Lo “schianto”, l’atto di coraggio, le certezze (e le incertezze) di Luca Gallo: cosa ci ha detto la conferenza del presidente della Reggina

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La conferenza stampa del presidente della Reggina Luca Gallo in quattro punti: l’analisi delle parole del patron amaranto

In una delle sue prime conferenze disse che il presidente di una squadra di calcio deve parlare poco durante una stagione. Nei momenti difficili o per annunciare qualcosa di importante, bello, brutto o clamoroso. Ma anche semplicemente per fare il resoconto finale. Un po’ come oggi. Il patron della Reggina Luca Gallo ormai iniziamo a conoscerlo un po’ meglio. Mai banale, vulcanico, esplosivo, sicuramente non noioso, riesce sempre a innescare spunti che per noi giornalisti sono manna dal cielo. Le sue dichiarazioni, in circa due anni e mezzo, hanno lasciato dietro sempre qualcosa di importante.

Oggi di annunci ce ne sono stati pochi, anzi nessuno. Ma si sapeva, lo avevamo scritto. Con Baroni è stato fatto il primo passo e si attende adesso risposta, che difficilmente sarebbe potuta arrivare nella giornata odierna. Si è fatto più un bilancio sulla stagione andata in archivio con lo sguardo al futuro e alla prossima. Spunti? Comunque tanti e interessanti. Potremmo classificarli in quattro categorie, quelle del titolo: lo “schianto”, l’atto di coraggio, le certezze e le incertezze.

  • Lo “schianto” in teoria sarebbe l’impatto, la botta, ma in questo caso – alla “rriggitana” – potrebbe assumere anche il valore che tutti conosciamo realmente: “u schiantu”, la paura. Alzi la mano chi non ha esitato un attimo alla risposta alla prima domanda: “Il futuro di allenatore e ds? Questa considerazione potrebbe valere anche per me. Non sono i personaggi che fanno la Reggina. Loro vanno via, ma lei resta sempre”. Un po’ ha fatto riflettere, così – appunto – d’impatto. Ma il presidente ha abituato a riflessioni forti, a porsi e a porre domande di un certo eco mediatico, a far parlare di sé con dichiarazioni in cui dice e non dice. Il suo futuro (che è quello prossimo, e non tra 50 anni) è la Reggina, ma non per sempre. Lui è un personaggio della storia attuale e che rappresenta la storia attuale di questo club, un protagonista importante come tanti altri lo sono stati e lo saranno. Giusto così. Ma ora è la Reggina che vuole difendere, “l’unica cosa bella che ho nella vita” (e questo dovrebbe bastare).
  • L’atto di coraggio: non ha paura di dire le cose, Luca Gallo. Tante volte è stato osannato o criticato per qualche considerazione o gesto forte. Su qualcosa ha imparato a gestirsi, di qualcos’altro non si è mai pentito. Anche solo chiedersi pubblicamente perché non è stato fatto nulla per aiutare i presidenti dalla B in giù a rimpiazzare le perdite di mancati incassi da botteghino e sponsor è un atto di coraggio. Anche solo chiedersi perché in questo anno e mezzo abbiamo visto luoghi al chiuso strapieni notte e giorno e stadi grandi e all’aperto sempre chiusi è un atto di coraggio. Farlo pubblicamente, lanciando un messaggio al mondo del calcio e ai colleghi, è un bel segnale, soprattutto perché si scontra con i virologi da bar, con i sostenitori del “chiudiamo sempre tutto e subito” o del “la gente muore e voi pensate agli stadi”. “Un’altra stagione così non si può”. Lo sa bene lui (e lo dice), lo sanno bene tutti gli altri presidenti, ma in pochi si espongono. Preferiscono nascondersi nella diplomazia, nell’eleganza e nel politicamente corretto. Tra quattro mesi, se le cose non cambieranno (ma speriamo che non sia così), si uniranno tutti al suo pensiero. Ma forse sarà troppo tardi.
  • Le certezze sono legate alle strategie di mercato. Su questo punto forse c’è sempre stata assoluta convinzione, a prescindere dalle scelte. La prima campagna acquisti in assoluto è stata quella dei grandi colpi. Quella della scorsa estate è stata quella dei nomi roboanti da rilanciare. Quella che verrà sarà più “soft”. Oculata, logica, funzionale alla disponibilità delle casse, alla stagione senza entrate e con molte perdite e alle richieste tecniche della B. E poi un’altra certezza è Baroni, ma si attende di essere ricambiati (“Spero di aprire un ciclo con lui”). Finito con le certezze? No! C’è un atto che in quanto a certezza, determinazione e convinzione non è secondo a nessuno: “A me piace decidere da solo su ciò che riguarda la mia vita. Il mio lavoro è prendere decisioni, non riuscirei a confrontarmi in maniera civile con un altro socio. E’ letteralmente impossibile che qualche socio, anche di minoranza, possa entrare in società. Non può essere e non sarà mai”.
  • Baroni è una certezza ma è anche la prima incertezza. Non perché non fosse convinto (questo non lo sappiamo) ma semplicemente perché non ha ancora fatto sapere nulla alla società. Si è preso il giusto tempo per decidere. Ad oggi è un punto interrogativo. Così come il grande dubbio, che si ricollega al secondo punto: cosa ne sarà, a fine agosto, delle decisioni sui tifosi allo stadio? Pur avendo “smosso le coscienze”, pur con la speranza che contraddistingue tutti, anche questa ad oggi è un’incertezza. Ma speriamo presto di poterla risistemare al terzo punto.

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