Un Aspromonte inedito nel libro “Aspromobile” di Giovanna Vadalà
C’era una volta una bambina perdutamente innamorata della sua terra ed ogni giorno aspettava Qualcuno cui raccontare la sua storia.
Se ne andava in giro con due marionette a guanto infilate nelle mani e insieme a loro percorreva lunghi viaggi nel suo mondo nominato dalla fantasia.
Un giorno incontrò un Uomo gigante, raffinato e intelligente. La bambina vide che si trattava del Ciclope Buono, quello cui potevi confidare oi tuoi sogni perché quell’unico occhio che aveva era quello del cuore.
Così, insieme alle sue marionette, gli parlò di un Aspromonte capace di entrare nelle case, di percorrere strade, di animare piazze di un parco itinerante… di un parco mobile.
Gli disse che era in cerca di un nome che potesse racchiudere in una sola parola il suo desiderio.
Il Ciclope Buono la guardò negli occhi e sorridendo le disse: Aspromobile.
La bambina lo guardò ancora una volta, spalancò gli occhi, ringraziò il Ciclope Buono e cominciò a correre veloce. Doveva raggiungere le Rocca del Drako e le sue amiche Caldaie… perché con loro aveva sognato e con loro voleva raccontare la storia dell’Aspromonte.
Qual nome adesso era custode di un sogno che si realizzava.
Fu così che la bambina portò la storia del Ciclope Buono per l’Aspromonte e nel suo cuore per sempre.
Ciao, Direttore!
Queste sono le parole che Giovanna Vadalà, l’autrice del libro “Aspromobile” teatro itinerante dell’Aspromonte, che è stato presentato ieri pomeriggio a Bova, ha voluto dedicare al mai troppo compianto Direttore del Parco d’Aspromonte Sergio Tralongo.
In tanti hanno partecipato all’evento, che si è tenuto presso il Museo della lingua greco-calabra: dal sindaco di Bova, che ha salutato gli ospiti in greco-calabro (vedi filmato), a quello di Roghudi, al Presidente ed ai dirigenti del Parco, ai diversi relatori che si sono succeduti al tavolo e che hanno arricchito con i loro interventi le conoscenze degli spettatori, fornendo loro anche qualche punto di riflessione.
Ed alla fine, nel giardino del Museo, una inedita “rappresentazione teatrale” della Rocca del Drago e delle Caldaie del latte, del vento e dell’acqua dell’Aspromonte, realizzata in modo veramente originale con le marionette “a guanto” (vedi filmato).