Ponte sullo Stretto, l’Assessore Catalfamo: “WeBuild pronta a partire subito coi lavori, il Governo Draghi dia una risposta ufficiale”

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StrettoWeb

La Calabria aspetta una risposta dal Governo, il Ponte sullo Stretto si può fare. Le considerazioni a StrettoWeb dell’Assessore Domenica Catalfamo dopo la conferenza di ieri con l’amministratore delegato di WeBuild

Calabria e Sicilia chiedono la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, aspettano di conoscere il parere ufficiale del Governo. E’ quanto emerso ieri durante la conferenza organizzata dagli Assessori Domenica Catalfamo e Marco Falcone. L’incontro, suggerito anche dai docenti di #Lettera150, è stato un modo per il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, il presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, di discutere da vicino con l’amministratore delegato di WeBuildPietro Salini, sul tema “Grazie Ponte sullo Stretto: l’opera possibile e necessaria, per l’Italia e per l’Europa”. L’importante azienda italiana ha in mano un progetto definitivo ed approvato dal punto di vista tecnico e scientifico, aspetta soltanto il via delle istituzioni per avviare i lavori. Negli anni passati il Governo ha già speso 40 milioni di euro per la variante di Cannitello, ha avanzato un monitoraggio ambientale e ha sistemato tutti gli attacchi a terra (compresa la cantierizzazione), quindi sembra paradossale continuare a perdere altro tempo.

Queste dinamiche le conosce molto bene l’Assessore Domenica Catalfamo, ingegnere di professione, che sta lavorando in prima linea affinché l’esecutivo Draghi possa iniziare ad occuparsi in maniera concreta della realizzazione di un’infrastruttura fondamentale per l’intero Paese. “Aspettiamo che il Governo e i Ministri interessanti rispondano alle nostre proposte, perché il Ponte si può fare!”, ha affermato ai nostri microfoni l’Assessore calabrese alle Infrastrutture. L’imprenditore Salini “ci ha illustrato tutti i fondi alternativi che potrebbero esserci, WeBuild sarebbe pronta in qualsiasi momento a partire con i lavori, aspetta soltanto che qualcuno chiami”. Non si tratta più di una questione di costi eccessivi, “il professor Enzo Siviero ha fatto una qualificazione di circa 4.5 miliardi di euro, quindi questa è soltanto l’ultima delle questioni”.

Insomma, l’elemento essenziale è che ci sia la volontà politica, la quale finalmente sembra esserci. “L’istituzione di un intergruppo parlamentare è un ottimo fattore – prosegue l’ing. Catalfamo – , deputati e senatori di Forza Italia hanno portato avanti e formalizzato una serie di iniziative. Adesso si è creato un forte interesse e, bisogna ammetterlo, bipartisan”. Le possibilità che il Ponte sullo Stretto sia inserito tra le opere finanziati dal Recovery Fund sono molto minime, prendendo in considerazione le dichiarazioni dei Ministri Enrico Giovannini e Roberto Cingolani, ma senza una presa di posizione chiara del Governo è difficile tirare le somme. “Non è ancora possibile saperlo – sottolinea Catalfamo – , le Regioni non sanno ancora quali opere saranno inserite nel Recovery Plan. Aspettiamo ancora una risposta della Commissione istituita dall’ex Ministro De Micheli, la quale ancora non si è espressa ufficialmente. Avrebbe dovuto studiare le alternative al Ponte, ma tentare di valutare qualsiasi altro progetto significherebbe perdere solo tempo”.

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