Pnrr, secondo il Ministero per il Sud l’impatto sul Pil del Meridione sarà del +22.4% in 5 anni

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Secondo il ministero per il Sud, le riforme previste nel Pnrr avranno un impatto del +22.4% sul Merione nel quinquennio 2021-2026

Arrivano buone notizie per il Sud Italia in merito al PNRR. Il ministero del Sud ha rielaborato i dati del MEF riguardanti l’impatto delle riforme previste nel ‘Piano nazionale di ripresa e resilienza‘ sul Pil italiano e in particolare sul Pil del Meridione. Secondo le analisi effettuate, il Pil del Mezzogiorno crescerà nei prossimi 5 anni (2021-2026) del 22.4% rispetto al valore del 2020. Il Pil del Centro-Nord dovrebbe crescere del 13.2% mentre quello nazionale del 15.3%. Oggi il Pil del Mezzogiorno rappresenta il 22,7% di quello nazionale: nel 2026, se le misure del Piano saranno pienamente applicate, il Pil del Mezzogiorno costituirà invece il 24,1% del Pil nazionale.

Impatto del Pnrr sul PIL ITALIA:

2021 0,7%
2022 2,0%
2023 3,0%
2024 3,1%
2025 2,7%
2026 2,9%

Impatto del Pnrr sul PIL del SUD:

2021 0,9%
2022 3,1%
2023 4,3%
2024 4,3%
2025 3,8%
2026 4,2%

Impatto sulla crescita nel quinquennio:

PIL 2026 ITALIA +15,3% SU PIL 2020
PIL 2026 SUD +22,4% SU PIL 2020
PIL 2026 C-NORD +13,2% SU PIL 2020

Le proiezioni sulla ricaduta degli investimenti per il Sud del Pnrr – ha commentato il ministro Mara Carfagnaconfermano un dato rilevantissimo: nei prossimi cinque anni, per la prima volta dagli anni ‘70, si avvierà un processo di convergenza tra Sud e Centro Nord. Credo che questi numeri debbano incoraggiare tutte le amministrazioni meridionali a “sfruttare” al massimo le opportunità che offre il Pnrr: il raggiungimento dell’obiettivo dipende, adesso, dalle energie e dalle competenze che tutti i soggetti realizzatori sapranno mettere in campo. E sono convinta che le tabelle sul Pil chiudano ogni polemica sulla quantificazione e la qualitá degli interventi, che non solo sono percentualmente rilevanti (40% del totale, tra l’altro incrementabile), ma sono anche finalizzati in modo da realizzare un’inversione di tendenza che i cittadini meridionali attendono e invocano da anni”, ha concluso Carfagna.

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