Valerio Costa si racconta a StrettoWeb: “Avellino, missione salvezza. Tornare a Reggio è sempre emozionante e che rivalità con i miei fratelli!” [INTERVISTA]

StrettoWeb

Valerio Costa parla ai microfoni di StrettoWeb: il giovane playmaker si racconta fra passato a Reggio Calabria, presente ad Avellino e aneddoti personali

Con il numero 3: Valerio Costa!“. Il poco pubblico presente sugli spalti del PalaCalafiore, a causa delle rigide norme legate al Covid, ha salutato con un applauso l’annuncio dello speaker nonostante si trattasse di un giocatore avversario. Valerio è nato e cresciuto a Reggio Calabria, fra i campetti e le strade della città si è formato come persona e come giocatore, ha militato anche nella Pallacanestro Viola ed ha lasciato un ricordo senza dubbio positivo. Ieri è tornato sul parquet di Reggio da avversario, con la casacca di di una ‘nobile decaduta’ del basket italiano come la Scandone Avellino, guidata con 9 punti, 4 rimbalzi e 5 assist ad un successo preziosissimo in ottica salvezza. All’indomani della gara Valerio si è concesso ai microfoni di StrettoWeb raccontandosi fra passato a Reggio Calabria, presente ad Avellino e qualche aneddoto sul basket e la sua famiglia.

Valerio Costa, la chiamata di Avellino: piazza importante e caldissima

Due anni fa chiudeva all’ottavo posto il campionato di Serie A e giocava i Playoff Scudetto, oggi la Scandone Avellino la ritroviamo in Serie B a causa di alcuni problemi economici che si ripercuotono ancora in questa stagione con una pesante penalizzazione di 6 punti che ha reso ancor più complicata una stagione già abbastanza difficile. La storia della formazione irpina però non si discute, il fascino di Avellino, una delle squadre più importanti del meridione, unito al progetto della società hanno spinto il playmaker reggino a rispondere in maniera positiva alla chiamata del club.

Avellino è una società storica, mi ricordo che la guardavo da piccolo, ero innamorato. È anche una piazza difficile perché qui la pallacanestro è molto sentita. – ha dichiarato ValerioL’ho vista come una sfida, andare in una piazza storica per provare a mostrare chi sono. In estate ho sentito coach De Gennaro, mi aveva presentato il progetto della società che mi è sembrato subito molto interessante. Pesa molto non poter giocare davanti ai tifosi di Avellino. Sarebbe stata una spinta importante per noi. Purtroppo non possiamo fare molto, dobbiamo cercare le motivazioni in noi stessi. Ad inizio campionato siamo partiti forte, abbiamo azzerato la pesante penalizzazione con una serie di vittorie. Poi c’è stato qualche problema, abbiamo avuto una sorta di blackout. Senza penalizzazione oggi saremmo a quota 12 punti, una situazione di classifica molto più tranquilla. Ma siamo consapevoli della situazione attuale, ora dobbiamo giocarci tutte le partite fino alla fine del campionato come fossero una finale. Dobbiamo approcciare tutte le partite in maniera giusta: difendere forte e poi partire in contropiede. Se riusciamo a mantenere un’intensità alta possiamo toglierci delle soddisfazioni. A me piace pensare partita dopo partita, ogni gara sarà una finale: dobbiamo essere concentrati, preparare bene ogni partita, mantenere alta l’intensità e poi sperare in un buon risultato”.

Valerio Costa, Pallacanestro Viola-Scandone Avellino: “partita intensa, una finale”

Ieri sera la gara contro la Pallacanestro Viola, un match da non sbagliare contro Avellino che, da ultima in classifica, non può permettersi errori se vuole evitare quantomeno la retrocessione diretta. Gara molto combattuta, che ha sorriso agli irpini in un quarto periodo concluso al cardiopalma nel quale la Pallacanestro Viola ha gettato all’aria una rimonta ormai concretizzata. “Era una partita fondamentale per entrambe, era una finale. L’intensità è stata veramente alta, c’è stata tanta fisicità. – ha spiegato ValerioNoi siamo stati bravi a saper reggere e non calare soprattutto mentalmente. Contava ogni punto, ogni palla recuperata: lo sapevamo. Avevamo voglia di rifarci dopo un periodo un po’ buio, siamo stati bravi a dimostrare che ci siamo”.

Spostando l’attenzione prettamente sulla sua ex squadra, Valerio si è detto sorpreso, spiegando di aver trovato una squadra con buone qualità individualità, tanta fisicità e che ritiene in grado di fare bene nel finale di stagione: “la Pallacanestro Viola è una buonissima squadra. Non mi aspettavo tutta la fisicità che hanno messo in campo, questo mi ha sorpreso. Individualmente ha giocatori importanti come Giulio Mascherpa e Salvatore Genovese che hanno tanta esperienza. Ieri alla Viola mancava un giocatore importante come Yande Fall che dà molta sostanza, soprattutto sotto canestro. Credo che non siano facendo male e possano dire la loro. Il nostro è un girone strano: la stessa Viola ha vinto contro Taranto che ha perso solo quella partita in stagione. Ci si può aspettare di tutto, mai sottovalutare l’avversario!”.

Valerio Costa, l’emozione del ritorno a Reggio Calabria e la rivalità in famiglia

A sostenerlo al PalaCalafiore era presente la famiglia, da sempre pilastro della sua vita e della sua carriera. A Reggio Calabria ha mosso i primi passi con la palla in mano, grazie al supporto degli zii e alla rivalità con i fratelli più grandi, gli 1vs1 in famiglia che lo hanno reso competitivo e lo hanno spinto a migliorarsi. “La partita di ieri mi ha riportato alla mente i momenti della stagione 2015-2016. Giocare per la propria città è sempre un onore, poi per Reggio Calabria, piazza storica della pallacanestro, ancor di più. Giocare nel campo in cui sono cresciuto, davanti alla mia famiglia, ai miei amici, è un onore. Hai più foga, più adrenalina, giochi con un’intensità maggiore. È stata una bella emozione tornare a casa, è sempre un piacere giocare davanti alla mia famiglia. – ha raccontato Valerio Ho iniziato a giocare a basket a Reggio Calabria, intorno ai 5-6 anni, grazie a loro. Ho iniziato nella Nuova Jolly, la società dei miei zii. Mi hanno ‘trascinato’ loro. Io sono cresciuto insieme ai miei fratelli Riccardo e Dario e ai miei cugini Claudio e Roberta, ho iniziato grazie a loro e poi è diventata una passione. Mia zia mi ha sempre lanciato, mi ha dato la possibilità di allenarmi, ha fatto tanti sacrifici. Quello che faccio oggi è anche un modo per ripagarla, sono fiero di questo. Con i miei fratelli c’era tanta rivalità da piccoli. Nel campetto di casa nasceva la competizione: negli 1vs1 io ero piccolino e magrolino, loro erano più grossi, soffrivo un po’, mi facevano arrabbiare. Se giochiamo oggi chi vince? Oggi li ‘ammazzo’, non hanno chance! Ma non glielo diciamo che sennò si arrabbiano…”.

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