Coronavirus, Speranza frena sulle riaperture. Salvini non ci sta: “farò di tutto per segnali di ritorno alla vita” [VIDEO]

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“Non si possono prendere decisioni il sabato sera e poi metterle in vigore dalla domenica”: Matteo Salvini ribatte al ministro Roberto Speranza e prende un cambio di passo

Salvini spinge per le riaperture, Speranza invece continua a frenare. E’ scontro tra il leader della Lega e il ministro della Salute, due opinioni molto diverse che però dovranno convergere in una soluzione finale. Ormai dallo scorso anno la pandemia del Coronavirus ha messo in ginocchio l’economia nazionale, l’ex braccio destro del governo Conte però predica ancora cautela. Durante le comunicazioni in aula al Senato ha fatto intendere di non essere intenzionato ad allentare le misure di restrizione: “finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel. Ma bisogna essere chiari, in questo ultimo miglio non possiamo assolutamente abbassare la guardia, non ci sono oggi le condizioni epidemiologiche per abbassare le misure di contrasto alla pandemia”. Anzi, ha sottolineato Roberto Speranza, vista la diffusione di nuove varianti, sarebbero necessarie misure più rigorose: “con maggiore velocità la diffusione della variante inglese rende indispensabile alzare il livello di guardia. È ancora possibile contenerne la diffusione purché vengano applicate misure molto rigorose, che chirurgicamente possono ridurre i focolai”.

Da qui la reazione di Matteo Salvini, che predica piuttosto “un cambio di passo”.  Intervenuto nel corso della conferenza stampa al Senato “Covid e lockdown, gli effetti collaterali sulla psiche dei bambini e dei giovani”, promossa dal senatore Armando Siri, il leghista ha affermato: “nel prossimo Dpcm farò di tutto perché ci siamo dei segnali di ritorno alla vita, di riapertura. Serve un altro tipo di approccio, le decisioni saranno comunicate una settimana prima, già questo è un segnale di cambiamento del premier Mario Draghi. Non si possono fare scelte il sabato sera per poi metterle in vigore dalla domenica”. Infine si ribadisce al fianco dei ristoratori: “se ci vado a pranzo, perché non posso andare a cena al ristorante? Dobbiamo evitare una generazione di persone dipendenti da Amazon e Glovo, che ti propone la cena per la sera, e dal telefonino”.

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