Le Ricette di StrettoWeb – Pizza alla ‘nduja, cipolla rossa di Tropea e provola silana

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Le ricette di StrettoWeb: ricetta e tradizione della pizza alla ‘nduja, cipolla rossa di Tropea e provola silana

Un condimento “tutto calabrese” dal sapore deciso e piccante quello di questa pizza! Simbolo indiscusso della Calabria la ‘nduja di Spilinga DOP è un insaccato piccante a base di carne di maiale e peperoncino che nasce dal bisogno di utilizzare anche le parti meno pregiate del maiale di cui soprattutto in passato “…non si buttava via niente…”. Così saporita che ne bastano piccole quantità per trasformare qualunque piatto la ‘nduja è conosciuta ed apprezzata ovunque! E cosa dire della cipolla rossa di Tropea? Ortaggio unico ed inimitabile definito “oro rosso di Calabria” la Cipolla rossa di Tropea IGP, introdotta dai Fenici 2500 anni fa, si distingue non solo per la particolare dolcezza dovuta al microclima delle aree di coltivazione ma per le straordinarie proprietà nutraceutiche: è infatti remineralizzante, antinfiammatoria, antibiotica, depurativa, diuretica ed antiossidante grazie alle antocianine, preziose sostanze che le regalano il colore rosso acceso. La provola silana squisita sulla pizza fatta in casa, nella pasta al forno o nel gateau di patate è utilizzata in moltissime preparazioni ed è un antico prodotto caseario calabrese. 

Difficoltà: media

Preparazione: 25 minuti

Cottura: 25 minuti + 3 ore di lievitazione

Porzioni: 1/2 persone

Costo: basso

INGREDIENTI

200 gr. di farina 0

3 cucchiai di olio extravergine di oliva

7 gr. di lievito di birra

½ cucchiaino di zucchero

120 ml di acqua

Pomodori pelati q.b.

100 gr. di ‘nduja

100 gr. di provola silana

1 cipolla rossa di Tropea

1 rametto di origano

1 ciuffo di basilico

1 pizzico di sale

Preparazione

Versate la farina a fontana ed aggiungete il lievito sciolto in acqua tiepida insieme a ½ cucchiaino di zucchero. Impastate aggiungendo l’olio extravergine di oliva e per ultimo il sale sciolto in poca acqua. Lavorate l’impasto fino a renderlo omogeneo e lasciatelo riposare per circa 2 ore a temperatura ambiente. Nel frattempo, schiacciate i pomodori pelati, salateli ed insaporiteli col basilico. Al termine delle 2 ore di riposo stendete l’impasto su una teglia rotonda precedentemente oleata e ricopritelo con la salsa di pomodoro. Lasciatelo lievitare ancora per un’ora a temperatura ambiente ed al termine infornatelo a 200 gradi per 15 minuti ricoperto soltanto dal pomodoro. Sfornate la pizza e farcitela con la nduja, precedentemente ammorbidita con l’olio, la provola silana tritata e la cipolla rossa di Tropea affettata a rondelle. Spolverizzate l’origano ed infornatela ancora per 5 minuti fin quando la provola non sarà sciolta. Completate con foglie di basilico fresco e servite.

Conservazione

La pizza si conserva in frigo in un contenitore ermetico.

Curiosità sulla pizza

La parola “pizza”, in arabo “pita”, significa pane ed in origine era una focaccia simile al pane arabo rotondo e fatto di acqua e farina. Con la sua storia antichissima la pizza è conosciuta in ogni angolo del mondo ed è uno dei simboli più celebri dell’Italia. Le sue origini, probabilmente orientali, sono lontanissime e risalgono alla cottura sulla pietra quando gli uomini appresero come cuocere le polente di cereali tostati e macinati. Se la scoperta del lievito che rese gli impasti morbidi e leggeri come quello del pane è merito degli Egizi, la storia della pizza prosegue fra i contadini romani che utilizzando diversi tipi di “farro” produssero la “farina” che prende il nome da questo cereale. Ma se la pizza degli esordi era una schiacciata di farina realizzata con strutto, aglio e sale nel tempo si trasforma e l’olio di oliva sostituisce lo strutto, si aggiungono il formaggio e le erbe aromatiche ed infine anche il pomodoro che arriva in Italia nel 1600 dall’America. La pizza dei giorni nostri sembra sia stata realizzata per la prima volta nel 1889 dal pizzaiolo napoletano Raffaele Esposito che creò la pizza Margherita con pomodoro, mozzarella e basilico, i simboli del tricolore, in onore della Regina Margherita di Savoia.

Consiglio della zia

Nessun consiglio, troppo buona per aggiungere altro!

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