Reggina, la doppia faccia di un mercato rivoluzionario…

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La Reggina, ora si può dire, sul mercato ha effettuato una vera e propria rivoluzione: come tutte, però, anche questa ha una doppia faccia, una medaglia dai due risvolti…

Non molti giorni fa, su queste pagine, scrivevamo di una specie di mezza rivoluzione sul mercato per la Reggina. Alla luce però degli ultimi movimenti in entrata, a cui per forza di cose dovranno seguire ulteriori e altrettante uscite (per i motivi spiegati QUI), a due giorni dalla chiusura ufficiale della sessione invernale si può parlare a tutti gli effetti di rivoluzione totale (!) e non parziale.

Ma cosa si intende per rivoluzione, nel calciomercato? E soprattutto cosa si intende per rivoluzione nella sessione invernale? Tutto e niente. E’ come sempre un termine figlio del contesto in cui si va a inserire, che conoscerà il suo pieno significato – probabilmente – solo a stagione conclusa, quando si potrà toccare con mano – e con i fatti – il risultato messo in atto da questo intervento consistente. In casa Reggina leggasi obiettivo raggiunto (e magari anche superato, chissà) o fallito (congiuri consentiti).

Ma come tutte le rivoluzioni di mercato invernali, anche quella effettuata dal club amaranto possiede una doppia faccia, una medaglia dai due risvolti.
Quelli positivi sono ovviamente legati ai rinforzi arrivati alla corte di Baroni. Tanta esperienza in B e tanta gioventù promettente e affamata, all’interno di quella netta sterzata nelle strategie del club in fase di campagna acquisti che già qualche settimana fa sottolineammo su queste pagine.
E i risvolti negativi? La consapevolezza che, se si interviene in maniera massiccia a gennaio, in estate si è sbagliato, e anche tanto. Storicamente infatti, a parte rari casi (tradotto: Gallo rivela la Reggina a gennaio e punta dritto alla B con acquisti di valore), se in inverno si fa la rivoluzione è perché non è stato fatto un buon lavoro nella precedente sessione. E vale per ogni club. Non per niente, tra l’altro, si chiama mercato di riparazione e non mercato di rivoluzione. Ma alla consapevolezza di cui sopra bisogna anche evidenziare quella secondo cui il club, coi fatti, abbia ammesso l’errore e stia provando a rimediare. Al di là delle valutazioni sbagliate ad inizio anno, che sono state ampiamente rimarcate, bisogna infatti dare atto che – nonostante un periodo molto complesso – la società abbia effettuato un grande sforzo, dimostrando di volere realmente uscire fuori da questo periodo. La chiave sta tutta nel fatto che, in Italia, la Reggina sia stata tra i club che ha maggiormente operato in questa sessione invernale.

Un bene o un male, dunque? Le due facce sono quelle spiegate sopra, tocca a ognuno scegliere su quale delle due stare. Sempre ben consapevoli che sarà il campo, come sempre, il giudice supremo e finale…

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