Bel gioco? No, coraggio e invidiabile cinismo. Reggina, ora l’hai capito: in Serie B vince chi sbaglia meno

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La Reggina vince grazie a un cinismo e a una solidità ritrovata ma grazie anche al coraggio di Baroni: in una categoria in cui ha la meglio chi sbaglia meno

Il coraggio è quello di Baroni, l’invidiabile cinismo è quello della Reggina (ma il merito è sempre di Baroni). Risultato? In Serie B, una delle categorie più livellate ed equilibrate d’Europa, vince chi sbaglia meno, non (non sempre) chi gioca meglio a calcio, diverte e si diverte. Per maggiori informazioni, andare da Fabrizio Castori, che in questo modo ha vinto un campionato a Carpi e altrettanto bene sta facendo a Salerno. Quante partite la Reggina ha perso uscendo dal campo con gli applausi? Diverse. Quante altre invece ne ha vinte tralasciando l’estetica e preservando concretezza e solidità? Chiedere a Cremonese, Entella e Pordenone, le ultime tre squadre battute al Granillo. Denominatore comune? Il punteggio (1-0), sinonimo di cinismo, capacità di soffrire e giocare “sporco”. Sarà paradossale, ma la Reggina di Baroni vince “solo” quando mette in campo meno lucidità e capacità di palleggio e fraseggio. Solo il tempo dirà se è una caratteristica del gruppo o semplice coincidenza. Ciò che bisogna evidenziare ancora una volta, però, sono i grandi meriti da attribuire all’allenatore amaranto.

Come detto sopra, una delle caratteristiche più importanti che il tecnico fiorentino ha dimostrato finora in riva allo Stretto è il coraggio. Nelle idee e, soprattutto, nelle scelte. In questa squadra non gioca chi è più forte, ma chi sta meglio e dimostra di meritarsi più di altri la titolarità in settimana. Oggi, ma anche ieri, Baroni lo ha fatto capire, per l’ennesima volta: “Menez è rimasto fuori per scelta tecnica, da lui voglio qualcosa in più, lo sa. Vale lo stesso discorso per Edera, l’ho spostato sul suo piede perché voglio che gestisca meglio certe situazioni“, ha detto nel post gara. E, invece, ieri: “Per me sono tutti titolari. Se si allenano tutti bene in settimana i dubbi di formazione per un allenatore ci saranno sempre. Voglio che i ragazzi mi mettano in difficoltà da questo punto di vista e ci stanno riuscendo“. Tradotto? Ti puoi chiamare Menez, Messi o Cristiano Ronaldo, ma la gestione del gruppo viene prima di ogni individualità. Una frase fatta di cui tanti allenatori abusano ma che poi in pochi mettono in pratica. Basterebbe chiedere a Folorunsho, che Baroni chiamerebbe anche per la partita di calcetto del giovedì, ma anche a… Bellomo. Cosa è successo col barese? Chiamasi letteralmente “tenere tutti sulla corda“. Nessuno – esclusi i fuori lista, che tuttavia potrebbero tornare utili – può considerarsi “abbandonato”, quando la gestione è così sapiente. E ne va della continuità di risultati e delle consapevolezze. Ah, capitolo scelte (ancora): “Le partite durano 90 minuti, mancava Montalto e Denis lo devo gestire in un certo modo“, sempre Baroni. E qui non occorrono ulteriori spiegazioni.

Precisazione finale. In Serie B vince chi sbaglia meno, ma questo non vuol dire che non si possa giocar bene o che non si possano coniugare le due cose. O che non si possano eliminare quegli sprazzi confusionari nella manovra per larghi tratti visti oggi pomeriggio (e non solo). Spesso sono le prestazioni a fare il risultato, ma non sempre. E, in questo momento, alla Reggina occorre prima di tutto la solidità, la concretezza e i… risultati. Per uscire fuori dalla zona calda e per mettersi alle spalle una stagione partita male, gettando le basi per il futuro. P.s. per ora, quantomeno, continuare a guardare con regolarità lo… specchietto retrovisore. I playoff possono aspettare, la priorità è salvare la categoria.

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