Reggio Calabria, adesso Falcomatà cambia visione: “in città il contagio è contenuto, le restrizioni sono incomprensibili”, ma fino a novembre alimentava paura e allarmismo

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Nell’incontro con il Prefetto di Reggio Calabria, il Sindaco Falcomatà ha discusso delle problematiche legate alle pesanti restrizioni per il contenimento al Covid-19: dopo aver alimentato per mesi la caccia alle streghe, adesso si schiera al fianco dei commercianti esausti di assurde norme e limitazioni

Una situazione epidemiologica stabile e dissenso popolare che si fa sempre più pesante. E’ questo il clima che si respira a Reggio Calabria, dopo tre settimane in zona rossa. Nessuna emergenza si sta vivendo al Gom, a differenza delle provincie di Cosenza e Crotone, dove il numero di contagi e ricoveri sta destando qualche preoccupazione. Intanto oggi in Prefettura si è svolta una riunione per discutere delle problematiche legate alle pesanti restrizioni per il contenimento al Covid-19. All’incontro hanno preso parte il Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, il Sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, rappresentanti delle forze dell’ordine e delle associazioni categoria, imprenditori, commercianti e artigiani. “Abbiamo fatto il punto rispetto ad uno scenario che continuiamo a giudicare sotto certi aspetti oggettivamente incomprensibile”, ha detto al termine del vertice il primo cittadino, che poi ha aggiunto: “la Città metropolitana di Reggio Calabria è in ‘zona rossa’ nel quadro di una misura che riguarda la regione nel suo complesso. Ma il territorio reggino fa registrare un numero basso di contagi, certamente diverso da altre province calabresi. Per questo motivo ho ribadito, anche in qualità di rappresentante Anci, che il sistema dei colori con cui si contrassegnano le diverse zone a rischio, sia adottato anche all’interno dei territori regionali, con l’obiettivo di differenziare un singolo conteso da un altro”.

Se Reggio Calabria “ha contagi bassi – ha aggiunto il Sindaco Falcomatà – non può pagare un prezzo così alto in termini di chiusure, in ragione di situazioni critiche presenti in altri contesti territoriali della regione. Accanto a ciò, inoltre, abbiamo anche sottolineato con decisione la necessità di un cambio di passo radicale sul fronte del piano delle vaccinazioni. Non è possibile chiedere continui e dolorosi sacrifici a cittadini, imprenditori, commercianti, studenti senza la possibilità di avere un orizzonte temporale chiaro. Orizzonte che potremo iniziare a visualizzare solo quando avremo piena contezza di cosa si sta facendo per accelerare il piano vaccinale che, ad oggi, sta procedendo troppo lentamente. In Calabria arrivano ancora poche dosi e troppo pochi sono i vaccinatori”. E’ questo il riassunto delle proteste che si sono verificate a Palazzo Campanella qualche giorno fa, coi commercianti impegnati a chiedere a Nicola Irto e al senatore Francesco Cannizzaro di sollecitare il Governo per il passaggio della Regione in zona arancione.

Adesso anche il Sindaco Falcomatà inizia a battere i pugni per mostrare solidarietà ai commercianti, ma fino a novembre era in prima fila sui social a dare il via alla caccia alle streghe, ad alimentare inutili paure e criticare i cittadini che passeggiavano sul Corso Garibaldi nel rispetto delle poche libertà concesse. Adesso la situazione è nettamente cambiata, la gente non è più disposta ad accettare dopo un anno altre limitazione e anche la visione del Sindaco è capovolta. La preoccupazione di Falcomatà si sposta dunque sulla situazione vaccini, da qui un messaggio rivolto al Presidente Spirlì e al Commissario Longo“alla Regione Calabria rinnoviamo pertanto l’appello accorato che da giorni stiamo ripetendo, affinché si adottino tutte quelle misure che consentano di rafforzare e ampliare la rete dei punti vaccinali. Un punto, questo, su cui il Comune di Reggio Calabria ha da subito voluto fare la propria parte mettendo a disposizione dell’Asp i locali del Cedir. Ma bisogna fare di più”. “Occorre sfruttare anche le opportunità logistiche offerte dal coinvolgimento dei medici di base, delle strutture private convenzionati e della rete delle farmacie, dando seguito peraltro a precisi accordi che sono stati già siglati nei giorni scorsi dal Ministero della Salute”, ha concluso.

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