Peschereccio siciliano mitragliato dai libici, il comandante Giacalone: “hanno sparato almeno cento colpi. Ridateci la nave o saremo costretti ad incatenarci davanti la Capitaneria di porto””

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Il comandante Giacalone: “i libici ci stavano ammazzando con i mitra e adesso gli italiani vogliono farci morire di fame, ridateci il peschereccio o saremo costretti ad incatenarci davanti la Capitaneria di porto”

“I libici ci stavano ammazzando con i mitra e adesso gli italiani vogliono farci morire di fame, ridateci il peschereccio o saremo costretti ad incatenarci davanti la Capitaneria di porto”. A dirlo in un colloquio con AGI è Giuseppe Giacalone, comandante e armatore del motopesca “Aliseo”, rientrato la scorsa settimana a Mazara del Vallo dopo l’agguato subito da una motovedetta libica di Misurata. Da allora il peschereccio si trova sotto sequestro all’interno del porto cittadino. “Ci avevano detto che ce l’avrebbero restituito nel weekend appena trascorso e invece siamo ancora quì ad aspettare, noi entro domani dovremmo salpare per andarci a guadagnare il pane”, racconta ancora all’AGI il comandante Giacalone, che durante il tentato sequestro ha riportato delle ferite. “Per evitare di farci sparare addosso abbiamo accettato di trainare le gabbie di allevamento dei tonni, gestite da una società maltese – continua l’armatore dell’Aliseo – ma se non partiamo entro domani saremmo costretti a pagare anche delle penali“. L’equipaggio del peschereccio, poche ore dopo il rientro in Sicilia, ha ricostruito ai carabinieri della stazione di Mazara del Vallo, l’aggressione subita dai libici, dicendo che “hanno sparato almeno cento colpi”.

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