Il Museo del Mare di Reggio Calabria come il Guggenheim di Bilbao: in che modo quest’opera ha cambiato il volto della città spagnola

  • Guggenheim Museum Bilbao
    Foto di Luis Tejido / Ansa
  • Museo del Mare e Guggenheim di Bilbao (2)
  • Museo del Mare e Guggenheim di Bilbao
  • Foto di Luis Tejido / Ansa
  • Waterfront Museo del Mare Zaha Hadid
  • Waterfront Museo del Mare Zaha Hadid
  • Waterfront Museo del Mare Zaha Hadid
  • Waterfront Museo del Mare Zaha Hadid
/
StrettoWeb

Il Museo del Mare che verrà realizzato a Reggio Calabria potrebbe assomigliare – con le dovute proporzioni – al Guggenheim di Bilbao: com’è cresciuta la città basca con quest’opera e come potrebbe farlo quella dello Stretto

Il Bel paese non per caso. Se l’Italia è considerata tra i paesi più belli al mondo lo deve alla sua affascinante storia, al suo clima mite e alla sua varietà dei paesaggi, in cui un ruolo fondamentale lo gioca sicuramente il mare. E proprio le attività marittime hanno da sempre contraddistinto lo sviluppo di questa terra, a maggior ragione nelle città costiere e – quindi – a Reggio Calabria. A tal proposito, il Museo del Mediterraneo potrebbe rilanciare la città dello Stretto proprio perché mette al centro il funzionale e strategico ruolo del mare, vera forza trainante per economia e turismo.

waterfront azione nazionale reggio calabriaSia chiaro, la costruzione in sé e per sé dell’opera – se non accompagnata da tutto il resto – rischia di rimanere soltanto un mastodontico, futuristico e affascinante edificio da “fotografare” da ogni angolazione possibile e nulla più. Speriamo, e siamo sicuri, che non sia così. Il nostro viaggio all’interno della struttura, prendendo spunto da quello che era il progetto iniziale di più di 10 anni fa, ci ha fatto conoscere i “contenuti” che dovranno arricchire internamente il Museo, confermati anche dalle parole del Sindaco Falcomatà (“una struttura che ospiterà al suo interno bar, ristoranti, un acquario, una mostra permanente e una mostra itinerante”, ha affermato dopo il primo incontro con gli architetti di Zaha Hadid). Il Museo dunque, insieme al Waterfront e a tutti i locali di ristoro e hotel interni ed esterni alle strutture, hanno l’obbligo (questo sì) di rilanciare quell’area del centro cittadino, migliorando altresì il tessuto sociale ed economico in primis (leggasi, ad esempio, strade nuove e pulite). Altrimenti, tutto questo, sarà solo una cattedrale nel deserto.

Il Guggenheim Museum di Bilbao: un viaggio nella storia di questa struttura

Guggenheim Museum Bilbao
Foto di Luis Tejido / Ansa

Queste riflessioni non nascono semplicemente dal desiderio di colui che è prima un cittadino di Reggio Calabria che un giornalista, ma dall’effettiva prova di ciò che un’opera del genere potrebbe rappresentare. Di musei del mare o opere affini in Italia, in Europa e nel mondo ne esistono tante: dal Galata di Genova alla “Ciutat de les Arts i les Ciències” di Valencia. Ma la “prova” in questione, quella che approfondiremo in questo articolo, si chiama “Guggenheim Museum”, museo costruito a lato della ría de Bilbao, città costiera del Nord della Spagna. Premessa: Bilbao non è Reggio Calabria. La città spagnola conta il doppio degli abitanti di quella italiana, ma a suo modo ha potuto contare su un’opera che da sola le ha cambiato il volto economico e turistico. Non per niente, infatti, è considerata ad oggi il simbolo vero e proprio del paese. Come il Colosseo per Roma, la Torre pendente per Pisa o la Tour Eiffel per Parigi, tanto per intenderci.

Il Guggenheim Museum Bilbao è un museo di arte contemporanea situato in un edificio progettato dall’architetto canadese Frank O. Gehry. E’ stato inaugurato nel 1997 e rappresenta non “una”, ma “LA” attrazione turistica della città, in quanto richiama visitatori da ogni angolo d’Europa e del mondo. Vi si trovano dentro opere d’arte perlopiù del Novecento realizzate in America e in Europa. L’edificio, visto dal fiume, sembra avere la forma di una nave, visto dall’alto sembra essere invece un fiore. Una forma identificativa come sarà la stella marina per il Museo del Mare a Reggio.

Non sono mancate, anche in questo caso, numerose critiche precedenti all’inizio dei lavori. L’aspetto paradossale, ma non c’erano molti dubbi, è la velocità con cui queste siano state immediatamente soppiantate dal successo avuto sotto ogni aspetto. Alla valutazione negativa sull’opera – che molti architetti e addetti ai lavori hanno posto per quanto riguarda temi politici, legati ai costi o all’utilizzo di materiali – è seguito l’incredibile indotto economico provocato: si è infatti calcolato che la realizzazione del Guggenheim abbia prodotto, nel solo biennio 1998-2000, oltre 635 milioni di dollari entrati nelle casse del paese, un beneficio economico e turistico pazzesco a cui si è aggiunta la vittoria del “Premio del museo europeo dell’anno” nel 2000.

Museo Guggenheim a BilbaoMa il paragone tra queste due grandi opere non è la prima volta che viene messo in risalto. Nel dicembre 2019, infatti, il genitore di uno dei ricercatori reggini che si trovavano a San Sebastiàn (a 100 km da Bilbao) ha evidenziato quanto il Museo del Mare di Zaha Hadid possa regalare alla città dello Stretto se paragonato proprio al Guggenheim di Bilbao. E lo ha fatto in un momento storico in cui questo progetto, allora accantonato, sembrava essere soltanto un’illusione. Così scriveva il signore che ha diffuso la lettera.

“Il successo strepitoso del Guggenheim che ha cambiato l’economia e il destino di un territorio, non quaranta anni fa, ma già immediatamente dopo la sua inaugurazione avvenuta 22 anni fa nel 1997 ( il bando era del 1990), potrebbe invece essere esattamente il modello di riferimento con il dichiarato obiettivo di cercare di seguirne le orme, per quanto possibile, costruendo intorno a questo fiore all’occhiello un sistema di città più moderno e proteso al futuro. Un’opera – prosegue– come quella di Hadid, sarebbe un sogno per una città come Reggio Calabria, che pure non potendosi paragonare con Bilbao, che conta 360.000 abitanti, potrebbe almeno paragonarsi con la più piccola San Sebastiàn, a 100 km da Bilbao, che come Reggio ha 180.000 abitanti, è adagiata sul mare con una posizione simile a quella della nostra, un lungomare spettacolare, le montagne alle spalle, in posizione un po’ periferica rispetto al resto della Spagna (qui siamo all’estremo nord), così come Reggio è periferica rispetto al resto d’Italia. A San Sebastiàn però, oltre a godere dei benefici effetti della vicina Bilbao e del suo Guggenheim, vi è un sistema universitario trainante l’economia e l’innovazione del territorio, centri di ricerca di eccellenza attrattori di scienziati e giovani studiosi provenienti da tutto il mondo, tra i quali anche diversi giovani ricercatori reggini, che hanno trovato in questa città molto bella e organizzata quasi un “clone” della nostra Reggio , per come potrebbe essere con un po’ più di immaginazione, coraggio e voglia di intraprendere, e riescono a dare sfogo alla loro voglia e capacità di spendersi nella ricerca e nell’innovazione in un ambiente stimolante, avveniristico e meritocratico che li sa ben valorizzare”.

Museo del Mare e Guggenheim di BilbaoPer tutta una serie di motivi (sopra descritti), e con tutte le premesse del caso, ci sembra questo l’esempio più bello e vicino a quello che potrebbe essere il Museo del Mediterraneo per Reggio Calabria. Ribadiamo il concetto secondo il quale la nostra città non possa essere paragonabile a quella basca, per area geografica, densità di popolazione, tessuto economico e turistico. Ma è anche grazie a quella grande opera che Bilbao si è accresciuta e affermata ancora di più all’interno del panorama nazionale e internazionale, riservando un vero e proprio “schiaffo” ai criticoni per ideologia e ai fedeli sostenitori del “no” a prescindere. Reggio Calabria ad oggi non vive il suo momento più bello sotto tanti punti di vista, ma non è questo il motivo per cui rinunciare ad una delle opere – probabilmente – più belle e affascinanti della storia della città. Perché è anche grazie a questa che la stessa potrà beneficiare in termini economici – sempre fatte salve le premesse di cui sopra legate ai “contenuti” – e migliorare i servizi essenziali ad oggi mancanti. E non il contrario.

Condividi