Anche Rete 4 smaschera la vergogna dei vaccini in Calabria, tra fortissimi ritardi e disorganizzazione: il servizio di “Quarta Repubblica”
La vergogna dei vaccini in Calabria continua. A smascherare le inefficienze e i ritardi nel nostro territorio è anche Rete 4. Su “Quarta Repubblica“, programma condotto da Nicola Porro, sono arrivati fino a Scilla, alla Cassa della Salute. Anziani che stentano a restare in piedi, dopo 50km per raggiungere la struttura, costretti a tornare indietro perché “le dosi sono finite“. “Si informa che la somministrazione delle prime dosi per tutte le categorie resta sospesa fino a nuove disposizioni“, è quanto si legge nel portone principale.
In realtà, come già evidenziato su StrettoWeb qualche giorno fa, la Calabria è tra le ultime regioni in Italia nel rapporto tra dosi consegnate e somministrate. Circa 70 mila, sulle 213 mila consegnate, rimangono belle fresche in frigorifero, per un rapporto del 65,7%. “Queste dosi le abbiamo nei magazzini di stoccaggio – rivela il Commissario Guido Longo – ma il problema è che manca l’esatta individuazione dei soggetti da vaccinare e quindi la somministrazione si è verificata a saltelli“.
Problema simile a Scilla, evidenzia sempre Rete 4 nel suo servizio, anche a Cosenza e Crotone. Nel primo caso una palestra è stata adibita a centro vaccinale, ma la somministrazione del vaccino agli over 80 – in quella struttura – è iniziata e terminata quasi subito, con il cantiere aperto e gli operai al lavoro per aumentare gli accessi di un altro centro vaccinale. A Crotone, invece, si è ancora alle origini: “Stiamo organizzando la campagna vaccinale“, afferma un medico di base. E i tantissimi 80enni interpellati in giro per le strade – vogliosi di vaccinarsi – non hanno ancora ricevuto alcuna comunicazione da parte del medico. Nel centro vaccinale di Crotone, come testimoniano le immagini del servizio, la gente si prenota su un foglio di carta perché la Calabria non ha un portale online.
Una situazione che definire paradossale è anche riduttivo. La Calabria, solo l’ultima ruota del carro di un sistema nazionale che ancora non funziona in termini di vaccinazioni. La mancanza di organizzazione che cozza con chi parla di 500 mila vaccinati al giorno (quando ad oggi si arriva a stento a 100 mila) e l’unica speranza (ma non il ministro) diventa a questo punto un cambio di passo forte. E c’è chi ha ancora il coraggio di blaterare di lockdown e coprifuoco anticipato, un anno dopo e mentre tutti gli altri riaprono.