Controlli sul Reddito di Cittadinanza nella fascia tirrenica della provincia di Messina. Denunciate 33 persone per l’indebita percezione del beneficio
A conclusione di specifici controlli volti al contrasto dell’indebita percezione del “Reddito di Cittadinanza”, nei comuni della fascia tirrenica della Provincia di Messina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Messina con l’ausilio del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Messina hanno denunciato in stato di libertà 33 persone ritenute responsabili di aver percepito indebitamente il sopracitato assegno statale, attivando presso l’I.N.P.S., Ente che eroga il beneficio, le procedure per la sospensione e l’eventuale revoca del sussidio. Inoltre sono in corso le specifiche verifiche finalizzate ad accertare la corretta erogazione del beneficio economico sui pagamenti in favore dagli indagati di somme pari ad oltre 140mila euro versate dall’INPS. In particolare sono al vaglio della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Patti (ME), diretta dal Procuratore, dott. Angelo Cavallo, le posizioni di 20 persone, 15 uomini e 5 donne, di età compresa tra i 21 ed i 67 anni mentre 13 persone, 7 uomini e 6 donne, di età compresa tra i 27 ed i 64 anni sono stati segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto diretta dal Procuratore dott. Emanuele Crescenti.
All’esito degli accertamenti svolti:
- i Carabinieri della Compagnia di Mistretta hanno deferito 2 uomini ed una donna che avevano omesso di comunicare all’INPS, ente erogatore, le sopravenute misure cautelari emesse a loro carico.
- i Carabinieri della Compagnia di Santo Stefano di Camastra hanno denunciato complessivamente 8 persone. A Caronia una coppia ha percepito per 9 mesi il reddito di cittadinanza omettendo di comunicare l’avvenuta applicazione nei confronti dell’uomo di un provvedimento cautelare. Inoltre a Santo Stefano di Camastra, i Carabinieri hanno denunciato 4 persone per falsità materiale commessa dal privato e truffa aggravata, poiché pur percependo il reddito di cittadinanza avevano attestato falsamente al Comune di non percepire alcun beneficio così ottenendo anche il contributo erogato dall’Ente locale per fronteggiare la situazione di emergenza.
- i Carabinieri della Compagnia di Sant’Agata di Militello hanno segnalato 5 perone, 4 uomini ed una donna, tre di questi non avevano comunicato l’applicazione nei loro confronti di una misura cautelare personale da parte dell’Autorità Giudiziaria, uno non aveva comunicato l’applicazione della misura cautelare a due familiari conviventi mentre l’ultimo aveva omesso di comunicare la variazione del reddito del proprio nucleo familiare.
- i Carabinieri di Patti hanno denunciato 4 persone che all’atto della richiesta del beneficio, non riunivano i requisiti previsti dalla normativa poiché due erano sottoposti agli arresti domiciliari, uno alla libertà vigilata ed uno all’obbligo di dimora.
- i Carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto hanno deferito sette persone. Tre soggetti, sottoposti a misure restrittive della libertà personale, hanno omesso di comunicare all’INPS il loro attuale stato detentivo mentre altri quattro indagati, sono risultati conviventi con persone sottoposte a misure cautelari detentive ed hanno omesso di comunicare all’INPS i motivi ostativi alla percezione del beneficio economico sopravvenuti.
- i Carabinieri di Milazzo hanno deferito 6 persone, 3 uomini e 3 donne, due dei quali hanno omesso di comunicare l’applicazione nei loro confronti di una misura cautelare, 2 che erano conviventi con persone sottoposte a provvedimento cautelare e 2 conviventi con persone condannate e detenute.
Il Reddito di cittadinanza, introdotto con il D.L. 04/2019 nasce con lo scopo di sostenere gli aventi diritto sia dal punto di vista economico, con l’erogazione in base ad alcuni parametri di un sussidio, sia dal punto di vista lavorativo aiutando il beneficiario a trovare un impiego. I richiedenti al momento della presentazione della documentazione sono comunque obbligati a comunicare all’INPS l’eventuale presenza di cause impeditive oppure, dopo l’erogazione del sussidio, a comunicare sopraggiunte cause ostative, come le misure cautelari coercitive personali, o variazioni della propria condizione economica che alterino le condizioni per le quali il beneficio era stato erogato.