Coprifuoco, la cena fuori giustifica un ritardo nel rientro? Sibilia chiarisce: “alle 22:00 tutti a casa”

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Coprifuoco, polemica sulla possibilità di sforare l’orario delle 22:00 per rientrare da una cena fuori casa: il sottosegretario Sibilia fa chiarezza

Dalla giornata di ieri, lunedì 26 aprile, l’Italia ha iniziato il suo processo graduale verso un lento ritorno alla normalità. Dopo diverse settimane in cui le misure per limitare l’incidenza della pandemia di Coronavirus sono state più stringenti, gran parte delle regioni italiane sono passate in zona gialla. Maggiori libertà per i cittadini che possono tornare a fare sport, andare al cinema o al teatro e anche a cenare fuori. A tal proposito, la regola del coprifuoco, confermato alle ore 22:00, è apparsa in contrasto con la possibilità di godersi una serata in relax al ristorante senza l’assillo dell’orologio. La ministra Gelmini, alcuni giorni fa, aveva chiarito come fosse possibile sforare di alcuni minuti il rientro presso le proprie abitazioni se di ritorno dal ristorante. Dichiarazioni smentite successivamente dal governo.

Intervenuto alla trasmissione ‘Agorà’ su Rai3, il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia ha fatto chiarezza specificando che alle 22:00 i cittadini essere già tornati nelle rispettive abitazioni. “Non alimentiamo confusioni inutili, le interpretazioni in questa materia le dà il ministro dell’Interno: alle 22 bisogna stare a casa, secondo le disposizioni attuali approvate dalla maggioranza in Consiglio dei ministri. – ha dichiarato Sibilia – Ho immaginato la scena del cittadino che, fermato dopo le 22 da una pattuglia della polizia mostra lo scontrino del ristorante emesso alle 21.59 come giustificazione del rientro tardivo a casa. Questo al momento non è possibile“.

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