L’Architetto Paesaggista Vincenzo d’Africa scrive a Falcomatà: “Che fine ha fatto l’ultimo esemplare di lampione liberty reggino?” [FOTO]

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Reggio Calabria, l’Architetto Paesaggista Vincenzo d’Africa chiede al Sindaco: “che fine ha fatto l’ultimo esempio di lampione liberty reggino? E ipotizza una ricollocazione all’interno del nuovo waterfront o in altro luogo idoneo nel centro storico cittadino”

“Mi chiedo dove sia finito l’ultimo esempio di lampioni del Corso Garibaldi, o meglio la parte più elaborata del lampione la parte della base, ricollocato negli anni ‘60 nel piazzale del lido comunale faceva pensare alla belle epoque, alle signore in cappellino e veletta, ai cilindri dei gentiluomini, alle carrozze… è uno dei simboli del periodo Liberty a Reggio Calabria la base dei lampioni in ghisa che caratterizzavano il Corso Garibaldi, si trovava al centro del parcheggio del Lido Comunale di fronte all’Arena Lido e a seguito dei lavori di restyling della piazza è stata rimossa, opera di pregio artistico che senz’altro rappresenta un pezzo di storia di Reggio, “sorella” di un’altra base presente all’ interno del Parco della Mondialità di Gallico Superiore”. E’ quanto chiede al sindaco di Reggio Calabria, l’Architetto Paesaggista, Vincenzo d’Africa. “Per i più attenti alle antichità -prosegue- che si aspettavano fosse ricollocato all’interno del nuovo parco del Waterfront una delusione poichè nulla di tutto questo è stato fatto, scomparso chissà in quale deposito comunale forse a far compagnia ai Tritoni bronzei delle Tre Fontane, che in realtà erano quattro, ma questa è un’altra storia di cui parleremo prossimamente….

Particolare dei decori Liberty

“Adesso – evidenza– soffermiamoci sui lampioni, erano un prodotto molto amato dallo stile Liberty o Art Nouveau di fine Ottocento, dove antico e moderno si combinavano in una sintesi veramente originale. Molti di questi lampioni avevano la loro naturale collocazione nei parchi, nelle strade, nei giardini, nei cortili, negli ingressi, nelle ville, nei Corsi principali delle città”.

Fotografia dell’intera base del lampione

“Erano stati realizzati – rimarca– da una delle più importanti fonderie dell’epoca, la Fonderia di Ghisa Luigi Balconi. Attiva a Milano prima del 1880, si trasferisce a Sesto San Giovanni nel 1905. Durante la I guerra mondiale produce proiettili e armamenti. Entra in crisi nel corso della fase di riconversione produttiva post-bellica e cessa le attività nel 1919.

Particolare del basamento con la targa Fonderie Balconi Milano – Sesto

Che fine ha fatto l’ultimo esempio di lampione liberty reggino? Impacchettato, con un numero d’inventario, in qualche magazzino comunale in attesa di tempi migliori? Non so! Credo però che  tanti cittadini siano curiosi come me di sapere, dal Sindaco Falcomatà oppure dai suoi assessori che hanno supervisionato i lavori, cosa ne è stato di quest’opera e desiderosi, magari, di poterla riammirare nuovamente come arredo urbano e perché no, un pizzico di utopia non guasta, una volta restaurato di poterlo vedere illuminare nuovamente le nostre serate reggine”, conclude.

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