Le città degli Europei: la moresca Siviglia, perla dell’Andalusia

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Crogiuolo di civiltà e culture, protagonista del Secolo d’Oro, Siviglia, la perla dell’Andalusia, sarà una delle città ospitanti gli Europei 2021 nella vivace e rovente estate spagnola

Tra le città scelte per ospitare gli Europei di calcio che si svolgeranno dall’11 giugno all’11 luglio 2021 c’è la moresca Siviglia perla dell’Andalusia.
La città è un crogiuolo di civiltà e culture, prima fra tutte quella moresca degli arabi che la occuparono per buona parte del medioevo e che hanno lasciato ai visitatori odierni un inestimabile patrimonio di bellezze tutte da scoprire.

La rovente estate di Siviglia

barrio-de-santa-cruz-sivigliaSebbene il clima di Siviglia possa definirsi mediterraneo, le estati particolarmente calde la fanno associare a una città del nord africa. In effetti Siviglia durante la stagione estiva non è solo la città più calda della Spagna ma di tutta l’Europa.
Siviglia si trova nella zona sud-occidentale del paese a circa 65 chilometri dalla costa che da sull’Oceano Atlantico che beneficia delle precipitazioni non particolarmente abbondanti soprattutto in autunno e in primavera.

Le alte temperature medie invernali ne fanno una città piacevole da visitare anche durante l’inverno poiché la temperatura media di gennaio, il mese più freddo, raramente scende sotto i 10° centigradi.

La rovente estate di Siviglia, al contrario, mette a dura prova i turisti poiché è caldissima e con piogge molto rare. Le temperature medie di luglio e agosto si assestano intorno ai 36°, ma non è raro che nelle giornate più calde si arrivino a toccare anche i 42/43°, anche se negli ultimi anni si sono toccati sempre più di frequente i 45° centigradi.

A dare sollievo ai turisti c’è un po’ di brezza che riesce a risalire dal mare attraverso il fiume della città, ma soprattutto la notevole escursione termica dona rinfresca gli animi durante la vivace notte cittadina.

Siviglia la prima capitale della globalizzazione

Siviglia è una splendida città moresca con solo pochi accenti davvero spagnoli, qui la storia europea cambiò direzione perché grazie alle navi degli esploratori si aprirono i contatti con il Nuovo Mondo, modificando per sempre gli equilibri del Vecchio Continente.

Nel XV secolo Siviglia divenne una capitale importante della vecchia Europa grazie al fiume Guadalquivir che costituiva il collegamento diretto con l’Oceano Atlantico e consentì di aprire la stagione conosciuta nella città come Siglo de Oro (il secolo d’oro), tanto che nel 1503 alla città fu persino concesso il monopolio dei commerci con le Americhe.

Nella Plaza del Triunfo, in un elegante palazzo barocco che un tempo fu sede delle contrattazioni dei mercanti, si conservano le carte di questa rivoluzione globale, ossia tutti i documenti relativi all’impero spagnolo nelle Filippine e nelle Americhe preservati nell’Archivio General de Indias.

Da Siviglia partirono galeoni e caravelle carichi di interi frammenti delle società europea pronti ad arricchirsi e a convertire al cristianesimo i popoli indigeni: marinai e sensali, ambasciatori e pellegrini, mercanti, soldati, spie, ricchi nobili, avventurieri di ogni sorta e i nuovi nobili gli hidalgos che si imbarcavano per fare la Storia.

Il Barrio di Santa Cruz

Siviglia è considerata la perla dell’Andalusia, una città dai mille volti dove il passato arabo convive con la retorica della Spagna imperiale e con la vitalità della Spagna moderna.

La città preserva nei suoi edifici le innumerevoli civiltà di cui fu crogiuolo, in primis gli arabi che la conquistarono nell’VIII secolo d.C. e le donarono un periodo di immenso splendore durante la dinastia degli Abbasidi che perdurò fino al XIII secolo. Furono anni di tolleranza religiosa e di grande scambio culturale che permisero l’insediamento anche di una florida comunità di ebrei sefarditi.

Infine, giunse nel 1248, il cattolicissimo sovrano Ferdinando III di Castiglia, che dopo un assedio di 15 mesi sgominò il nemico e mise fine al dominio dei mori. Liberata la città da quelli che venivano considerati dominatori stranieri, le moschee vennero trasformate in chiese cristiane e la Fortezza di Alcazar divenne la sede della corte castigliana.

Nell’Alcazar di Siviglia sono numerosi gli elementi di attrazione per i visitatori che si trovino a visitare la città durante gli Europei 2021, tra questi: il Patio de las Doncellas che con il suo emblematico nome si riferisce alle 100 vergini che i sultani chiedevano come tributo ai regni cristiani della Penisola Iberica; i Baños de Doña Maria de Padilla, le vasche di raccolta dell’acqua piovana; il Salone di Carlo V, in stile rinascimentale e decorato con imponenti arazzi e azulejos cinquecenteschi; e il magnificente Salon de Embjadores utilizzato per le cerimonie.

Faceva parte di una cinta muraria collegata all’Alcazar, la Torre de Oro, che segnava l’accesso al quartiere El Arenal, fu costruita per costituire un avamposto contro le invasioni nemiche grazie a un particolare stratagemma usato dai sivigliani: essi tendevano una pesante catena tra questa torre e una sua gemella al di là del Guadalquivir distruggendo e così impedendo l’accesso delle navi nemiche alla darsena. Al suo interno si trova un piccolo museo marittimo presso il quale i visitatori possono ripercorrere la storia dell’Impero spagnolo.

La cattedrale di Siviglia sorse nel 1401 là dove un tempo si collocava la più grande delle moschee cittadine e venne edificata in stile gotico, nel Barrio di Santa Cruz, l’antico quartiere ebraico.
La sala capitolare della cattedrale venne realizzata da Hernan Ruiz, stesso artista a cui è attribuita la Giralda, in origine minareto che venne trasformato in campanile. Sul campanile si trova uno dei simboli della città: una statua roteante che segue il vento chiamata dai Sivigliani Giraldillo.

Il Barrio di Santa Cruz conserva altre meraviglie oltre l’Alcazar, la Cattedrale e l’Archivio General de Indias, da non perdere sono, infatti, i Patios, i cortili adoranti da fontane e azulejos, le vivaci piastrelle di ceramica smaltata che costituiscono la decorazione delle facciate e anche degli interni delle abitazioni andaluse.

Gli spazi delle Expo

Il Parco di Maria Luisa fu donato alla città dalla principessa Maria Luisa Ferdinanda d’Orleans nel 1893, l’architetto Anibal Gonzales ne curò il progetto degli edifici espositivi per l’Expo del 1929 e dell’immenso emiciclo porticato della Plaza de España, che misura 200 metri di diametro.

Gonzales concentrò nella piazza tutti i riferimenti culturali andalusi come gli edifici in stile neomoresco, l’impiego di azulejos e di mattoni a vista, ma soprattutto lo spettacolo dei giochi d’acqua.
All’interno del giardino è infatti possibile ammirare laghi artificiali, statue dedicate ad artisti celebri come Cervantes e Becquer, collezioni di porcellane di Siviglia e magnifiche fontane che decorano l’intero congiunto architettonico. Il padiglione delle belle arti, invece, ospita attualmente il museo archeologico di Siviglia

In occasione dell’Expo del 1992, invece, Siviglia ha cambiato volto, affidandosi alla definizione urbanistica dell’architetto Santiago Calatrava che disegnò stazioni e ponti, ristrutturò i quartieri moreschi di El Arenal e Santa Cruz e le costruzioni avveniristiche delle aree espositive.

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