Reggina, Franco Iacopino sull’arrivo di Alfredo Aglietti come tecnico amaranto: “è una scelta strafelice”. Il ricordo dell’operazione del 1994: “è sempre stato un bravo ragazzo dai grandi valori umani”
“Sono molto felice, sia sotto l’aspetto sportivo che dal punto di vista umano“. Franco Iacopino, affermato dirigente sportivo, sempre nella Reggina dal 1962 al 2004, è entusiasta per l’arrivo di Alfredo Aglietti in riva allo Stretto come nuovo allenatore della Reggina. “Sono felice dal punto di vista tecnico perchè sono un tifoso della Reggina, la squadra della mia città, e Alfredo ha già dimostrato di essere un grande allenatore; sono strafelice sotto il profilo umano perchè ad Alfredo mi lega un rapporto speciale“, confida Iacopino ai microfoni di StrettoWeb.
“E’ un allenatore di fascia A – prosegue Iacopino – ha allenato squadre importanti, sempre raggiunto i playoff e con il Verona ha anche ottenuto una promozione contro ogni pronostico. Ha tutto il curriculum per fare non bene, ma benissimo. Gli auguro il meglio sulla panchina amaranto, sia per lui che per la Reggina che è la squadra del mio cuore. Anche Aglietti ha fatto una scelta di cuore. So che non gli sono mancate le offerte, anche grandi. Aveva occasioni in piazze importanti e credo abbia scelto Reggio sia perchè Massimo Taibi è riuscito a convincerlo, sia perchè in effetti lui ha riservato a Reggio una parte del suo cuore e del suo entusiasmo, ricordando quegli anni in riva allo Stretto in modo molto felice. Non dimentichiamoci che è proprio Alfredo Aglietti ad aver segnato ad Avellino quel famoso gol che ci ha consentito poi di andare in serie B”.
Franco Iacopino ricorda l’operazione di mercato con cui la Reggina ha portato un giovanissimo Aglietti dal Pontedera a Reggio nell’estate 1994: “credo che il merito del suo arrivo a Reggio sia esclusivamente di Gabriele Martino, che ha fatto un’operazione importantissima per la società. Aglietti aveva 24 anni e Martino lo aveva visto in un’amichevole del Pontedera, che militava in serie C2, contro la Nazionale prima dei mondiali 1994. In quella partita Aglietti fece addirittura un gol, quello decisivo per la vittoria della formazione toscana sulla Nazionale di Sacchi che poi sarebbe arrivata in finale contro il Brasile ai Mondiali americani. Martino quindi decise di puntare su di lui per quell’attaccante da doppia cifra che serviva alla Reggina che militava in serie C1 e voleva andare in serie B nella stagione di Zoratti allenatore e Giacomo Ferri vice. Ma i dettagli dell’operazione sono particolarmente rilevanti: la Reggina riuscì a fare col Pontedera uno scambio ottenendo Aglietti più tanti soldi, grazie alla cessione ai toscani di Mollica, un attaccante che la Reggina aveva preso dal Catanzaro l’anno precedente. Non solo Aglietti, quindi: nelle casse amaranto arrivò dal Pontedera anche un ricco conguaglio. Credo che quella di Aglietti sia stata una delle operazioni più importanti di tutta la carriera di Gabriele Martino. Non solo ha portato alla Reggina un ragazzo dalle grandi qualità tecniche, aderenti al progetto, che ha fatto tantissimi gol, addirittura 20 gol, diventando capocannoniere del torneo, ma ha anche consentito al club amaranto di fare una bella plusvalenza quando l’ha rivenduto al Napoli, dando vita ad una carriera importante per l’attaccante. Aglietti è stato un calciatore di primissima fascia anche sotto il profilo umano. E’ un toscano ma non sembrava un toscano, perchè i toscani in genere sono gente difficile di carattere, sono chiacchieroni, estroversi. Quando ti arriva un ragazzo dalla Toscana di solito devi faticare a gestirlo per quanto è esuberante. Aglietti, invece, sembrava un anti toscano, credo sia il complimento migliore che si possa fare al nuovo allenatore della Reggina“.
Iacopino ha provato ad ingaggiarlo da tecnico qualche anno fa al Modena: “Sì, ho una stima infinita e immensa nei suoi confronti. Quando sono stato a Modena, insieme a Taibi, lo volevamo come allenatore. Lui veniva dal Novara e avrebbe rinunciato a qualcosa pur di poter stare con noi, per avere il suo ambiente ideale, perchè è molto legato a valori importanti. Purtroppo a Modena eravamo in una società che aveva budget davvero limitatissimi, e non ci hanno consentito di permetterci un allenatore importante come Aglietti costringendoci a ripiegare su soluzioni interne dettate dalle difficoltà economiche. Aglietti ha allenato piazze molto importanti come allenatore, da Empoli a Novara, da Verona sponda Hellas al Chievo, e anche quest’anno avrebbe vinto i playoff se non avesse avuto i problemi legati agli infortuni e al Covid che gli hanno decimato la squadra proprio negli spareggi. Quindi ribadisco, la scelta della Reggina di puntare su di lui è un’intuizione felicissima e auguro ad Aglietti grandissimi successi, sia per l’uomo che stimo molto e ritengo di primissima fascia, sia perchè è l’allenatore della squadra della mia città, per cui faccio il tifo ogni domenica“.