‘Ndrangheta, i nomi dei 17 arrestati stamattina nel cosentino e tutti i dettagli dell’operazione: coinvolti anche insospettabili
Diciassette persone sono state arrestate stamane dalla Polizia di Stato che ha eseguito un provvedimento restrittivo emesso dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di persone appartenenti o vicine al clan di ‘ndrangheta dei Forastefano, operante a Cassano Ionio e in tutta la Sibaritide, dedito alle estorsioni e all’intestazione fittizia di beni. I dettagli dell’operazione saranno comunicati nel corso di una conferenza stampa che si terra’ alle ore 11 di questa mattina, nella Questura di Cosenza, alla presenza del procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla, nonche’ del direttore centrale anticrimine Prefetto Francesco Messina e del direttore del servizio centrale operativo della Polizia di Stato Fausto Lamparelli. Dieci le persone finite in carcere e 7 ai domiciliari. Tra i destinatari delle misure cautelari anche un avvocato e un commercialista. Dalle indagini e’ emerso che il sodalizio criminale era anche specializzato in truffe ai danni dell’Inps, che attuava attraverso le indennita’ percepite tramite braccianti agricoli fittiziamente reclutati ma mai realmente impegnati nei lavori. Sono stati ricostruiti, attraverso dichiarazioni e intercettazioni, diversi episodi estorsivi e intimidatori. In particolare, le vessazioni subi’te dal titolare di un’azienda di trasporti, spogliato dei mezzi e sostituito nei rapporti che aveva con un’altra azienda a beneficio di un’impresa controllata dalla cosca. “La cosca condizionava tutta l’economia della Sibaritide – dice il capo della Squadra Mobile di Cosenza, Fabio Catalano – imponendo le proprie ditte di riferimento nel campo dei trasporti e della distribuzione dei prodotti ortofrutticoli. L’indagine e’ durata tre anni, ma il risultato ci lascia soddisfatti – dice Catalano – e abbiamo fatto luce anche su alcuni episodi di assunzione della manovalanza, accertando come anche dei rappresentanti sindacali siano stati intimiditi“.
‘Ndrangheta, duro colpo al clan di ‘ndrangheta dei Forastefano: i nomi degli arrestati
Estorsioni a danno di imprenditori, truffa all’Inps e il ruolo dell’avvocato. Sono alcuni dei particolari che emergono sull’operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro che stamane ha portato all’arresto di 17 componenti del clan di ‘ndrangheta dei Forastefano di Cassano all’Ionio e che opera nell’intera Sibaritide (Cosenza). Al vertice dell’associazione Pasquale Forastefano, detto “l’animale”, quale “promotore, organizzatore e attuale reggente del sodalizio”, si legge nell’ordinanza del Gip del Tribunale di Catanzaro Paola Ciriaco, “anche in ragione della detenzione di suo padre Domenico Forastefano, che ne è stato il capo storico, in tale veste dominus di tutte le attività illecite della cosca”. Insieme al capocosca, coinvolti, fra gli altri, Domenico Massa, Luca Talarico, Cosimo D’Ambra, Antonio Falabella, nonché Alessandro Forastefano, Silvio Forastefano, Saverio Leto, Fabrizio Lento, Stefano Bevilacqua, Damiano Elia, Antonio Antolino, Leonardo Falbo, Gianfranco Arcidiacono, Francesca Intrieri, “per aver partecipato all’associazione” mediante “la partecipazione di ciascun associato”, e “attraverso un’articolata distribuzione di compiti e funzioni, nonché la sostanziale fungibilità fra i vari membri” per il “compimento di una serie di azioni delittuose, fra cui quelli previsti dai capi di imputazione che seguono, nonché delitti dello stesso tipo, e comunque estorsioni, specie in danno di imprenditori del settore agricolo e del trasporto in conto terzi su gomma, oltre a truffe in danno dell’Inps e di società di lavoro interinale”. Associazione, si legge ancora nell’ordinanza, “che si è ingerita nel settore imprenditoriale di tutta l’area della piana di Sibari ed in particolare nel settore agricolo, nel settore della distribuzione di prodotti dell’agricoltura e degli autotrasporti, con la costituzione di alcune imprese che hanno assunto posizioni di vantaggio, che sono state costituite e sono finanziate col provento dei crimini organizzati ed eseguiti dall’associazione che occupa, che reimpiega in esse i proventi derivanti dalle attività illecite a cui essa è dedita”.