Nel corso del dibattito in merito al Ponte sullo Stretto, voluto dalla senatrice Tiziana Drago, sono intervenuti l’assessore regionale alle Infrastrutture della Sicilia Marco Falcone, la parlamentare Silva Vono, la deputata Wanda Ferro, gli studiosi Fabio Brancaleoni, Sebastiano Rampello e Francesco Karrer
Costruire un mondo per le prossime generazioni, è questo l’obiettivo a cui si deve far carico il governo Draghi. La pandemia del Coronavirus ha creato un danno economico incredibile ed è in questa direzione che entra in gioco il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) che l’Italia dovrà presentare all’Europa nell’ambito del NextGenerationUe. Per la Sicilia, che è il cuore del Mediterraneo, per la Calabria, Regione isolata dal resto della Penisola, ma per il tutto il Mezzogiorno in generale non si può escludere la realizzazione del Ponte sullo Stretto. E’ quanto emerso dal dibattito organizzato sui social dalla senatrice di Fratelli d’Italia Tiziana Drago, che ha organizzato un tavolo virtuale con la presenza di autorevoli professori ed altri rappresentanti delle istituzioni. “Il tema ha riscontrato una serie di voci differenti nelle ultime settimane – ha esordito l’organizzatrice dell’evento trasmesso su Facebook – . Serve quadro esaustivo sui dubbi che da anni vengano avanzati sulla fattibilità e l’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto, che quasi giustificano la posizione di chi manifesta un’assoluta negazione. Non essendo un’addetta ai lavori mi sono posta il problema personalmente e ho fatto riferimento a fonti autorevoli”.
Il dibattito successivamente si sposta, passando dal piano tecnico a quello politico. L’Assessore siciliano Marco Falcone ha affermato: “sul Ponte non sempre si parla con cognizione di causa. Pochi conoscono il progetto sotto il profilo tecnico di progettazione definitivo. La Regione Siciliana è depositaria di questo progetto, presentato anche negli Stati Uniti. Noi abbiamo la soluzione tecnica! Quando il governo Conte parlò di tunnel si capì che si voleva mettere una pietra tombale sul tema, il Ponte a campata unica è l’unica soluzione possibile. Ai tempi costava 8 miliardi, oggi costerebbe circa il 50% in più, ma pare che con i nuovi adeguamenti potrebbe avere una riduzione dei costi. Secondo le nuove tecnologie costruttive, le due torri potrebbero essere ridotte di altezza. Ci sono elementi costruttivi come il cavo in acciaio di 1,5mt di diametro potrebbe essere ridotto. Da un lato la metà del costo serve per creare il Ponte, l’altra per la mitigazione ambientale e il raccordo autostradale e ferroviario. L’impiatto ambientale renderebbe compatibile il progetto e il raccordo”. L’Assessore ricorda l’impegno della sua giunta e fa una promessa: “il Presidente Nello Musumeci e il facente funzioni della Calabria Nino Spirlì hanno chiesto più volte al ministro De Micheli e Provenzano di inserire il progetto nel Recovery Fund perché rappresenterebbe un’opera strategica per la Sicilia, la Calabria, ma per l’intera Italia o anche per l’Europa. Sarebbe un’esperienza costruttiva unica al mondo, ridurrebbe gap infrastrutturale tra Nord e Sud Italia. L’opera si sosterebbe anche economicamente, perché solo in Sicilia sono spesi di pedaggio 350 milioni di euro all’anno. La presenza del Ponte porterebbe in Sicilia anche l’alta velocità, per ora inesistente perché non c’è un collegamento stabile con il Continente. Il Ponte si dovrà fare senza se e senza ma, chiederemo la delega come spiegato dal Sindaco di Messina Cateno De Luca. In Italia stiamo pagando un’azienda per non realizzare, è un paradosso. Si facciano le dovute verifiche, ma il Ponte va inserito all’interno del Recovery Plan”.
Chiude la discussione la Deputata Wanda Ferro, decisa a portare avanti in Parlamento il tema: “è una battaglia che portiamo avanti da sempre, auspichiamo che Draghi abbia una visione più centrale della Calabria, della Sicilia e quello che il Ponte porterebbe a tutta la Nazione. Investimenti e rilancio sono fondamentali in un momento di crisi economica, darebbe un rilancio al settore delle costruzioni e porterebbe un indotto incredibile intorno ad esso. Non si può più discutere dell’utilità del Ponte sul piano economico e ovviamente dei trasporti con l’alta velocità. Darebbe sviluppo alle aziende che sono decentrate ed hanno meno possibilità. Abbiamo la fortuna del Recovery Fund e della presenza dell’autorevole Mario Draghi. E’ questo l’unico modo per fare investimenti e ridimensionare il divario tra Nord e Sud. Anche il governatore Jole Santelli evidenziò l’importanza dell’opera nel contesto dell’Italia e dell’Europa, voglio omaggiarla per questo. Il Ponte ci mettere al passo coi tempi e degli altri Paesi europei”. Insomma, adesso la volontà politica di realizzare l’opera sembra esserci. E’ chiaro che il Ponte sullo Stretto si può fare, la prima pietra potrebbe essere messa anche domani se il governo italiano volesse. Chi marcia in direzione contraria alla costruzione dell’infrastrutture non lo fa negli interessi della Sicilia e della Calabria!