Reggio Calabria: il viaggio di StrettoWeb all’interno del Museo del Mare di Zaha Hadid, l’opera da 53 milioni inserita nel Pnrr del Governo
A piccoli passi, ma forse è la volta buona. Tra grandi proclami, dietrofront, polemiche, botta e risposta, dopo oltre 13 anni vedremo finalmente il Museo del Mare di Zaha Hadid non solo su plastico o in fotografia, ma anche nella realtà. La grande e futuristica opera realizzata dall’architetto iracheno, e presentata a Londra nel 2009 dall’allora Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti, era stata inizialmente accantonata dalla giunta Falcomatà, ma il primo cittadino qualche giorno fa l’ha annunciata: è stata inserita dal Governo tra le 14 opere del “Piano strategico Grandi attrattori culturali” delle Città Metropolitane del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Un finanziamento da 53 milioni di euro che servirà a rilanciare il centro cittadino, lo strategico ruolo del mare e quello funzionale dello Stretto, nell’ottica – si spera – della realizzazione del Ponte che tanti consensi positivi sta raccogliendo.
Come sarà il Museo del Mare di Reggio Calabria? Viaggio all’interno del mastodontico edificio
Grandi passi sono stati dunque compiuti, se si pensa che fino a poco tempo fa l’opera sembrava accantonata definitivamente, ma ora è il momento di passare ai fatti. Come sarà il Museo del Mare? Attraverso il viaggio di StrettoWeb, andiamo a vedere tutto quello che c’è da sapere, riprendendo alcune parti del progetto iniziale, quello di più di 10 anni fa.
Iniziamo con il sottolineare che, nell’ampio e completo progetto pensato da Zaha Hadid, erano inclusi due grandi edifici, dislocati in due diverse – seppur vicine – aree del centro di Reggio. Nella zona portuale, il Museo del Mare appunto, con il Waterfront (e i nuovi parcheggi) già realizzato e in attesa di inaugurazione; nella zona più centrale, più precisamente sotto la Villa Comunale, un centro polifunzionale che avrebbe cambiato volto alla stazione centrale e a tutta la zona Sud del centro, collegando la Villa Comunale all’area Tempietto e al ponte Calopinace. Quest’ultimo lavoro, almeno per il momento, non verrà realizzato, ma la speranza è che un domani non troppo lontano possa essere rispolverato, così come accaduto per il Museo del Mare.
L’aspetto geografico e la strategica posizione
Su quest’ultima opera, ovviamente, si concentrerà il nostro approfondimento. Il mastodontico edificio rivoluzionerà infatti l’area nord del centro, completando il progetto già mandato avanti dai parcheggi in zona porto e dal Waterfront. Da un punto di vista geografico e di posizionamento, l’obiettivo principale, oltre che cogliere la bellezza estetica dell’opera, ha l’obiettivo di rafforzare tutto ciò che vi si trova intorno, inclusi i vari locali e punti di ritrovo. “Monumento alla grandiosità della cultura mediterranea e simbolo di Reggio Calabria – si legge in alcuni stralci di quello che è il progetto – il Museo del Mediterraneo si rivolge alla città offrendo i suoi fronti più belli al mare: verso la Sicilia ad ovest, e verso l’ingresso al porto turistico, sul lato nord- est. La localizzazione del Museo, al confine con il porto turistico, garantisce la conclusione ideale della passeggiata urbana. Questa, attraverso il distretto turistico ricettivo nord in continuità con il lungomare attuale, si raccoglie sulle piazze pubbliche al di sotto del grande atrio d’ingresso e protette dai volumi del Museo”.
E qui che entra in gioco anche l’area attorno al grande monumento, sfruttata dalla presenza del Waterfront: “Questo sistema di piazze – spiega il progetto – è un luogo ideale per lo svolgimento di attività all’aperto più o meno legate all’attività del museo, per eventi di vario genere e rappresentazioni. Questa scelta architettonica vuole garantire la migliore connessione tra il nuovo distretto ricettivo nord, la spiaggia in continuità urbana con la città, il lido comunale e gli alberghi attualmente in costruzione sul lungomare. Allo stesso tempo, però, consente di conservare il carattere e la scala urbana dell’attuale quartiere dei pescatori con una serie di locali, ristoranti ed attrezzature per il tempo libero di supporto alla spiaggia. Un altro aspetto importante di questa localizzazione risiede nella possibilità di salvaguardare il più possibile il carattere naturale della spiaggia intervenendo con strutture adeguate (attrezzature leggere per la balneazione, piccoli locali per il ristoro e un villaggio turistico alla confluenza delle fiumare)”.
L’aspetto architettonico: la forma, le aree espositive, i ristoranti, gli uffici e l’acquario
Dal punto di vista geografico a quello prettamente architettonico. Come si intende costruire il monumento sotto ogni aspetto? “La forma del museo del Mediterraneo – si specifica – è vagamente ispirata a quella di una stella marina. La particolarità di questa risiede nella regolarità stereometrica dei raggi che si articolano a partire dal corpo centrale. Questa peculiarità della forma, per la sua simmetria radiale, pur offrendo le caratteristiche di un organismo complesso, sempre diverso e in grado di offrire paesaggi interni nuovi e sorprendenti, garantisce una continua possibilità di orientamento, sia all’esterno che all’interno. Il percorso museale, in particolare, ne è particolarmente avvantaggiato, consentendo di organizzare un circuito espositivo chiaro ed esaustivo e in grado di raggiungere i diversi padiglioni e le funzioni accessorie in modo intuitivo”.
“Il percorso museale inizia dall’ingresso del piano terra da dove, una volta visitata la galleria per la collezione permanente e l’area della comunicazione, è possibile iniziare la visita lungo il circuito ad otto che porta ai padiglioni per le esposizioni speciali“. E a proposito di esposizioni, l’idea – perlomeno di allora – era quella di inserire, nell’area panoramica maggiormente esposta da ogni lato, i Bronzi di Riace: “Questa è l’area espositiva per eccellenza del museo – si legge – Pensata per la mostra di opere d’arte di straordinario valore, quali potrebbero essere i Bronzi di Riace, nell’ipotesi di un loro spostamento. Con le spalle alla città, nel punto più in alto del museo, illuminate dalle vetrate laterali e dall’alto, le statue si rivolgerebbero verso il mare attraverso la grande vetrata affacciata sull’atrio pubblico dell’ingresso”.
Dalle aree espositive a quelle ristoro: “Dalla loggia superiore si scende attraverso una rampa alla quota +7.00(+12.00slm), sul livello di scambio tra le due ali superiori del museo. Qui si trovano i locali per il ristoro aperti sulla terrazza superiore, di fronte ai generosi uffici dell’amministrazione. Dal piano di scambio, sul lato opposto dell’otto espositivo, si risale una rampa simmetrica alla prima fino ad un’altra loggia per le Esposizioni Speciali. Da questa si scende lungo la scala principale al piano terra dove termina il percorso espositivo. Oppure si imbocca il passaggio per l’Acquario: un camminamento in quota riservato ai visitatori che hanno acquistato il biglietto completo e che, toccando le parti più pubbliche dei locali dei Laboratori di Restauro e dell’Archivio, scende fino al livello superiore dell’acquario”. Dopo parte espositivo e ristori, dunque, si arriva a quella più esterna, che include Laboratori di Restauro, Archivio e Biblioteca, con la “chicca” finale dell’Acquario.
Laboratori per il Restauro “I Laboratori per il Restauro sono stati organizzati in modo da essere parte integrante del museo e allo stesso tempo del tutto indipendenti. Ai Laboratori si accede dall’ingresso principale del museo attraverso il passaggio lungo la suggestiva ala per l’esposizione delle opere del laboratorio, oppure direttamente da fuori, tramite un accesso indipendente e comune all’archivio, situato nella grande piazza a sud. Da qui si accede ad una hall interna, in prossimità della corte sud. La parte specializzata dei laboratori è organizzata su due livelli, in parte intorno all’atrio sud da cui prendono luce e in parte affacciati sull’atrio dell’ala per le esposizioni del Laboratorio”.
Archivio “L’ingresso alla parte pubblica dell’archivio avviene dal livello 0.00(+5.00slm), in corrispondenza della hall centrale dei Laboratori di Restauro. Da qui si sale al primo livello, a quota +3.80(+8.80slm), dove si trovano le sale di consultazione pubbliche, mentre la parte inferiore è dedicata alla conservazione”.
Biblioteca “La biblioteca è stata organizzata intorno alla grande corte ovest per le esposizioni all’aperto. La biblioteca si articola su due livelli: il piano terra, accessibile indipendentemente dalla Piazza nord, in prossimità dello shop e il livello intermedio a quota +4.50(+9.50slm)”.
Acquario Come sopracitato, una delle zone più affascinanti dell’edificio sarebbe senza dubbio l’acquario, “pensato – si legge – come un ambiente indipendente rispetto al museo”. Si tratterebbe di una delle maggiori attrattive, nonché un’assoluta novità nella nostra città: “Situato nel braccio più esterno, in corrispondenza della piazza a sud del museo, l’acquario rappresenta un’attrattiva di sicuro effetto sui visitatori – spiega il progetto – garantendo la costante presenza di pubblico e la migliore vitalità della piazza d’ingresso. Il percorso dell’acquario parte dal livello 0.00(+5.00slm) e sale a quota +3.80(+8.80slm), dove si congiunge con il percorso di collegamento con il museo. Da qui inizia la parte didattica dell’esposizione attraverso una successione di sale per la comunicazione, per le ricostruzioni multimediali, e per le vasche minori. Al temine di questo primo anello espositivo si scende di nuovo al piano terra e si inizia il percorso delle vasche che si conclude in prossimità del negozio/bookshop e della caffetteria”.
Prima di concludere, è necessario specificare come trattasi di un curioso “viaggio” facendo fede a quello che era il progetto iniziale del Museo del Mare, escludendo il centro polifunzionale. Le eventuali modifiche, se ci saranno, non sono ancora di pertinenza pubblica. Qualora non si dovesse invece ritoccare nulla, è così che dovrebbe venir fuori questa grande opera.
Quando inizieranno i lavori del Museo del Mare di Reggio Calabria e in quanto tempo verrà realizzato?
E’ la domanda più frequente sin dal giorno dell’annuncio, ma anche quella di cui non si ha risposta certa, per il momento, per via dei tempi prematuri e per l’assenza ancora pratica dei fondi, oltre ad altri aspetti burocratici da limare. Ragionando per logica, considerando che l’opera è stata inserita nel PNRR, dovrebbe concludersi entro il 2026. Per quanto riguarda i tempi di realizzazione dall’inizio dei lavori, Giuseppe Scopelliti – nel giorno della presentazione del progetto a Londra nel 2009 – parlò di circa 3 anni. Ipotizzabile dunque pensare che non si vada oltre il 2023, ma la speranza – facendo comunque, e purtroppo, fede alla burocrazia tutta italiana – è che si possa cominciare già prima, per vedere tra qualche anno completa un’opera che potrebbe rivoluzionare il volto cittadino di Reggio Calabria.