‘Ndrangheta, operazione “Faust”: 49 arresti da parte dei Carabinieri. Accertati rapporti della cosca Pisano con altre storiche cosche del territorio della provincia di Reggio Calabria, anche operanti in altre parti del territorio nazionale
Questa mattina, alle prime luci dell’alba, a Rosarno, Polistena, nonché nelle province di Messina, Vibo Valentia, Salerno, Matera, Brindisi, Taranto, Alessandria e Pavia, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, nell’ambito dell’operazione denominata “Faust”, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale del capoluogo – sezione GIP – nei confronti di 49 persone, ritenute responsabili – in particolare – di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi, tentato omicidio, usura e procurata inosservanza di pena.
Il provvedimento è l’esito di una complessa attività investigativa, avviata dal 2016 dai Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con il concorso dei Reparti territoriali della Piana di Gioia Tauro, diretta inizialmente dal Sostituto Procuratore Adriana Sciglio e successivamente dal Sostituto Procuratore Sabrina Fornaro, con il coordinamento del Procuratore Aggiunto Gaetano Calogero Paci, che ha consentito di acclarare la radicata e attuale operatività della cosca PISANO, conosciuti comi i diavoli di Rosarno, mediante una rete collaudata di cointeressenze criminose.
Sono stati accertati i rapporti della cosca Pisano con altre storiche cosche del territorio della provincia di Reggio Calabria, anche operanti in altre parti del territorio nazionale.
Particolarmente significativi sono gli accertamenti sulla operatività dell’articolazione territoriale di ‘ndrangheta denominata società di Polistena (RC), capeggiata storicamente da esponenti della famiglia LONGO e della locale di ‘ndrangheta di Anoia (RC), il cui vertice criminale è rappresentato da una famiglia di imprenditori edili.
L’indagine ha permesso, inoltre, di documentare l’esistenza di una fiorente attività di narcotraffico che, partendo dall’hub portuale di Gioia Tauro, ha intersecato gli interessi illeciti anche di appartenenti ad altre realtà criminali organizzate, operanti sui territori della Campania, grazie alle contiguità con appartenenti a storiche consorterie camorristiche, Puglia, con particolari aderenze a consessi della Sacra Corona Unita, Basilicata, ove è stata documentata la rete relazionale intessuta con esponenti di un’articolazione mafiosa locale denominata storicamente dei “basilischi” quale promanazione di matrice ‘ndranghetistica.
Nell’ambito delle dinamiche connesse all’assunzione del predominio della gestione del traffico illecito di sostanze stupefacenti, era maturato anche il proposito omicidiario posto in essere in danno di un affiliato ad una delle articolazioni di ‘ndrangheta operative sul territorio con particolare declinazione nello specifico settore illecito.
Delitto che non si è poi realizzato, solo perché la vittima non è caduta nella trama criminale, non presentandosi agli appuntamenti che le sarebbero stati fatali.
Partendo dal contesto legato al narcotraffico è stato registrato il reimpiego del denaro in attività usurarie, tale pratica ha denotato la capacità dell’articolazione mafiosa investigata di pervadere l’economia legale quale naturale evoluzione criminale dei capitali illecitamente accumulati: pratiche che condizionano la libera economia, permettendo agli esponenti della consorteria mafiosa interessata dall’odierno provvedimento di controllare diverse realtà imprenditoriali operanti sul territorio.
In tale quadro, le indagini hanno consentito di censire diversi episodi di minacce e danneggiamento in danno di commercianti e relativi beni mobili ed esercizi commerciali, fatti commessi a scopo estorsivo con finalità mafiose così come il compimento di atti idonei diretti in modo non equivoco a consumare una rapina ai danni della proprietaria di una struttura alberghiera. Gli episodi censiti e documentati hanno permesso di sottolineare che la ‘ndrangheta, in special modo in taluni territori, non ha mai abbandonato la pratica della violenza finalizzata alle esazioni estorsive non solo quale mezzo di arricchimento illecito ma soprattutto quale strumento di controllo del territorio.
Sempre nell’alveo dell’attività criminose della cosca Pisano, sono state raccolte fonti di prova che hanno permesso, inoltre, di documentare la commissione di truffe mediante artifizi e raggiri consistiti nel far figurare delle ritenute d’acconto su redditi non soggetti ad IRPEF, nelle dichiarazioni dei redditi presentate nell’interesse di persone asseritamente non soggette a tassazione, traendo in inganno gli enti previdenziali sul diritto del richiedente al rimborso delle ritenute, in realtà non effettuate, ottenendo così ingiustamente il rimborso di danaro.
Nel corso della medesima attività investigativa è emerso anche il favoreggiamento, da parte di alcuni indagati, della latitanza di un associato, Pepè Domenico, finalizzata ad evitare l’esecuzione dell’ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare in carcere. Latitante che, è stato assicurato alla giustizia nel dicembre 2017.
Particolare rilevante da evidenziare è il fatto che il latitante avesse trovato rifugio in Campania, a riprova del legame di tipo mutualistico che avevano stretto la consorteria mafiosa rosarnese con quella salernitana.
Di rilevante gravità, infine, la documentazione del condizionamento degli organi di vertice dell’amministrazione locale, mediante il controllo e la guida delle campagne elettorali nell’ultima competizione comunale di Rosarno.
In particolare, le investigazioni hanno consentito di accertare l’appoggio elettorale fornito dalla cosca PISANO al candidato Sindaco di Rosarno e ad un consigliere comunale, poi risultati eletti e tuttora in carica, odierni destinatari di misura custodiale domiciliare, in cambio della promessa di incarichi nell’organigramma comunale a uomini di fiducia della consorteria criminale, nonché l’assegnazione di lavori pubblici e di altri favoritismi.
Nell’ambito dell’attività è emersa anche una situazione di tensione scaturita dalla condotta del Sindaco neo eletto finalizzata a palesare una presa di posizione distante dalle locali consorterie mafiose che invece avevano palesemente e concordemente appoggiato la sua campagna elettorale.
‘Ndrangheta, operazione Faust: il Comune di Polistena sarà parte civile
“Ci costituiremo parte civile. Abbiamo appreso poco fa dell’operazione ‘Faust’ condotta dalla Dda reggina e dal Comando provinciale dei Carabinieri nelle attività di contrasto alle consorterie di ndrangheta. Dai dettagli dell’operazione emerge un quadro desolante di vicende criminali e di sopraffazione mafiosa anche nella nostra città che già aveva avuto modo di essere scoperchiato nelle operazioni ‘Scacco matto’ e più recentemente in ‘Libera fortezza‘”. Queste le parole del sindaco di Polistena, in provincia di Reggio Calabria, Marco Policaro, che ha confermato come “l’amministrazione comunale ha scelto da tempo da che parte stare ed oggi, oltre a rinnovare il sostegno all’azione di magistratura e alle forze dell’ordine, si schiera a tutela della comunità onesta di Polistena in ferma contrapposizione a qualunque pratica mafiosa tesa a condizionare le relazioni umane e sociali nonché lo sviluppo economico territoriale”.”In continuità con l’impegno antimafia dimostrato in questi anni, l’amministrazione comunale, manifestando i più profondi ringraziamenti a magistrati, militari dell’Arma e forze di polizia, impegnati in prima linea nella lotta alle mafie, annuncia che si costituirà parte civile nell’operazione ‘Faust‘ – si legge – a tutela del buon nome di Polistena e a sostegno delle attività della Direzione distrettuale antimafia. A tutte le persone oneste di Polistena colpite da anni di vessazioni e taglieggiamenti, confermiamo la nostra vicinanza e solidarietà esortando a fare rete, rivolgendosi sempre alle autorità preposte con coraggio, per denunciare il malaffare e lavorare uniti per l’affermazione di quei diritti calpestati dalla ‘ndrangheta“.
‘Ndrangheta, operazione Faust: Idà avrebbe accettato la promessa dei voti della cosca Pisano in cambio dell’assegnazione al consigliere comunale Domenico Scriva
Quale candidato a sindaco di Rosarno, Giuseppe Ida’ avrebbe accettato la promessa dei voti della cosca Pisano in cambio dell’assegnazione al consigliere comunale Domenico Scriva, dell’assessorato ai lavori pubblici o, comunque, l’attribuzione di un altro incarico di prestigio. E’ quanto scrive la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calaria nel capo di imputazione inserito nell’inchiesta “Faust” contro la ‘ndrangheta di Rosarno. Secondo gli inquirenti, lo scambio elettorale politico-mafioso riguarderebbe anche il mutamento della destinazione urbanistica di alcuni terreni di proprieta’ della cosca Pisano vicino allo svincolo autostradale di Rosarno e la riapertura del centro vaccinale in un immobile di pertinenza della famiglia mafiosa conosciuta con il soprannome dei “diavoli”. La cosca, inoltre, avrebbe chiesto al sindaco di assegnare a suoi uomini di fiducia sia la carica di vicesindaco. Stando a quanto scrive la Dda, infine, per le elezioni comunali del 2016 Giuseppe Ida’ avrebbe chiesto a Carmine Pesce di procurargli voti.
‘Ndrangheta, operazione Faust. Il Comandante interregionale dei Carabinieri: “indagine importante”
“Gratitudine e apprezzamento” sono state espresse dal Comandante Interregionale Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Gianfranco Cavallo, al Generale Andrea Patema, Comandante della Legione Calabria, al Col. Marco Guerrini, Comandante provinciale di Reggio Calabria, e a tutti i militari delle componenti territoriali e speciali dell’Arma – Squadrone Eliportato “Cacciatori”, 8 Nucleo Elicotteri, Nucleo Cinofili di Vibo Valentia – impegnati nella vasta operazione antimafia di questa mattina, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, “che dopo un’intensa attivita’ d’indagine del Reparto Operativo provinciale – e’ detto in un comunicato – ha consentito di sgominare un pericoloso clan della ‘ndrangheta, storicamente attivo nell’area rosarnese, per reati di traffico di stupefacenti, usura e scambio elettorale politico-mafioso“. “Il Generale Cavallo, insediatosi pochi giorni fa al vertice del Comando che ha competenza sulle Regioni di Sicilia e Calabria– si aggiunge nella nota – ha rimarcato l’importanza dell’indagine denominata convenzionalmente ‘Faust’, che si e’ basata sull’azione corale dei carabinieri che ha visto impegnati uomini e donne delle varie componenti investigative e territoriali dei Comandi di diverse province del meridione e del nord Italia e che dimostra ancora una volta l’efficiente organizzazione, l’elevata professionalita’ e operativita’ dello strumento di contrasto a tutte le diverse forme di aggressione criminale presenti nel territorio Interregionale, realizzato anche in questa fase emergenziale, da Magistratura e Arma“.
‘Ndrangheta, operazione Faust, Morra: “Sindaco arrestato vicino a presidente Consiglio regionale”
“Il sindaco di Rosarno, avvocato Giuseppe Idà, eletto nel 2016 a capo di una lista civica, ma dell’Udc e molto vicino a Giovanni Arruzzolo, nuovo presidente del Consiglio regionale della Calabria in sostituzione di Domenico Tallini, è tra gli arrestati dell’operazione ‘Faust’ condotta stamani dai carabinieri di Reggio Calabria. Idà è ora ai domiciliari“. Lo dichiara il presidente della commissione parlamentare antimafia e senatore del Movimento 5 Stelle, Nicola Morra, ribadendo come “lo stesso provvedimento cautelare è stato adottato nei confronti di un consigliere comunale, eletto nella stessa lista di Idà. Entrambi sono accusati di scambio elettorale politico-mafioso. L’operazione, secondo gli investigatori reggini, ha consentito di accertare la radicata ed attuale operatività dei Pisano, conosciuti come i ‘diavoli di Rosarno’, nonché, in un contesto che rivela cointeressenze di sodalizi operanti nel Mandamento Tirrenico, l’attuale pervasività dell’articolazione denominata società di Polistena, capeggiata storicamente da esponenti della famiglia ‘Longo’, ed anche della locale di ‘ndrangheta di Anoia. Secondo l’accusa, la cosca Pisano avrebbe fornito appoggio elettorale ad Idà ed a Scriva in occasione delle elezioni comunali del 2016, in cambio della promessa di incarichi nell’organigramma comunale a uomini di fiducia della consorteria criminale”. L’esponente del M5S ribadisce sui social come, “oltre a questi signori, altri 47 soggetti sono stati interessati da misure cautelari, nelle province di Vibo Valentia, Messina, Salerno, Matera, Brindisi, Taranto, Alessandria e Pavia, con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi, tentato omicidio, usura e procurata inosservanza di pena. Se ci pensate 9 province e ben 7 regioni. Questo è il livello di infiltrazioni della ‘ndrangheta. E c’è chi si balocca causando crisi di governo“, conclude Morra.
Rosarno, la Lega sostiene l’azione della Magistratura e delle Forze dell’Ordine
“Il Gruppo Consiliare della Lega – scrivono in una nota Giacomo Francesco Saccomanno, Enzo Cusato, Alex Gioffrè, Giusy Zungri –prende atto degli accadimenti giudiziari che hanno sconvolto la città di Rosarno e sostiene con forza l’azione di bonifica della Magistratura e delle Forze dell’Ordine che stanno portando avanti una lotta serrata alla criminalità organizzata ed agli intrecci politico-affaristici. Ripetutamente la Lega ha chiesto alle Istituzioni un controllo costante e continuo del territorio per evitare che vi possano essere situazioni di grave infiltrazione della ‘ndrangheta nel sistema di gestione della cosa pubblica. Un ringraziamento sentito ai Procuratori dottor Giovanni Bombardieri e Gaetano Paci ed a tutte le Forze dell’Ordine che hanno condotto le indagini ed hanno consentito l’emissione dell’odierno provvedimento. Si augura, comunque, che gli indagati possano celermente dimostrare l’eventuale loro innocenza e riprendere un percorso di vita normale“, conclude la nota.
‘Ndrangheta, operazione Faust. Tofalo: “Arma dei Carabinieri baluardo di legalità”
“Complimenti ai Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che questa mattina hanno eseguito arresti, in più regioni, nei confronti di 49 persone con l’accusa di associazione mafiosa e altri reati tra cui anche scambio elettorale di voti. L’operazione denominata ‘Faust’ è il frutto dell’impegno, della perseveranza e dell’incessante attività investigativa delle Forze dell’Ordine e della Magistratura che non si fermano mai e sono baluardo di legalità e giustizia”, scrive il Sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo esprimendo “piena soddisfazione per il risultato importantissimo conseguito contro la criminalità organizzata”.