Sciascia Balestri due modi diversi di raccontare il Meridione

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L’8 gennaio scorso è ricorso il centesimo anniversario di Leonardo Sciascia, scrittore cosmopolita di origine siciliana. Qualcuno mi potrà obiettare che, in realtà, Sciascia scriveva solo della Sicilia, ma io penso che chi scrive della Sicilia scrive del mondo.  La Sicilianità, la Meridionalità sono universali, perché è universale la fiumara umana che da secoli si sposta all’interno dell’intero globo. Il Meridione e la Sicilia, in particolare, hanno influenzato, il fare, il vedere, il vivere di molti molti paesi europei e non. Ecco perché quando si parla di Sciascia, secondo me, si parla di uno scrittore cosmopolita, perché cosmopolita è il Meridione. Io non sono una letterata di professione, non ho una vasta cultura di letteratura, infatti se penso a Sciascia mi viene in mente “Il giorno della Civetta” o “A ciascuno il suo”, ma questo scrittore superbo ha scritto altro molto altro. Quello che mi colpì di questo autore vivente quando io avevo vent’anni era il suo coraggio di scrivere la realtà siciliana così com’era senza mezze parole, senza metafore. Negli anni Ottanta una parte della realtà siciliana che descriveva lo scrittore era una realtà che tutti conoscevano ma, in verità, nessuno ne doveva parlare. eppure Sciascia ne ha parlato. Ne ha parlato a lungo

Lo scrittore era un conterraneo e quasi coetaneo di una famosa cantautrice di nome Rosa Balestrieri, in comune avevano la Sicilianità e forse più o meno l’età anagrafica. Sono nati negli stessi anni più o meno e sono scomparsi a distanza di un anno. In comune avevano anche il “Raccontare” la Sicilia. Sciascia la Sicilia la scriveva, Balestrieri la cantava. “Terra ca nun cangia”, testo famosissimo di Rosa, non si associa alla suddivisione della scala sociale di Sciascia: “Uomini, mezzi uomini, uominicchi e quaquaraquà”, che Sciascia fece nel “Il giorno della civetta”? Entrambe non parlano di “una parte” di Sicilianità e di Meridionalità che stentano a morire? E allora perché i due artisti non si sono mai incontrati pur parlando la stessa lingua? A mio avviso non si sono mai incontrati perché la Cultura è divisa in compartimenti stagno. Lo era negli anni Ottanta e lo è adesso. Ognuno nel suo mondo, ognuno nel suo orticello. Sciascia letterato, Balestrieri cantautrice semianalfabeta. Due mondi diversi che dicevano le stesse cose. Ma la Cultura, non è il raccogliere il meglio di ciò che l’uomo riesce ad esprimere? E allora perché ancora esistono i compartimenti stagno?

Graziella Tedesco

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