La suggestiva festa di Sant’Oliva a Pettineo: dall’apoteosi alla processione, una celebrazione fra storia, leggenda e tradizione
Il Sud Italia è particolarmente legato alla religione. Sono molteplici le celebrazioni che, in diverse parti dell’anno, omaggiano la figura di Gesù, della Madonna o dei principali santi del culto cristiano in eventi che coinvolgono intere città e paesi. In Sicilia esistono diverse usanze davvero particolari che fanno parte della storia e della tradizione dell’isola. Merita un interessante approfondimento quella di Sant’Oliva, patrona di Alcamo, Cefalù, Monte San Giulia, Raffadali, Termini Imerese, Trivigliano e soprattutto Pettineo (Messina).
Sant’Oliva, la martire sopravvissuta fra bestie, violenze e persecuzioni
Quando nel 454 Genserico, re dei Vandali, conquistò la Sicilia e occupò Palermo, la giovane offrì il proprio conforto ai cristiani che venivano martirizzati dagli invasori. Alla ragazzina non toccò la stessa sorte: Oliva venne inviata a Tunisi dal governatore Amira che tentò in ogni modo di piegarne la fede e la forza d’animo. L’uomo, vedendola compiere miracoli e convertire i pagani, la inviò in un luogo deserto, in mezzo a leoni, serpenti e dragoni affinchè venisse uccisa dalle bestie o dalla fame. Oliva visse in tranquillità per due anni, fra gli animali che si prostravano a lei. Un giorno due uomini di Tunisi, giunti sul posto per una battuta di caccia, provarono a violentarla, ma la giovane convertì anche loro professando la parola del Signore. Amira, venuto a conoscenza dei nuovi miracoli della ragazza, decise di farla arrestare e poi martirizzare: la fece flagellare, scarnificare sull’aculeo e infine bruciare nell’olio bollente. La ragazza non soffrì alcuna pena. A 15 anni, il 10 giugno del 463, venne decapitata.
La festa di Sant’Oliva a Pettineo: ‘A vutata di l’altari’ e la processione
A Pettineo, paese in provincia di Messina, la festa viene celebrata i primi di maggio e non il 10 giugno. Il motivo risale alla consegna della reliquia della Sant’Oliva da parte del Monsignore Ruiz di Messina ad un padre cappuccino pettinese, risalente al 2 maggio 1663. Ogni anno, le celebrazioni iniziano con la novena in onore della martire, la processione della reliquia contenente un frammento del corpo della Santa e la benedizione delle campagne. Il 3 maggio avviene la ‘calata della bannera’: uno stendardo di color porpora che raffigura Sant’Oliva viene portato davanti al Crocifisso in Piazza Duomo, dove i pettinesi si inchinano o lo seguono fino alla chiesa intitolata alla Patrona.