Che fine ha fatto l’evasione fiscale?

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Cos’è l’evasione fiscale? Si può definire come una serie di comportamenti e metodi che hanno come obiettivo quello di ridurre o eliminare il prelievo fiscale attraverso pratiche che violino leggi e norme fiscali

Da quando avevamo i calzini corti in Italia si parla di evasione fiscale. E’ stato un “mantra” che si è succeduto ad ogni nuovo governo della Repubblica. Ogni volta che cambiava l’esecutivo (e su questo argomento dobbiamo dire che non ci siamo fatti mancare nulla, con 67 governi in 73 anni), uno dei punti fondamentali del programma era la lotta all’evasione fiscale. Sono stato per 40 anni dipendente dell’Agenzia delle Entrate e puntualmente ogni anno ci arrivavano dalla Direzione Centrale le circolari, le direttive e le linee guida da applicare nel cercare di arginare questo fenomeno. Ma innanzi tutto cos’è l’evasione fiscale. Si può definire come una serie di comportamenti e metodi che hanno come obiettivo quello di ridurre o eliminare il prelievo fiscale attraverso pratiche che violino leggi e norme fiscali. Devo dire, onestamente, che negli ultimi anni molto è stato fatto ed effettivamente il riscosso da evasione fino all’anno 2018 è salito fino ad arrivare a 19 miliardi di € (di cui però 3 derivanti da pace fiscale). Poi nell’anno 2019 ci si e un po’ fermati e poi è arrivato il Covid.

Questa pandemia che ha travolto tutti e tutto con oltre 119.000 decessi, oltre 3.800.000 di positivi, un milione di posti di lavoro persi, un PIL sceso del 9%. Pochi giorni fa la Banca d’Italia ha comunicato il nuovo record del debito pubblico arrivato a oltre 2.600 miliardi di €, e la recente votazione in Parlamento, sempre a causa del Covid, dello scostamento di bilancio di oltre 40 miliardi di € fa presupporre che alla fine dell’anno il debito pubblico schizzerà fino a 2.700 miliardi di €. Verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere ma ogni bambino appena nato in Italia ha già un debito di oltre 40.000 €. Ovviamente quando nell’informazione arriva una notizia più importante di un’altra catalizza l’attenzione e adesso di lotta all’evasione fiscale non parla più nessuno. E sì che stiamo parlando di una evasione che viaggia intorno ai 120 miliardi di € annui, costituito da lavoro nero, economia criminale, evasione di società di capitali, big company, lavoratori autonomi e piccole imprese.

Quando si parla di evasione fiscale quasi tutti la prima cosa a cui pensiamo è la mancata emissione degli scontrini negli esercizi commerciali o alle ricevute non compilate da parte di lavoratori autonomi, ma questo tipo di evasione seppur importante rappresenta solo una parte di evasione ed inoltre sarebbe abbastanza facilmente sconfitta attuando “il contrasto di interessi” già utilizzato con successo, per esempio, nelle ristrutturazioni edilizie e nelle spese sanitarie. La convenienza cioè a richiedere fattura o ricevuta in quanto deducibili dal reddito. Se questo sistema fosse esteso alla totalità delle spese tutti avrebbero convenienza ad attuare questa pratica. Convincendo poi i cittadini ad adoperare la moneta elettronica, ma senza attuare il cashback che costa 5 miliardi di € l’anno, questo tipo di evasione potrebbe essere abbastanza facilmente sconfitta.

Esiste poi un tipo di evasione molto più eclatante come importi e molto più difficile da stanare come l’evasione da economia criminale. Si può ben immaginare come tutte le attività illecite prodotte da organizzazioni criminali generano cifre impressionanti sottratte all’Erario. Ed infine, altra voce importante, l’evasione creata dalle società multinazionali, difficilissime da stanare con società sparse in tutto il mondo, una parte anche in paradisi fiscali e dove a parer mio bisognerebbe concentrare gli sforzi, anche cooperando con paesi stranieri, da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Se solo si riuscisse a recuperare metà dell’evasione fiscale annua si potrebbe ridurre l’IRPEF per tutti,   fare una nuova riforma previdenziale in sostituzione della legge Fornero ed attuare un piano di rilancio del sistema sanitario territoriale che è stato molto carente in questo periodo di Covid.

Inoltre si potrebbe cominciare ad aggredire il debito pubblico perché non è possibile che solamente di interessi sul debito l’Italia debba pagare circa 50 miliardi di € annui.

Non bisogna pertanto abbassare la guardia e adesso che fortunatamente si comincia a vedere una piccola luce in fondo al tunnel in cui ci ha portato la pandemia, rilanciare su questo fronte e fare finalmente diventare l’Italia un paese moderno e civile.

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