Coronavirus, incontro Stato-Regioni sulla revisione dei parametri. I governatori: “superare il parametro dell’indice Rt”

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Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, ha spiegato le richieste avanzate dai governatori al Governo

Si è tenuta questa mattina la riunione Stato-Regioni sulla revisione dei parametri. Per il Governo presenti tra gli altri il ministro della Salute, Roberto Speranza e il ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini“Oggi abbiamo fatto al Governo la nostra proposta per la revisione degli indicatori decisionali ed abbiamo offerto la massima disponibilità ad un’ulteriore interlocuzione con l’esecutivo. L’obiettivo è quello di avere parametri chiari, fortemente semplificati, e in grado di generare automatismi per quel che riguarda gli scenari che coinvolgono le attività sociali e economiche”, dichiara Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. “A seguito della situazione pandemica contingente nel Paese è prioritario superare l’attuale incidenza dell’Rt sintomatici come parametro guida per determinare lo scenario nei diversi territori, a vantaggio del tasso di incidenza e del tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in area medica. Il nostro auspicio è che si arrivi entro questa settimana, ad una proposta condivisa Governo-Regioni che vada in questa direzione. Un’intesa che andrà comunque considerata come una proposta transitoria che tiene conto degli attuali meccanismi, ma che va collocata – conclude Fedriga – in un’ottica di superare definitivamente il sistema delle zone se le condizioni di diffusione del virus lo permetteranno”.

Le proposte dei governatori hanno trovato buona disponibilità da parte del ministro della Salute, che durante l’incontro ha spiegato: “Il modello adottato in questi mesi ha funzionato e ci ha consentito di affrontare la seconda e terza ondata senza un lockdown generalizzato, ma con specifiche misure territoriali. Ora, nella nuova fase, caratterizzata dal forte avanzamento della campagna di vaccinazione e dai miglioramenti dovuto alle misure adottate, lavoriamo con l’Istituto superiore di sanità e con le Regioni per adeguare il modello”. L’idea principale è quella di dare “maggiore centralità di indicatori quali l’incidenza e il sovraccarico dei servizi ospedalieri”, salvaguardando allo stesso tempo “l’uso di sistemi di allerta precoci che possano consentire interventi adeguati e tempestivi sempre differenziando tra diversi territori”.

Tra le proposte delle Regioni c’è anche infatti quella di “superare il meccanismo dei 4 colori” già dalla prossima settimana e di sostituirli con 3 livelli di rischio: basso (avrebbe determinato misure simili alla zona bianca), medio (limitazione di alcune attività) e alto (dove sarebbe potuto restare in vigore il coprifuoco). Allo stesso tempo i Presidenti vorrebbero anche garantire un numero minimo di tamponi che sia proporzionale al livello di incidenza del contagio all’interno di una regione. Nel dettaglio: in zona rossa, che scatterebbe con oltre 250 casi ogni 100mila abitanti in sette giorni, andrebbe effettuato un minimo di 500 tamponi. In arancione, tra i 150 e i 249 casi, il minimo è 250. In gialla, tra i 50 e 149 casi, se ne effettuano almeno 150. In bianca, fino a 49 a casi, almeno 100. Si attende una valutazione da parte del Governo che dovrà trovare risposta concreta nei prossimi giorni.

Coronavirus, Emiliano: “si tengano in considerazioni gli asintomatici e l’incremento della campagna vaccinale”

“I parametri vanno cambiati perché bisognerà tenere conto dei sintomatici e quindi distinguerli da quelli asintomatici positivi e della saturazione degli ospedali. Speriamo in questo modo di avere un sistema di controllo della curva che non blocchi frequentemente le attività economiche anche in funzione dell’incremento della campagna vaccinale”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. “Stiamo cercando di concentrare gli elementi per far scattare le misure di contenimento della curva non più solo sull’indice di incremento dei contagiati e la saturazione degli ospedali, ma introdurre anche una distinzione tra i contagiati tra quelli che sono asintomatici e quelli che non lo sono. Perché – ha aggiunto parlando con i giornalistinel momento in cui le vaccinazioni diventano numerose avremo moltissimi asintomatici anche tra i vaccinati che però non svilupperanno complicazioni e non occuperanno gli ospedali”.

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