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Menez ha sicuramente ancora tanto da dimostrare, finora non può bastare quel che ha fatto, ma attaccare il calciatore per un gesto di rabbia nei confronti di se stesso probabilmente, in questo determinato momento, è sbagliato
Il cambio nei minuti finali, un gesto di stizza abbastanza istintivo ed ecco che ne nasce subito una discussione. E’ uscito dal campo col volto visibilmente deluso Jeremy Menez, sostituito dal tecnico Marco Baroni al minuto 81 della sfida Reggina-Salernitana. La scena non è passata inosservata agli occhi dei tifosi, con qualcuno che si è sentito profondamente toccato dal fatto che il francese abbia tolto la maglia e l’abbia lanciata verso la poltrona della panchina. “Non si fa”, ha esclamato una parte dell’opinione pubblica, perché la casacca amaranto si onora. E’ già accaduto in passato che “bacchettassimo”, attraverso queste pagine, dal basso della nostra umile visione critica da addetti ai lavori, un atteggiamento forse di presunzione e supponenza dell’ex Milan, soprattutto messo in evidenza dall’errore dal dischetto contro il Lecce. Questa volta però non ci sentiamo di farlo, anzi il caso oltre ad essere estremamente diverso, è stato osservato dallo staff tecnico e non ha prodotto alcuna reazione.
A dire il vero, anche in conferenza stampa, Baroni ha confermato la sua opinione sul calciatore e non ha fatto alcun cenno all’episodio della sostituzione: “da lui pretendo tanto ed è giusto che sia così. Mi aspetto riesca a segnare, lui ha le qualità per decidere la partita”. Da due partite a questa parte il modo di presentarsi da parte di Menez è cambiato totalmente, risulta evidente, e nessuno può negarlo. Adesso sta bene fisicamente, partecipa in maniera costante al pressing alto degli attaccanti e non disdegna di rientrare nella propria metà campo per un recupero palla (come accaduto poco prima di uscire). E su questo che andrebbe focalizzata l’attenzione, perché se fino a qualche settimana il dubbio poteva sorgere, adesso nessuno può dire che il numero 7 non stia dando il massimo per la causa. Ci sono, e ci devono essere, ampi margini di miglioramento, perché quel che è stato fatto finora non può bastare, ma attaccare il calciatore per un gesto di rabbia nei confronti di se stesso probabilmente, in questo determinato momento, è sbagliato. “Continuiamo così, il lavoro pagherà”, ha scritto lo stesso Menez poco fa su Instagram. E ciò dovrebbe bastare a spegnere le polemiche intorno ad un calciatore che ha bisogno di trovare la giusta condizione mentale per regalare alla Reggina il cambio di rotta.