I dati dell’incidenza del Covid in Italia ogni 100.000 abitanti: situazione da ‘zona bianca’ in Calabria e Sicilia’, il confronto con l’Emilia Romagna
Fra i colori in cui è stata divisa l’Italia dopo la pandemia di Coronavirus si fa strada una nuova tonalità, probabilmente mai così amata come in questo periodo: il bianco. La ‘zona bianca’ è sinonimo di ritorno alla normalità, di cessazione delle ristrettezze dovute alle norme anti-Covid, di riaperture di negozi e ristoranti e dilatazione dell’orario del coprifuoco. Insomma: osservare le norme basiche in materia igienico-sanitaria, ma con un ritorno alla vita normale.
Per delineare la situazione nelle varie Regioni d’Italia, il parametro principale da prendere in considerazione è l’incidenza della pandemia. Attraverso l’ausilio dei dati di ieri, venerdì 5 marzo, viene confermata un’incidenza media nazionale di 225 nuovi casi ogni 100.000 abitanti, ben lontana dai 50 casi che consentirebbero il ripristino del contact tracking dei casi, soglia per altro determinante le ‘zone bianche’. Fin qui solo la Sardegna è riuscita a colorarsi di bianco, da una settimana, migliorando per altro i dati epidemiologici nonostante le progressive riaperture. Calabria e Sicilia potrebbero presto seguirla se dovessero confermare i rispettivi trend positivi.
La terza ondata dell’epidemia sembra seguire gli stessi pattern delle prime due: maggiore incidenza al Centro-Nord e minore al Sud. La Regione con la situazione più critica è l’Emilia Romagna: ha un’incidenza di 401 nuovi casi ogni 100 mila abitanti, seguita dalla Provincia autonoma di Trento (356 casi ogni 100 mila abitanti) e dalle Marche (327 nuovi casi ogni 100 mila abitanti). Secondo siti esperti nel settore, come Meteoweb, è evidente come questo scenario sia collegato alle condizioni meteorologiche e climatiche. Dunque perché porre in lockdown l’intera Italia e non apportare misure mirate solo nelle aree realmente a rischio? Calabria e Sicilia, dovessero confermare i loro dati virtuosi, avrebbero diritto alla ‘zona bianca’ già prima di Pasqua per tornare verso una meritata normalità socio-economica.