Brogli elettorali a Reggio Calabria, Minicuci: “Falcomatà sindaco a sua insaputa, ora basta. Città umiliata”
La Digos della Questura di Reggio Calabria, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, mercoledì 3 febbraio ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di sei soggetti indagati, a vario titolo, per ipotesi di alterazione del voto, falsità ideologica in atto pubblico ed abuso d’ufficio in relazione all’inchiesta sui brogli elettorali alle ultime elezioni comunali. Antonino Minicuci, già candidato a Sindaco di Reggio Calabria per la coalizione di centrodestra, ritorna sui fatti in oggetto della conferenza stampa tenutasi ieri, evidenziando come la misura di sopportazione dei cittadini sia oramai colma.
“I confini della vicenda relativa ai brogli elettorali alle ultime elezioni comunali di Reggio Calabria – afferma Minicuci– si sono ulteriormente allargati e ancora non si è nemmeno al secondo step, secondo quanto dichiarato dagli inquirenti durante la conferenza stampa. In attesa che le indagini si concludano e l’inquietante scenario si manifesti nella sua interezza, si possono e devono fare alcune considerazioni. Falcomatà, sindaco a sua insaputa, continua ad arrampicarsi sugli specchi mostrando preoccupante confusione e leggerezza. , le allucinanti e grottesche dichiarazioni del primo cittadino. Si scopre così che per il Sindaco di Reggio Calabria la democrazia va bene se applicata a una percentuale non meglio definita di cittadini. In realtà, se è lo 0,1 o il 99,9% cambia poco, e i precisi confini dell’abisso in cui l’amministrazione Falcomatà è precipitata si comprenderanno meglio con i successivi step compiuti dalla magistratura. Il significato che regge come un pilastro portante la democrazia e di conseguenza qualsiasi normale attività elettorale, a Reggio Calabria si è sgretolato. E’ stato letteralmente abbattuto. A dirlo chiaramente sono stati gli stessi inquirenti seduti al tavolo della conferenza stampa. Qualcuno dovrebbe informare in merito il primo cittadino, evidentemente ancora all’oscuro di quanto accaduto. La giurisprudenza parla chiaro e non ammette equivoci. In caso di errori (errori tecnici, non brogli figli di un sistema criminoso orchestrato da forze politiche con la volontà di truccare le elezioni in proprio favore) si è tornato a votare nelle sezioni incriminate. Falcomatà però fa finta di non saperlo. Il sindaco, alla luce di quanto dichiarato dai Procuratori Bombardieri e Dominijanni, non poteva non sapere quanto accadeva e in ogni caso in quanto primo cittadino aveva la responsabilità e il controllo dell’ente. Il sistema criminoso è stato orchestrato, anche questo aspetto forse è sfuggito all’attenzione di Falcomatà, dal primo eletto del centrosinistra nonchè Capogruppo consiliare del Partito Democratico. Il primo cittadino invece che affrontare la realtà preferisce dedicarsi a bizzarri parallelismi e cervellotici calcoli demo-matematici del tutto personali. Falcomatà già da tempo avrebbe dovuto affrontare la situazione, assumersi le proprie responsabilità in quanto primo cittadino e soprattutto perchè era informato assieme al proprio staff di quanto stava accadendo, come affermato dagli organi inquirenti. Fatto, quest’ultimo, di una gravità assoluta e che coinvolge direttamente il sindaco. Se un briciolo di dignità nell’amministrazione Falcomatà è rimasta che affiori adesso, al cospetto di una vicenda che mortifica l’intera città e la espone mediaticamente al pubblico ludibrio. Le vicende penali e gli illeciti commessi attengono doverosamente alla magistratura, l’unica ad avere il ruolo di stabilire chi sono i colpevoli e per quale ragioni. Falcomatà però, in modo maldestro, prova a sottacere quello che è l’aspetto politico, e che vede in generale l’attuale amministrazione comunale e in particolare il Pd reggino senza un valido motivo etico, morale e di rispetto verso i reggini per sedere ancora su quelle poltrone. E se un’amministrazione soprassiede su questi aspetti, se ignora il fatto che le elezioni sono state truccate in proprio favore utilizzando i voti di persone decedute e anziani infermi, è un’amministrazione pericolosa per la cittadinanza e per la tenuta della democrazia”, conclude.