Crogiuolo di civiltà e culture, protagonista del Secolo d’Oro, Siviglia, la perla dell’Andalusia, sarà una delle città ospitanti gli Europei 2021 nella vivace e rovente estate spagnola
Tra le città scelte per ospitare gli Europei di calcio che si svolgeranno dall’11 giugno all’11 luglio 2021 c’è la moresca Siviglia perla dell’Andalusia.
La città è un crogiuolo di civiltà e culture, prima fra tutte quella moresca degli arabi che la occuparono per buona parte del medioevo e che hanno lasciato ai visitatori odierni un inestimabile patrimonio di bellezze tutte da scoprire.
La rovente estate di Siviglia
Siviglia si trova nella zona sud-occidentale del paese a circa 65 chilometri dalla costa che da sull’Oceano Atlantico che beneficia delle precipitazioni non particolarmente abbondanti soprattutto in autunno e in primavera.
Le alte temperature medie invernali ne fanno una città piacevole da visitare anche durante l’inverno poiché la temperatura media di gennaio, il mese più freddo, raramente scende sotto i 10° centigradi.
A dare sollievo ai turisti c’è un po’ di brezza che riesce a risalire dal mare attraverso il fiume della città, ma soprattutto la notevole escursione termica dona rinfresca gli animi durante la vivace notte cittadina.
Siviglia la prima capitale della globalizzazione
Nel XV secolo Siviglia divenne una capitale importante della vecchia Europa grazie al fiume Guadalquivir che costituiva il collegamento diretto con l’Oceano Atlantico e consentì di aprire la stagione conosciuta nella città come Siglo de Oro (il secolo d’oro), tanto che nel 1503 alla città fu persino concesso il monopolio dei commerci con le Americhe.
Nella Plaza del Triunfo, in un elegante palazzo barocco che un tempo fu sede delle contrattazioni dei mercanti, si conservano le carte di questa rivoluzione globale, ossia tutti i documenti relativi all’impero spagnolo nelle Filippine e nelle Americhe preservati nell’Archivio General de Indias.
Da Siviglia partirono galeoni e caravelle carichi di interi frammenti delle società europea pronti ad arricchirsi e a convertire al cristianesimo i popoli indigeni: marinai e sensali, ambasciatori e pellegrini, mercanti, soldati, spie, ricchi nobili, avventurieri di ogni sorta e i nuovi nobili gli hidalgos che si imbarcavano per fare la Storia.
Il Barrio di Santa Cruz
La città preserva nei suoi edifici le innumerevoli civiltà di cui fu crogiuolo, in primis gli arabi che la conquistarono nell’VIII secolo d.C. e le donarono un periodo di immenso splendore durante la dinastia degli Abbasidi che perdurò fino al XIII secolo. Furono anni di tolleranza religiosa e di grande scambio culturale che permisero l’insediamento anche di una florida comunità di ebrei sefarditi.
Infine, giunse nel 1248, il cattolicissimo sovrano Ferdinando III di Castiglia, che dopo un assedio di 15 mesi sgominò il nemico e mise fine al dominio dei mori. Liberata la città da quelli che venivano considerati dominatori stranieri, le moschee vennero trasformate in chiese cristiane e la Fortezza di Alcazar divenne la sede della corte castigliana.
Nell’Alcazar di Siviglia sono numerosi gli elementi di attrazione per i visitatori che si trovino a visitare la città durante gli Europei 2021, tra questi: il Patio de las Doncellas che con il suo emblematico nome si riferisce alle 100 vergini che i sultani chiedevano come tributo ai regni cristiani della Penisola Iberica; i Baños de Doña Maria de Padilla, le vasche di raccolta dell’acqua piovana; il Salone di Carlo V, in stile rinascimentale e decorato con imponenti arazzi e azulejos cinquecenteschi; e il magnificente Salon de Embjadores utilizzato per le cerimonie.
La sala capitolare della cattedrale venne realizzata da Hernan Ruiz, stesso artista a cui è attribuita la Giralda, in origine minareto che venne trasformato in campanile. Sul campanile si trova uno dei simboli della città: una statua roteante che segue il vento chiamata dai Sivigliani Giraldillo.
Il Barrio di Santa Cruz conserva altre meraviglie oltre l’Alcazar, la Cattedrale e l’Archivio General de Indias, da non perdere sono, infatti, i Patios, i cortili adoranti da fontane e azulejos, le vivaci piastrelle di ceramica smaltata che costituiscono la decorazione delle facciate e anche degli interni delle abitazioni andaluse.
Gli spazi delle Expo
Gonzales concentrò nella piazza tutti i riferimenti culturali andalusi come gli edifici in stile neomoresco, l’impiego di azulejos e di mattoni a vista, ma soprattutto lo spettacolo dei giochi d’acqua.
All’interno del giardino è infatti possibile ammirare laghi artificiali, statue dedicate ad artisti celebri come Cervantes e Becquer, collezioni di porcellane di Siviglia e magnifiche fontane che decorano l’intero congiunto architettonico. Il padiglione delle belle arti, invece, ospita attualmente il museo archeologico di Siviglia
In occasione dell’Expo del 1992, invece, Siviglia ha cambiato volto, affidandosi alla definizione urbanistica dell’architetto Santiago Calatrava che disegnò stazioni e ponti, ristrutturò i quartieri moreschi di El Arenal e Santa Cruz e le costruzioni avveniristiche delle aree espositive.