Cosa c’è davvero dietro la chiusura delle scuole disposta da Spirlì nella Calabria in “zona gialla”: l’obiettivo di distrarre le masse dal disastro vaccini. Così il facente funzioni sta facendo rivoltare Jole Santelli
Dal coraggio di Jole Santelli che un anno fa con grande lungimiranza apriva i locali che avevano i tavolini all’aperto in pieno lockdown, alla psicofobia di Nino Spirlì che ha dato alla Calabria il (tristissimo) primato di unica Regione in “zona gialla” con le scuole chiuse, mentre gli alunni delle altre Regioni continuano ad andare in classe anche in “zona arancione“ dove c’è un quadro epidemiologico di gran lunga peggiore rispetto a quello calabrese. E’ la sfortunata parabola della politica calabrese, dopo la tragica morte del Governatore Santelli che tanto orgoglio aveva dato a questa terra per come aveva gestito la prima fase della pandemia conquistando persino la copertina del New York Times.
La scelta di Spirlì è assolutamente contraddittoria rispetto quanto previsto dall’ultimo Dpcm varato dal governo Draghi che prevede le scuole chiuse soltanto nelle zone rosse e nelle aree dove l’incidenza dei contagi supera la soglia di allerta con un tasso di incidenza uguale o superiore ai 250 casi ogni 100.000 abitanti. In Calabria siamo a 69 casi ogni 100.000 abitanti, molto vicini alla soglia dei 50 che consentono l’ingresso in “zona bianca” dove cessa ogni limitazione, persino il coprifuoco e la chiusura serale dei locali della ristorazione.
Eppure in Calabria ci sono anche moltissime donne in carriera, che lavorano esattamente come e magari anche di più dei papà e che hanno enormi disagi dalla chiusura delle scuole, soprattutto nei casi di figli piccoli che non possono rimanere a casa in autonomia. Paradossalmente, la chiusura delle scuole aumenta il rischio di contagio e le conseguenze del virus nei numerosi casi in cui i genitori lavoratori sono costretti a lasciare i bambini piccoli con i nonni, cioè i soggetti più fragili in caso di contagio. Chi non ha l’opzione nonni, è nei guai per colpa di Spirlì. Il rischio è quello di perdere il lavoro.
Eppure il facente funzioni alla Presidenza, anzichè dedicarsi quotidianamente a circensi dirette facebook ed accanirsi da mesi sulle scuole nonostante tutte le sentenze del Tar che gli hanno già dato torto e che inevitabilmente lo faranno ancora nei prossimi giorni, farebbe meglio a concentrarsi sui vaccini dove sta combinando un vero e proprio disastro. La Calabria è l’ultima Regione in Italia per somministrazione delle dosi ricevute: siamo ancora al 65%, 126.908 dosi somministrate sulle 193.580 ricevute. Significa che in Calabria abbiamo 66.672 dosi di vaccino conservate in frigorifero anzichè somministrate a chi ne ha bisogno. Sarebbe il modo migliore per combattere la pandemia, invece Spirlì continua a chiudere le scuole forse proprio per distrarre la popolazione dalle sue inefficienze sui vaccini.
Dovrebbe inoltre spiegare perchè le scuole andrebbero chiuse per le vaccinazioni dei prof, se medici e infermieri si sono vaccinati mentre lavoravano negli ospedali, gli agenti delle forze dell’ordine si sono vaccinati mentre continuavano a vigilare sull’ordine pubblico e persino gli ultra 80 enni si sono vaccinati mentre andavano a fare la spesa, a comprare il pane, ad acquistare le caramelle per i nipotini, leggere i giornali sulle panchine, dedicarsi al bricolage, guardare i cantieri e proseguire con tutte le loro normali attività quotidiane. Per quale motivo i prof ed esclusivamente i prof per vaccinarsi devono fermare la loro attività didattica, ma solo in presenza? Così come possono continuare a insegnare a distanza, perchè non potrebbero farlo in aula? E’ forse l’ennesima palese scusa per chiudere le scuole, inevitabilmente destinata ad infrangersi contro le leggi costituzionali e i regolamenti dello Stato che verranno ribaditi per l’ennesima volta dal Tar?