Stessa sorte per il consigliere comunale Domenico Scriva. Ad entrambi la misura cautelare è stata sostituita con il divieto di dimora a Rosarno
Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha revocato gli arresti domiciliari per il sindaco di Rosarno Giuseppe Idà e per il consigliere comunale Domenico Scriva. Per entrambi la misura cautelare è stata sostituita con il divieto di dimora a Rosarno. Difeso dagli avvocati Armando Veneto e Giuseppe Martino, il sindaco Idà era stato arrestato a gennaio nell’ambito dell’inchiesta “Faust” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Idà è accusato di avere accettato la promessa di voti dalla cosca Pisano in cambio dell’assegnazione al consigliere comunale Domenico Scriva, dell’assessorato ai lavori pubblici o, comunque, dell’attribuzione di un altro incarico di prestigio. Secondo gli inquirenti, lo scambio elettorale politico-mafioso riguarderebbe anche il mutamento della destinazione urbanistica di alcuni terreni di proprietà della cosca Pisano nei pressi dello svincolo autostradale di Rosarno e la riapertura del centro vaccinale in un immobile di pertinenza della famiglia mafiosa conosciuta con il soprannome dei “diavoli”.
Secondo la Dda, inoltre, per le elezioni comunali del 2016 Giuseppe Idà avrebbe chiesto a Carmine Pesce, dell’omonima cosca, di procurargli voti. All’udienza del Riesame, gli avvocati Veneto e Martino hanno prodotto una serie di memorie che serviranno al Tribunale per le motivazioni che saranno depositate entro 45 giorni. A seguito dell’inchiesta “Faust”, la prefettura di Reggio Calabria ha inviato la commissione d’accesso al Comune di Rosarno per verificare l’infiltrazione della ‘ndrangheta nell’ente.