Ricordo di Sandro Pertini, il Presidente diverso

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Il 24 febbraio 1990 moriva Sandro Pertini, uno dei presidenti della Repubblica italiana più amati

Il 24 febbraio 1990, moriva Sandro Pertini, uno dei presidenti della Repubblica italiana più amati. Era un socialista di vecchio conio, sempre dalla parte della classe operaia e dei lavoratori, a prescindere dallo specifico delle scelte politiche e della collocazione internazionale. Perseguitato dal fascismo (è stato anche in carcere con Gramsci, nel reclusorio di Turi), riuscì a espatriare e visse in esilio facendo il muratore (cosa di cui si vantava). Fu uno dei capi della Resistenza, ebbe la medaglia d’oro per azioni in cui si espose coraggiosamente in prima persona. Catturato dai nazisti, riuscì a evadere dal carcere di Regina Coeli. Combatté in diverse città e regioni, in ultimo a Milano, dove fece parte del comitato militare del CLN che organizzò l’insurrezione e condannò a morte Mussolini. Nel dopoguerra Pertini fu deputato del Psi e Presidente della Camera dei Deputati dal 1968 al 1976. Quando nel 1978 arrivò alla presidenza della Repubblica, grazie anche al voto del Pci, non fu arrendevole nei confronti del sorgente craxismo, ricordando con i fatti e l’esempio che essere socialista voleva dire altro. Interpretò il suo ruolo di presidente in modo nuovo, popolare, vicino alla gente, non ingessato, non istituzionalizzato all’eccesso. Schietto e sincero, manifestò il suo sdegno di fronte all’assenza dello Stato nell’opera di soccorso ai terremotati dell’Irpinia. Lui vi era accorso tra i primi.

Non si può dire sia stato Pertini ad aprire la strada, prima di Cossiga, al populismo e al presidenzialismo: la sua era una Italia dei partiti, della Costituzione, delle istituzioni. Rimane nella memoria di tanti la sua partecipazione in occasione di due funerali: quello dell’operaio comunista Guido Rossa ucciso dalle Br, a Genova, di fronte a una piazza gremita di tute blu che dimostrarono in modo massiccio e commovente da che parte stava la classe operaia (contro il terrorismo). E quando andò a passare gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer a Padova, al suo capezzale, per poi portarne la salma a Roma, vegliandola come un padre con un figlio, fino all’ultimo saluto. Anche per questo gli operai, i comunisti, i proletari, il popolo – che a Berlinguer tributarono un omaggio indimenticabile in occasione dei funerali – ricordarono sempre con affetto il compagno Pertini, un Presidente della Repubblica diverso da tutti gli altri, un combattente per la democrazia, il socialismo, i diritti dei lavoratori sempre, a prescindere dal ruolo e dalle diverse fasi di una vita lunga e bellissima.

Olga Balzano Melodia

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