Castelmola, simbolo della Sicilia erotica: dal Bar Turrisi, famoso per le sue decorazioni a forma di pene, fino al romanzo osè di D.H. Lawrence, tratto da una storia vera… quella della moglie!
La Sicilia è una terra che trasuda erotismo. Lo conferma il suo simbolo, la Trinacria, triscele dal volto femminile che rimanda alle gorgoni, esseri della mitologia greca assimilabili alle perversioni: Euriale rappresentava la perversione sessuale, Steno la perversione morale e Medusa la perversione intellettuale. La Sicilia è donna. Raffinata nella sua architettura, sinuosa lungo le coste bagnate dal mare, selvaggia come le sue montagne e il suo l’entroterra. Il sole estivo del Sud costringe a scoprire la pelle, i profumi e i sapori inebriano i sensi, il vino scioglie i freni inibitori e i tramonti sullo Stretto fanno da cartolina ad amori ‘stagionali’ e duraturi. E anche un paesino come Castelmola può trasformarsi in simbolo dell’eros.
Il Bar Turrisi di Castelmola: ‘minchia che bar’, è il caso di dirlo…
Castelmola, uno dei borghi più belli d’Italia. Poco più di mille anime che abitano un paese situato su un’altura a 36 km da Messina e decisamente più vicino a Taormina, tanto da poter esserne stata l’acropoli in epoca ellenica. Oggi il borgo è a forte vocazione turistica, proprio per la sua vicinanza a Taormina. Impossibile non fare tappa al famoso Bar Turrisi. Famoso per cosa? Per essere a tema… pene. Aperto per la prima volta nel 1947, in una Sicilia che voleva lasciarsi alle spalle gli orrori della guerra, Salvatore Turrisi decise di dare al suo locale una decisa impronta di virilità. Inutile dire che l’arredamento fallico presente al suo interno fu un vero e proprio scandalo per la morigerata Sicilia dell’epoca, al punto da portarsi dietro diverse denunce fino agli anni ’70, ma senza mai abbassare la saracinesca. Oggi il bar è un luogo di grande attrazione turistica, tanto che anche in altri luoghi del paese è possibile trovare souvenir e cartoline raffiguranti la zona a sud dell’ombelico.
Il Bar è comunque il luogo preferito dai turisti. Tutto è a forma di fallo: dalle maniglie delle porte ai candelabri, dalle statuette alle bottiglie. Nel bagno c’è uno specchio a forma di pene posto davanti ad un lavandino con il rubinetto a forma di organo riproduttivo in cui vi lasciamo immaginare cosa siano le manopole. Il luogo perfetto per farsi un selfie e avere una storia da raccontare ai propri amici. Ad onor del vero, nel locale è anche possibile trovare riferimenti alla cultura siciliana come pupi e chiavi dei carretti. Da provare il vino alle mandorle: nessun riferimento fallico qui, è solo afrodisiaco…
‘L’amante di lady Chatterley’, il romanzo osè ispirato dalle voglie della baronessa Frieda von Richthofen
Il famoso scrittore inglese D.H. Lawrence, arrivò il Sicilia sperando che il sole del Sud Italia potesse curarlo dalla tisi: ciò non avvenne, ma in compenso trovò l’ispirazione per un nuovo romanzo. Il titolo era “L’amante di lady Chatterley”, uscì nel 1928 e venne ritirato per oscenità. L’opera traeva ispirazione dalle voglie sessuali della baronessa tedesca Frieda Von Richthofen, moglie dello stesso autore. Lawrence amava raccontare le avventure erotiche della moglie (con il suo appagato consenso) cambiando nomi ai protagonisti e ai luoghi. La storia scritta con l’inchiostro fra le pagine del romanzo si svolge in Inghilterra, ma i fatti si riferiscono alle campagne di Castelmola. La baronessa trovò più volte modo di dar sfogo ai suoi desideri più nascosti fra i vigneti, le cascine e le campagne sicule insieme al giovane e aitante mulattiere molese Peppino D’Allura, il ragazzo che doveva accompagnare la nobildonna alla villa della sua padrona, la signora Betty, situata a monte Venere.