Coronavirus, gli ultimi dati epidemiologici della Calabria non fotografano un miglioramento della situazione eppure da lunedì 12 aprile la Regione tornerà in zona arancione: le incongruenze del meccanismo a colori continuano
La Calabria ha superato oggi, per la prima volta dall’inizio della pandemia, la soglia dei 500 ricoverati Covid-positivi: in base ai dati ufficiali appena trasmessi dal bollettino della Regione che raccoglie le informazioni fornite dagli ospedali, abbiamo 504 persone con Covid ricoverate nel territorio Regionale. Di queste, 39 sono in terapia intensiva. Il precedente record era del 27 novembre 2020, quando la Calabria aveva raggiunto i 476 ricoverati (28 meno di oggi), di cui 44 erano in terapia intensiva (5 più di oggi). La situazione più difficile è quella di Cosenza, dove abbiamo 203 ricoverati di cui 17 in terapia intensiva. Quella più tranquilla è a Reggio, dove abbiamo 129 ricoverati di cui 9 in terapia intensiva. Il GOM di Reggio Calabria, con 112 ricoverati, è tornato nello “scenario 2” per la prima volta dopo 4 mesi (vedi grafico a corredo dell’articolo).
Complessivamente i numeri non sono drammatici: la Calabria è una Regione che conta 2 milioni di abitanti e i ricoverati rimangono di gran lunga al di sotto rispetto alle soglie di rischio rispetto all’occupazione dei posti letto disponibili. Il tasso di mortalità (890 morti su 2 milioni di abitanti) è il più basso dell’intero territorio europeo: abbiamo meno di 450 morti ogni milione di abitanti, nessuna Regione dell’intero Continente ha un dato così contenuto. Anche il tasso di letalità (890 morti su 50.611 contagiati accertati) è il più basso d’Europa, appena 1,7%.
Resta, però, il grande paradosso che sia a novembre che a marzo la Calabria è stata dichiarata “zona rossa” con numeri di gran lunga inferiori, e oggi il Ministro Speranza firma l’ordinanza che la riporterà in “zona arancione” da lunedì 12 aprile nonostante tutti i dati epidemiologici non siano certo migliorati nelle ultime settimane. E’ l’ennesima testimonianza che si tratta di scelte che poco hanno a che fare con la scienza, bensì di assoluta natura politica. La gente si è stancata, la rabbia sociale ha iniziato a montare e sono arrivate più pressioni e richieste di aperture, così le autorità decidono di alleggerire le restrizioni nonostante una situazione certamente non drammatica ma comunque peggiore rispetto a quando si chiudeva tutto con numeri più bassi. Non si comprende perchè la Calabria può essere in zona arancione con oltre 500 ricoverati se fin qui è dovuta stare svariate settimane in zona rossa tra novembre, dicembre, gennaio e marzo quando i ricoverati erano addirittura la metà. Non si comprende perchè con il virus si può convivere a targhe alterne, in base agli umori del governo di turno, e viene il dubbio se davvero le autorità non si facciano condizionare dalle proteste delle piazze. Perchè ben venga la zona arancione, ben vengano le aperture, ben venga la convivenza con il virus e le libertà ritrovate. Ma basta prese in giro. Zona rossa con 250 nuovi casi, 300 ricoveri e incidenza sotto 130 e poi zona arancione con 500 nuovi casi, 500 ricoveri e incidenza a 180. Queste task force di super esperti servono soltanto a mascherare la politica dalle proprie responsabilità. E la gente l’ha capito da un pezzo.