Reggina-Aglietti, tutto in poche ore: perché è un gran bel segnale (e una scelta di cuore)

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La Reggina questa mattina ha ufficializzato il suo nuovo allenatore: è Alfredo Aglietti, che ritorna in amaranto dopo 25 anni. Non è stato difficile convincere l’ex bomber ad accettare l’offerta del club dello Stretto, i motivi sono diversi

La Reggina e Aglietti. Aglietti e la Reggina. Tutto in poche ore. Anzi, forse anche meno. Non inganni il tempo intercorso tra l’incontro di venerdì e la firma di oggi. Le parti si volevano, e quando due si vogliono non c’è niente che tenga. Per il club amaranto era la prima scelta. E per l’ex Chievo pure. Il tecnico toscano aveva ricevuto altre offerte, ma ha detto subito sì agli amaranto, declinando elegantemente tutto il resto. “Il mio sogno è tornare a Reggio Calabria”. Quante volte lo ha detto, nel corso degli anni? E’ una frase che si sente spesso da parte di ex che sono stati bene, ma spesso si tratta di frasi di circostanza. In questo caso no. Alfredo Aglietti aspettava davvero l’occasione giusta per ricongiungersi ad una piazza e ad una città che lo ha amato follemente e che lui ha amato follemente. Dimostrazioni? Diverse. Sono dettagli che evidenziano il fatto che si tratti di un gran bel segnale e di una scelta di cuore.

Aglietti alla Reggina e quelle parole di Taibi

“Devo fare dei colloqui e devo capire la voglia, la necessità, se conosce l’ambiente. Gli chiederò se conosce la rosa, gli mostrerò i confermati e chi può rientrare, se sa cosa significa lavorare a Reggio. Andremo alla ricerca di un profilo che ha fatto questa categoria a buoni livelli. Solo parlando con gli interessati posso rendermi conto di tante situazioni. Il tempo c’è, non vedo la corsa di farlo subito. Oggi, domani e dopodomani ho dei colloqui e magari mi rendo conto subito, ma devo individuare la figura giusta. Sono fiducioso”. Così parlava Taibi qualche giorno fa, all’indomani dell’addio con Baroni. Dalle sue parole traspariva la ferma volontà di scegliere bene e senza fretta. Doveva incontrare diversi profili e scegliere poi il più consono, ma l’impressione è che anche tutta questa settimana sarebbe potuta passare tra colloqui e indiscrezioni. Niente di tutto ciò. Di colloquio ne è bastato uno. Non c’è stato bisogno di passare avanti. Perché? Fate voi…

Aglietti ha messo la Reggina al primo posto

“In questo momento diventa difficile per me parlare del futuro. Di sicuro io e il Chievo siamo più lontani rispetto alla settimana scorsa. Il Chievo deve pensare al bilancio, prima di tutto a vendere, e diventa difficile parlare di un progetto tecnico. Io non ho pretese economiche particolari ma l’aspetto tecnico è la prima cosa che valuto per prendere una decisione: in questo momento il progetto cui io ambisco il Chievo fa fatica a presentarlo”. Sono le parole di Aglietti di qualche giorno fa, con cui spiega le motivazioni dell’addio al Chievo. Non ne ha mai fatto una questione economica, ma cercava delle garanzie tecniche che evidentemente la squadra veneta non poteva permettersi. La situazione della Reggina è un po’ diversa. Il concetto di razionalizzazione dei costi rimane, ma in questo caso vuol dire “niente grandi nomi” e “niente spese pazze”, non di certo – per forza – vendere. L’idea generale è che Aglietti abbia rinunciato a panchine in cui avrebbe potuto fare “un salto” in avanti elevato rispetto al Chievo. La scelta Reggina è quasi “simile”, per la forza di una società che vuole essere ambiziosa ma che si pone almeno un gradino sotto le grandi big (solo sulla carta). Praticamente, senza girare molto intorno, Aglietti ha messo davanti la Reggina alla Spal. Perché? Fate voi…

Aglietti alla Reggina e l’aneddoto di Franco Iacopino ai tempi del Modena

“Quando sono stato a Modena, insieme a Taibi, lo volevamo come allenatore. Lui veniva dal Novara e avrebbe rinunciato a qualcosa pur di poter stare con noi, per avere il suo ambiente ideale, perché è molto legato a valori importanti. Purtroppo a Modena eravamo in una società che aveva budget davvero limitatissimi, e non ci hanno consentito di permetterci un allenatore importante come Aglietti costringendoci a ripiegare su soluzioni interne dettate dalle difficoltà economiche”. Questo è l’aneddoto che l’ex dirigente della Reggina Franco Iacopino ha rivelato ai nostri microfoni parlando dell’ex bomber e di quando avrebbe potuto sposare la causa emiliana. In pratica, sarebbe stato disposto anche a rinunciare a qualcosa pur di lavorare con un dirigente che aveva conosciuto anni prima a Reggio Calabria e con cui era stato molto bene. Perché? Fate voi…

Lo stesso Iacopino lo ha detto a chiare lettere: quella di Aglietti è una scelta di cuore e non c’è motivo di pensare il contrario. Ovvio, non c’è solo questo. C’è l’aspetto tecnico, in primis (visto che di quello economico gli è sempre importato poco), con il progetto sulla rosa e le ambizioni future. Ma siamo sicuri che, in altri club – che l’allenatore avrebbe potuto definire “normali” – tutto questo avrebbe avuto ben altro peso. Ma alla Reggina no. Per Aglietti, la Reggina, non è un club normale, non è un club come tutti gli altri. E, per gli amaranto, Aglietti non è un uomo come tutti gli altri. Bentornato, Alfredo!

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