Coronavirus, Parente sulle riaperture: “non è liberi tutti, se i dati dovessero peggiorare si rivedrebbe il colore delle Regioni”

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Coronavirus, Parente sulle riaperture: “non è liberi tutti, se i dati dovessero peggiorare si rivedrebbe il colore delle Regioni. Da 14 mesi non c’è compattezza tra Stato e Regioni, serve una dinamica più tranquilla, anziché fare polemiche bisognerebbe mettersi ventre a terra e risolvere i problemi”

La presidente della Commissione Sanità del Senato Anna Maria Parente (Iv) è intervenuta ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulle riaperture. “I dati ci dicono che è possibile avere questo piano di riaperture –ha affermato Parente-. I dati saranno monitorati come sempre e, se dovessero peggiorare, si rivedrebbe il colore delle regioni come è stato finora. Non è questo un liberi tutti. Le riaperture implicano un maggiore senso di responsabilità di tutti noi e con le vaccinazioni che avanzano noi potremo, nel giro di poco tempo, proteggere gli anziani e i fragili”.

Sulle tensioni tra governo e Regioni. “Da 14 mesi non c’è compattezza tra Stato e Regioni, serve una dinamica più tranquilla e serena per gestire quello che potrebbe essere l’ultimo miglio e per pianificare cosa è necessario fare. Ogni Regione dovrebbe fare un monitoraggio e riferire al governo le difficoltà per poter avere risorse per risolvere i problemi. In questa fase noi dobbiamo essere bravissimi ad isolare subito i focolai che si potrebbero creare: trasporti, tamponi, monitoraggio dei dati. Anzichè fare polemiche bisognerebbe mettersi ventre a terra e risolvere queste tre problematiche. Noi dobbiamo chiedere responsabilità ai cittadini e allo stesso tempo dobbiamo dare in cambio politiche di protezione, in primis il vaccino e i tamponi. Ci sono ancora persone che pagano 20 euro per avere un tampone di uscita. Basta con la disputa tra aperturisti e rigoristi”.

Sulla scuola. “Molto spesso i presidi non hanno aule spaziose per garantire la distanza. Noi abbiamo sempre detto che le scuole devono essere le prime a riaprire, ma dobbiamo affrontare la realtà. Se un preside dice che le aule sono piccole, è giusto aver lasciato all’autorità scolastica la decisione. I problemi vanno affrontati concretamente, territorio per territorio. Con aziende e sindacati si dovrebbe fare un’analisi degli orari in cui si affollano i trasporti”.

Sulla posizione di Italia viva nel governo Draghi. “Tutti noi oggi ci dobbiamo sentire al servizio del Paese e un governo di larghe intese serve a questo. Il governo precedente aveva accumulato un po’ di questioni non risolte, adesso credo che si sia imboccata la strada giusta”.

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