Riportiamo di seguito l’intervista che il mezzosoprano Chiara Tirotta ha rilasciato per StrettoWeb in vista della “Petite Messe Solennelle” che si terrà il prossimo 1 giugno presso la chiesa di San Giorgio al Corso “Tempio della Vittoria” di Reggio Calabria
Si terrà il prossimo 1 giugno 2021 presso la chiesa di San Giorgio al Corso “Tempio della Vittoria” di Reggio Calabria la “Petite Messe Solennelle” di Rossini. Per l’occasione abbiamo il piacere e l’onore di intervistare Chiara Tirotta: un giovane ma molto talentuoso mezzosoprano reggino che, da qualche anno ormai ha intrapreso una fiorentissima carriera in tutta Italia ed Europa. In particolare, guardando al suo repertorio, noto chiaramente come Rossini sia, autenticamente, il suo campo; o sbaglio? “Assolutamente! Nella mia formazione ho infatti avuto anche la fortuna e l’onore di prender parte all’accademia Rossiniana di Pesaro; nella quale (mi sento di poterlo affermare con sicurezza) mi sentivo davvero a casa! Adesso, sì, che dire! Sono davvero molto felice di cantare in questa opera che ritengo, personalmente, davvero stupenda! Quando ho infatti ricevuto la convocazione non ci stavo nella pelle, ero strafelice; e per diversi motivi: per la bellezza dell’opera, in primis (e, in particolare, credo sia nella fattispecie bellissima la parte del mezzosoprano!), che credo di adorare anche dal momento che la ritengo, di fatto, un’opera musicale “completa”, essendo infatti l’unica sacra di Rossini ed è caratterizzata dall’essere estremamente variegata e “policroma”. Ma anche perché sono molto gioiosa di cantare nella mia città con il “mio coro”: il coro “F. Cilea”. Con questo grandissimo ente musicale, che quest’anno compie i suoi primi 40 anni di vita, ho infatti messo per la prima volta piede in palcoscenico; e al coro Cilea, al maestro Bruno Tirotta e a Marcello Siclari devo tanto!”.
Dunque, Chiara Tirotta, mi sorge adesso spontaneo chiederle: il suo background rossiniano, qual è? E inoltre: ha mai cantato nella Petite o è il suo debutto nell’opera? “Ho avuto il piacere e l’onore di cantare per la prima volta la Petite ben lontana dalla mia Reggio: ho infatti debuttato in Ungheria, in un festival di musica sacra presso la cittadina di Szekesfehervar (a mezz’oretta circa di treno da Budapest); poi, oltre questa trasferta all’estero, ho avuto anche l’onore di cantarla a Parma. Beh, poi, per quanto riguarda il mio repertorio rossiniano: diciamo che è abbastanza variegato, spaziando dalla Marchesa Melibea del “Viaggio a Reims”, alla triade “Cenerentola”, “Barbiere di Siviglia” e “Italiana in Algeri” (opera, questa, che non ho però avuto la fortuna, effettivamente, di cantare, essendo stata programmata per marzo 2020: però, beh, sappiamo tutti cosa è successo in quel mese, ed è saltata!); quindi, come si può capire abbastanza bene, per ora sono di fatto più sul buffo! Inoltre, devo confessare che amo il Rossini buffo e, in particolare, le protagoniste del Rossini buffo: specificamente, riconosco che ho un debole per il personaggio di Isabella, in “Italiana”; un personaggio in cui, in parte, anche mi rivedo! Ad ogni modo, ho avuto anche la fortuna di cantare anche già del Rossini serio, oltre la Petite: ho infatti cantato nell’Ermione al “San Carlo” di Napoli”.
Chiara Tirotta, oltre ad essersi formata presso l’accademia Rossiniana di Pesaro, nel suo background lei annovera anche la formazione presso l’accademia della Scala; ce ne vuole un po’ parlare? Ed inoltre; ci vuole dire qualcosa dei suoi imminenti progetti? “Con piacere! È stata questa, per me, un’esperienza estremamente formativa e che tanto mi ha dato, per quanto sto svolgendo adesso; con essa, inoltre, ho avuto il piacere e l’onore di prender parte a diverse realizzazioni: tra tutte, Rosina nel “Barbiere di Siviglia”, “Cenerentola” e Dorabella nel “Così fan tutte” mozartiano (in una rappresentazione, tuttavia, realizzata al “Carlo Felice” di Genova): ruolo, quest’ultimo, cui sono peraltro particolarmente affezionata, avendolo anche inscenato al teatro Cilea di Reggio nell’ottobre 2019; oltre che, anche, in una messinscena realizzata dal “San Carlo” di Napoli e rappresentata anche al Dubai Opera. Alla Scala, poi, ho avuto il grande onore di cantare in alcune messinscene: tra tutte, “L’enfant et le sortileges” di Ravel ed in una “Traviata”, nel ruolo di Annina (con illustri protagonisti, accanto a me: la Netrebko nel ruolo di Violetta, Francesco Meli nel ruolo di Alfredo, Leo Nucci in quello di Giorgio Germont; con la illustre bacchetta, inoltre, di Nello Santi) e nella “Cena delle beffe” di Giordano. Poco prima dello scoppiare della attuale pandemia, poi, nel gennaio 2020 vinsi, con il ruolo di Rosina, il celebre concorso lirico AsLiCo; “Barbiere”, dunque, questo, che verrà presto messo in scena. Per fortuna, infatti, ho del lavoro già dal prossimo luglio: canterò infatti nel “Signor Bruschino” del Rossini Opera Festival 2021, nel “Barbiere” di cui parlavo poc’anzi; inoltre, inscenerò nuovamente, al teatro Filarmonico di Parma, innanzitutto il ruolo di Dorabella nel “Così fan tutte” mozartiano; in dicembre, poi, sempre a Parma, prenderò parte a dei concerti di operetta e, a gennaio 2022, nel ruolo di Mercedes nella “Carmen” di Bizet.
Non poi posso lamentarmi nemmeno per quanto riguarda il periodo appena trascorso; nello scorso febbraio 2021 ho cantato presso il Teatro Filarmonico di Verona nel ruolo di Rosina del “Barbiere di Siviglia” rossiniano (evento, questo, naturalmente avvenuto a porte chiuse barbiere e trasmesso in streaming, che ha potuto anche godere della regia di Pierfrancesco Maestrini e che è peraltro ancora visibile online, su YouTube!). Beh, inoltre, avendo menzionato il “San Carlo”, mi viene in mente come abbia anche cantato, presso questo illustre teatro, nel ruolo di Suzuki nella “Butterfly” pucciniana”. Suzuki? Un ruolo molto diverso dalle Rosine e Isabelle del Rossini degli anni ’10, non crede? Complimenti, allora, per la sua versatilità e per la sua poliedricità! “Ma grazie! Sì, ho il piacere di cimentarmi anche in ruoli che un po’ esulano dal mio repertorio tradizionale! Quello cui tengo particolarmente, infatti, è più che altro il fatto che anche se mi ritrovi a cambiar repertorio (passando ad esempio, come in questo caso, da Rossini e Mozart a Puccini), preferisco sempre mantenere una linea di canto morbida, naturale, senza “falsare” dunque i suoni in base al compositore; ad esempio, anche il ruolo di Suzuki l’ho cantato seguendo questi dettami. La voce della Petite, inoltre, è per contralto; eppure, eh, io sono un mezzosoprano! Secondo me, quindi, la voce è un qualcosa di naturale, che non va adattato necessariamente ad un repertorio; senza modificare e rendere artificioso il modo di cantare e di porgere la voce. Benchè infatti, ad esempio, il Rossini buffo vada interpretato in modo più leggero e brioso, mentre in Puccini vi sia un fraseggio diverso, la voce va secondo me sempre posta in modo naturale”.
Che dire: dal basso della mia “competenza” di semplice appassionato di opera e “melomane incallito” non posso che condividere il suo pensiero e questa sua riflessione! Ad ogni modo, a chiosa di questa fruttuosa discussione, la ringrazio ancora e le faccio un sincero in bocca al lupo, per questo evento e per la sua carriera tutta!