Reggina, Folorunsho: “C’era aria di frustrazione nello spogliatoio, ma ora…”. Poi la confessione: “Avevo mollato il calcio…”

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Reggina, il centrocampista amaranto Michael Folorunsho si racconta: dagli inizi al grande palcoscenico Lazio fino allo Stretto

Michael Folorunsho è la rivelazione della Reggina 2020-2021. Dall’avvento di Baroni ha trovato molto più minutaggio, consapevolezza, grandi prestazioni e gol. Prima di arrivare qui, però, è partito dal basso, dai quartieri romani. Ma aveva lasciato addirittura il calcio: “Ho iniziato a giocare a calcio alla Vigor Perconti ma dopo un po’ di tempo ho deciso di lascare il calcio – confessa il centrocampista amaranto alla Gazzetta Regionale – C’erano alcune cose che non mi piacevano, nonostante fossi un bambino mi rendevo conto di determinate vicende che non mi andavano a genio; così ho deciso di fermarmi momentaneamente. Poi ho ricominciato al Tor Sapienza fino ad arrivare nel Savio di Paolo Fiorentini. Con la casacca blues sono migliorato moltissimo, tra l’altro giocando da sotto età, tanto da guadagnarmi le attenzioni della Lazio. A fine stagione è arrivata la chiamata da parte del club biancoceleste. Sono partito per il ritiro con l’Under 17, ho fatto bene e hanno deciso di tesserarmi”.

L’Under 17 della Lazio è anche possibilità con i grandi, con la prima squadra e con il suo futuro allenatore, Simone Inzaghi: “Il momento più bello è stato senza alcun dubbio la trasferta di San Siro con la prima squadra. Ricordo che si fece male Biglia e convocarono me. Condividere lo spogliatoio con campioni del calibro di Klose e Felipe Anderson è stata un’emozione che non dimenticherò mai. In generale, comunque, anche tra Under 17 e Primavera ho provato grandi sensazioni, dalle finali ai derby, ho avuto l’onore di giocare partite importanti. Con mister Simone Inzaghi ho avuto sin da subito un rapporto molto bello. Gli piacevo come giocatore e parlavamo spesso; mi diceva che avevo potenziale ma che lo sfruttavo male. Ci siamo continuati a sentire anche dopo la sua promozione in prima squadra, è stato davvero un allenatore importante, ha sempre creduto in me sin dai tempi della Primavera. È sempre complicato fare subito il salto dal vivaio alla prima squadra, devi essere bravo ma anche fortunato, magari riesci a trovare spazio nella sfortuna di un altro giocatore che si infortuna. All’epoca non avevo ancora la testa da giocatore, quando arrivi a quei livelli devi farti trovare pronto e maturo, purtroppo non lo ero”.

Poi gli anni importanti alla Virtus Francavilla e la parentesi Bari via Napoli: “In Italia si usa tanto mandare i giovani a farsi le ossa in categorie più basse e credo che sia giusto così. Alcuni giocatori che escono dal vivaio riescono ad affermarsi subito in prima squadra ma è un salto che dipende da vari fattori. Per quello che è il mio punto di vista penso sia veramente utile giocare, accumulare minuti ed esperienza in prime squadre, anche se magari in Serie C. Lì inizi a capire che si fa sul serio, assapori il vero calcio. La società ha degli obiettivi prefissati, quando sei costretto a fare punti per una salvezza devi fare di tutto per conquistarli. Anche il fattore tifosi non è da sottovalutare, se non dai il massimo ti bacchettano. Tutto ciò rientra nell’assumersi delle responsabilità, è questo che ti fa crescere come uomo e come calciatore. In tre anni di Serie C sono maturato tantissimo, in particolar modo nella parentesi Virtus Francavilla; da una stagione all’altra sono diventato un giocatore ed una persona completamente diversi rispetto a poco tempo prima”.

E veniamo alla Reggina: “A Bari, insieme alla società, abbiamo deciso di fare questa esperienza; mister Toscano mi aveva chiamato dicendomi che ero un giocatore importante – prosegue Folorunsho – Avevo molta voglia di giocare e dimostrare, sapevo che non sarei partito avanti nelle gerarchie, anzi, ma a me piacciono le sfide. Ho lavorato davvero molto ed in questo momento fortunatamente ne sto raccogliendo i frutti, tutto sta andando per il verso giusto e mi auguro che possa continuare così”.

Il centrocampista racconta la difficile prima parte di stagione: Inizialmente c’era aria di frustrazione nello spogliatoio, siamo consapevoli di essere una buona squadra con giocatori importanti; nonostante ciò, fino a qualche tempo fa non riuscivamo a fare risultato, anche se le prestazioni erano comunque buone. Giocavamo bene ma raccoglievamo pochi punti. Da gruppo unito e coeso quale siamo, abbiamo parlato, ci siamo confrontati cercando di risolvere le problematiche che si frapponevano al nostro cammino. Adesso siamo finalmente in un momento positivo, ci viene tutto molto più facile e gli ultimi risultati lo dimostrano. La strada è sicuramente quella giusta ma non dobbiamo accontentarci”.

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