Scoperta l’esatta posizione della faglia del terremoto del 1908, il Prof. Barreca: “una rassicurazione per i cittadini e per chi dovrà costruire il Ponte”

StrettoWeb

Il Prof. Barreca è il coordinatore della ricerca ‘The Messina Strait: Seismotectonic and the Source of the 1908 Earthquake’, pubblicata sulla rivista internazionale Earth-Science Reviews

Si tratta oggi di una giornata storica per l’area dello Stretto. Sulla prestigiosa rivista internazionale Earth-Science Reviews è stato infatti pubblicato lo studio sui fondali marini che si trovano tra la Sicilia e la Calabria, e per la prima volta si fa luce sull’ubicazione e le caratteristiche geometriche della faglia da cui si originò il devastante sisma che nel 1908 provocò oltre cento mila morti tra Messina e Reggio“Il lavoro parte dall’utilizzo di moderne tecnologie già ampiamente conosciute, ma per la prima volte utilizzate per studiare l’area dello Stretto di Messina, che è un’area molto trafficata dal punto di vista marittimo, quindi acquisire questi dati non è sempre facile. Insieme ad un gruppo di ricerca tedesco abbiamo acquisito la radiografia di ciò che è presente sotto il fondale marino e abbiamo visto in modo inequivocabile una profonda spaccatura della crosta dell’area dello Stretto. Con tecnologia siamo riusciti a seguire questa struttura ed a mapparla in tutta la sua dimensione”, ha spiegato ai microfoni di StrettoWeb il Prof. Giovanni Barreca, coordinatore della ricerca e docente presso l’Università di Catania.

Il Dipartimento siciliano è il protagonista di questa importante scoperta, avvenuta insieme alla collaborazione con l’Università di Kiel (Germania) e dall’Osservatorio etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. “L’aspetto più importante – sottolinea il Prof. Barrecaè che siamo riusciti a conoscerla la lunghezza di questa struttura. E’ molto importante infatti conoscere la relazione tra la lunghezza di una faglia e il terremoto massimo che questa può generare. La faglia dello Stretto di Messina è lunga 34,5 km, secondo la relazione questa è in grado di causare un sisma di M. 6.9 della scala Richter, che è un’energia molto simile a quella del terremoto verificatosi nel 1908. La magnitudo stimata è appunto tra 6.8 e 7.1. Nel raffronto, abbiamo notato subito la presenza evidente di una faglia attiva, il cosiddetto Canyon di Messina. Quando si vede che il fondo mare è dislocato da una struttura tettonica, allora significa che quella faglia si è mossa recentemente, in termini geologici”.

La ricerca ‘The Messina Strait: Seismotectonic and the Source of the 1908 Earthquake‘ interessa molto anche perché nell’ultimo periodo si è tornato a parlare in maniera molto concreta del Ponte sullo Stretto. Il progetto definitivo, quello a campata unica, non entra a contatto con questa faglia. Il Prof. Barreca però ci tiene a fare delle precisazioni: “i dati da noi raccolti sono molto importanti per chi vuole progettare questo tipo di infrastrutture perché noi indichiamo la posizione della faglia con precisione quasi atomica, tale per cui chi va a progettare sa che l’opera dovrà resistere ad una magnitudo superiore a 6.9, chiamato in ingegneria il “terremoto di progetto””. Lo studio ovviamente deve anche valere come “concetto psicologico” perché “le paure si superano attraverso la conoscenza. Per la popolazione sapere, dopo oltre cento anni, dove si trova quella struttura che provocò la catastrofe sismica, sapere che adesso c’è la possibilità di andare a monitorare se questa faglia si muove ancora o meno con determinate tecnologie e che quindi gli studiosi ora potranno continuare a monitorarla è un grandissimo passo in avanti”.

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