Coronavirus, arresti al DASOE in Sicilia: alterato il flusso dei dati riguardante la pandemia di Covid-19, veniva modificato il numero dei positivi e dei tamponi
I Carabinieri del Nas di Palermo e del Comando provinciale di Trapani stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip di Trapani, su richiesta, in via di assoluta urgenza, di questa Procura, nei confronti di appartenenti al Dipartimento regionale per le Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico (DASOE) dell’assessorato alla Salute della Regione Siciliana. I reati contestati sono falso materiale ed ideologico in concorso: in particolare gli arrestati sono accusati di aver alterato, in svariate occasioni, il flusso dei dati riguardante la pandemia di Covid-19 modificando il numero dei positivi e dei tamponi, diretto all’Istituto Superiore di Sanità, e alterando di fatto la base dati su cui adottare i provvedimenti per il contenimento della diffusione del virus.
Ai domiciliari sono finiti la dirigente generale del Dasoe Maria Letizia Di Liberti, il funzionario della Regione Salvatore Cusimano e il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati dell’assessorato Emilio Madonia.
L’indagine del carabinieri del Nas, coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Agnello è nata dai controlli in un laboratorio di Alcamo che un anno fa falsificò oltre 200 test, comunicando l’esito negativo alla Regione quando invece erano tutti positivi.
Dal mese di novembre sono circa 40 gli episodi di falso documentati dagli investigatori dell’Arma, l’ultimo dei quali risalente al 19 marzo scorso. Effettuate perquisizioni domiciliari nei confronti di altri sette indagati alla ricerca di materiale informatico e non, utile alle indagini. Inoltre é stata effettuata un’acquisizione informatica selettiva (in particolare, flusso e-mail e dati relativi all’indagine) presso i server dell’assessorato regionale alla Salute e del Dasoe.
Il gip di Trapani ha parlato di “disegno politico scellerato“, accogliendo la richiesta della Procura: positivi e decessi sono stati “spalmati” nel tempo per evitare, secondo gli inquirenti, che la Sicilia fosse messa in zona rossa. “Sembra estraneo“, invece, scrive il gip, il presidente della Regione Musumeci, “che pare tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferite“. Oltre ai tre ai domiciliari sarebbero indagati il vice capo di gabinetto dell’assessorato Ferdinando Croce e il dirigente Mario Palermo.