. Le Regioni leghiste stanno adottando sulle scuole una battaglia politica: Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno già annunciato che le superiori rimarranno chiuse fino al 31 gennaio. La Calabria probabilmente le seguirà, almeno a sentire Spirlì che stamattina ha detto di pretendere la “assoluta assicurazione che nessun ragazzo, bambino o infante si contagerà a scuola, o nel tragitto da casa a scuola e viceversa“.
Ma chi può dare a Spirlì questa certezza? E soprattutto chi può dare a Spirlì la certezza che – qualora le scuole rimanessero chiuse – quei “ragazzi, infanti o bambini” non si contagino stando a casa, andando dai nonni, in ufficio con la mamma, al parco giochi con lo zio, a fare la spesa con papà, a casa di un compagno a fare i compiti, in piazza con la comitiva di amici?
Il Presidente facente funzioni della Regione ha poi aggiunto: “vengo dal mondo dell’arte e della comunicazione dov’è necessario studiare, ho ricevuto un’educazione con mio padre che amorevolmente mi imponeva di leggere almeno due libri a settimana e l’ho fatto per tutta la vita e continuo a farlo, quindi sono il primo a dire che i ragazzi devono studiare e devono crescere nella cultura, però devono poter crescere e quindi vivere, perchè prima vivi e poi leggi il libro, perchè il libro dentro la bara non serve a nessuno“.
“Dentro la bara“, l’ha detto davvero!
Quando Spirlì pochi giorni fa aveva confuso l’indice Rt della Calabria da 1,09 a “1,9, quasi due“, pensavamo avesse toccato il fondo. Oggi è andato molto oltre, facendo demagogia e populismo per conquistare una piccola fetta di consenso dei genitori “mpanicati” del virus. Sarebbe stato meglio che tra i due libri a settimana che Spirlì è abituato a leggere, almeno in questa parentesi della propria vita in cui si ritrova a rappresentare una Regione e deciderne le sorti, approfondisse dal punto di vista scientifico l’argomento principale della sua attività politica: la pandemia. Dovrebbe conoscere il dato esatto dell’indice Rt della sua Regione e consultare quantomeno i bollettini della sorveglianza integrata COVID-19 in Italia emessi dall’Istituto Superiore di Sanità settimanalmente. Non pretendiamo che vada a spulciarsi le ricerche scientifiche, i review papers o gli studi in lingua. Basterebbe l’ultimo aggiornamento del Ministero della Salute pubblicato sul sito ufficiale il 29 dicembre con i dati aggiornati sulla pandemia in Italia:
Come possiamo vedere, su 70.799 morti, soltanto 19 avevano meno di 20 anni. E si tratta in tutti e 19 i casi di bambini e ragazzi con gravissime patologie pregresse, malformazioni dalla nascita, condizioni vegetative, tumori, gravi obesità e sindrome di Down concomitanti. Nessuno di questi 19 frequentava le scuole, per i gravi problemi di salute pregressi. Alcuni di loro si trovavano già in reparto ospedaliero; non possiamo sapere quanti di questi 19 sarebbero morti a prescindere dal virus e quindi sono deceduti non per il Covid ma con il Covid. Ma probabilmente tutti. In ogni caso nessuno è morto a scuola o nel tragitto per la scuola, nessuno tra gli studenti finisce nelle bare per questa malattia.
Come vediamo dai casi, è già rarissimo che i bambini e i ragazzi si contagino: gli under 20 positivi sono solo il 12% dei casi totali documentati in Italia. Sotto i 10 anni la percentuale scende al 3,8%. E nella totalità dei casi si tratta di asintomatici: i bambini si possono contagiare, ma non si ammalano di Sars-Cov-2 ed è rarissimo che possano contagiare gli adulti, come ampiamente documentato da tutte le pubblicazioni scientifiche (vedi Ludvigsson JF. Children are unlikely to be the main drivers of the COVID-19 pandemic – a systematic review. Acta Paediatr. 2020; Luo L, Liu D, Liao X, et al. Modes of contact and risk of transmission in COVID-19 among close contacts. medRxiv; Choi SH, Kim HW, Kang JM, Kim DH, Cho EY. Epidemiology and clinical features of coronavirus disease 2019 in children. Clin Exp Pediatr.;).
Al contrario, la chiusura delle scuole sta creando ferite irrimediabili nella psiche dei bambini e sacche di povertà enorme in un’intera generazione. Se non riaprono le scuole, non avrebbe alcun senso far ripartire tutto il resto. E l’Italia è il Paese che da marzo ad oggi ha perso ore di lezione più di tutti nel mondo. La Calabria è al secondo posto dopo la Campania per le chiusure già decretate da Spirlì in autunno, nonostante i ricorsi perduti dalla Regione. Eppure nelle settimane di chiusura delle scuole, in nessun posto d’Italia e del mondo l’indice Rt è diminuito, il contagio è calato, la pandemia ha arretrato.
Un modello che non c’è più, adesso abbiamo il populismo della Lega nostrana che per i like facebook delle mammine mpanicate gioca sulle paure della gente. Avere un po’ di cautela sulle riaperture ci potrebbe anche stare, ma arrivare a parlare di bambini nelle bare è assolutamente vergognoso e inaccettabile. Un’offesa all’intelligenza dei calabresi.
Visto che non si può andare a votare (anche se non si capisce perchè a ottobre siamo andati tranquillamente e adesso ci arrendiamo e svendiamo la nostra democrazia alle deliranti indicazioni del Comitato tecnico-scientifico!), Spirlì non potrebbe dimettersi e lasciare il posto a qualcuno più adatto? Torneremo ad apprezzarlo come giornalista, artista e scrittore. E gli saremo enormemente grati di averci liberato da questo supplizio: la Calabria non ne può più.
Fermate il delirio di Spirlì.