La storia di Giovanni Celeste: orgoglio militare di Messina, la Seconda Guerra Mondiale combattuta sott’acqua, oggi uno stadio porta il suo nome
Celeste, uno dei colori più belli per i messinesi. È quello del mare dello Stretto, quel del cielo limpido delle estati del siciliane, è il nome del vecchio stadio del Messina. O per meglio dire il cognome. Lo storico impianto che ha ospitato le gare casalinghe del Messina fino alla stagione 2004 è stato infatti intitolato a Giovanni Celeste, una figura molto importante nella storia della città peloritana in un periodo buio per la storia dell’Italia intera, quello del secondo grande conflitto Mondiale.
Giovanni Celeste: la carriera militare
Nato a Messina il 22 gennaio del 1905, figlio di Giovanni e Rosa Crisafulli, Giovanni dedicò la sua vita alla Marina. Laureatosi in Discipline Nautiche presso il Regio Istituto Superiore Navale di Napoli il 17 luglio 1930, Giovanni intraprese appena un anno dopo la carriera militare: dal 26 febbraio al 13 maggio del 1931 fu in forza alla Regio Scuola C.R.E.M di San Bartolomeo a La Spezia, dal 1° giugno al 4 luglio 1931 passò all’Istituto Idrografico di Genova ed infine al Comando in Capo del Dipartimento Marittimo dello Jonio e del Basso Adriatico. Partecipò alle operazioni militari durante la Guerra Civile spagnola. Nel 1937 sposò la moglie Elodia Miniussi dalla quale ebbe una figlia di nome Rosinella. Nel corso della sua carriera si imbarcò come ufficiale a bordo degli esploratori Venezia e Mirabello, della cannoniera Lepanto, dei sommergibili Fisalia, Sirena, Turchese, Medusa, H4, H2 e Perla. Dal 17 agosto del 1942, con il grado di tenente di vascello, prese il posto del capitano di fregata Primo Longobardo al comando del sommergibile Enrico Toti, posizione che occupò fino al 1943. Durante la Seconda Guerra Mondiale effettuò diverse missioni di rifornimento a Tobruk. Nel 1943 partecipò al trasferimento in Italia del sommergibile FR 114 ‘Espadon’ catturato ai francesi. Dal 1° febbraio assunse il comando dell’FR 111 ‘Phoque’, l’unico sommergibile sottratto ai francesi e riutilizzato in guerra.
Giovanni Celeste: la morte durante la Seconda Guerra Mondiale
Il sommergibile ‘Phoque’, passato in mano agli italiani, svolse una sola missione di trasporto. Era il 27 febbraio 1943, il mezzo lasciò la base di Augusta con a bordo 28.5 tonnellate di materiale e viveri destinate a Lampedusa. All’epoca l’isola poteva essere rifornita unicamente attraverso i sommergibili che, potendo viaggiare sott’acqua, riuscivano a passare inosservati all’occhio vigile degli Alleati che dominavano cieli e mari con l’aviazione. Nella mattinata del 28 febbraio qualcosa andò storto: un’avaria all’asse delle eliche del sommergibile costrinse l’equipaggio ad invertire la rotta e rientrare alla base. Fu una condanna quasi annunciata, poiché dovettero proseguire in superficie non potendo più immergersi. Alle 14:45 del 28 febbraio 1943, a largo di Capo Murro di porco, tre cacciabombardieri Alleati avvistarono il sommergibile che venne crivellato di proiettili e centrato da alcune bombe. A causa dei danni ingenti il mezzo finì per inabissarsi: oltre a Giovanni Celeste persero la vita altri 4 altri ufficiali e 18 fra sottufficiali e marinai.
Giovanni Celeste, lo stadio del Messina e le onorificenze
Nel luglio del 1948, attraverso una delibera del Consiglio Comunale, lo stadio di Gazzi a Messina venne intitolato alla memoria di Giovanni Celeste: la struttura ha ospitato le gare casalinghe del Messina dal 1932 al 2004, successivamente il club si trasferì al nuovo San Filippo. Attualmente lo stadio, seppur non utilizzato nè dall’ACR Messina nè dall’F.C. Messina, risulta ancora in buone condizioni e con qualche sistemata potrebbe tornare ad ospitare una delle due anime del calcio cittadino. Prima di arruolarsi, Celeste fu uno dei calciatori più forti e rappresentativi dell’Unione Sportiva Peloro, storica squadra cittadina (1919-1941) della quale fu anche capitano.
Altre onorificenze:
- Medaglia d’argento al valor militare – “Imbarcato su Sommergibili prima quale Ufficiale in 2ª e successivamente da Comandante, ha svolto per lungo tempo attività bellica con numerose, dure missioni a scopo offensivo. In acque interamente vigilate dal nemico, sotto la continua minaccia delle sue offese, si teneva tenacemente in agguato con grande ardimento e spirito combattivo e in ogni circostanza dava esemplare prova di dedizione al dovere. Mare Mediterraneo, giugno 1940-giugno 1942”. (D.P. 14 gennaio 1948)
- Medaglia di bronzo al valor militare – “Ufficiale in 2ª di sommergibile, dislocato in una base avanzata sottoposta a violenti attacchi aerei nemici, dirigeva con elevato spirito combattivo il tiro contraereo, cooperando alla difesa della piazza. Durante una missione di guerra, fatta segno l’unità ad intensa caccia avversaria, coadiuvava con slancio e perizia il comandante nella manovra di disimpegno e nella riparazione delle avarie subite. Mediterraneo Orientale, 10-30 giugno 1940”. (Regio Decreto 27 giugno 1942)
- Croce di guerra al valor militare – “Comandante di sommergibile in missione di guerra, sviluppatosi un incendio nel locale batterie accumulatori sottostante i depositi benzina, impartiva con prontezza e serenità le disposizioni atte a fronteggiare la situazione, riuscendo con efficace impiego di tutti i mezzi a sua disposizione ad evitare gravi, irreparabili, avaria all’unità”. (Determinazione del 14 gennaio 1943-XXI)
- Medaglia commemorativa delle operazioni militari in Spagna
- Cavaliere della Corona d’Italia
- Cavaliere della Corona d’Italia