La campagna, che inizierà dai pazienti vulnerabili, dovrà essere completata entro l’inizio dell’inverno
Uno degli stati più rapidi ad immunizzare la propria popolazione, però due dosi di vaccino anti-Covid potrebbero non bastare. E’ notizia di oggi il via libera del governo britannico e del servizio sanitario nazionale (Nhs) alla terza dose del farmaco per proteggere i propri cittadini dal SARS-CoV-2 a partire da settembre. Ne avranno diritto tutti gli ultracinquantenni residenti nel Regno Unito e le persone più giovani cui sia già stata prescritta in passato la vaccinazione anti-influenzale. Il richiamo ulteriore, raccomandato dagli esperti del Joint Committee on Vaccination and Immunisation, mira a rafforzare e preservare l’immunità anche di fronte a possibili varianti. La campagna, che inizierà dai pazienti vulnerabili, dovrà essere completata entro l’inizio dell’inverno.
Ad oggi, il 62,4% della popolazione britannica è già vaccinato con entrambe le dosi: si tratta della percentuale più alta al mondo dopo Israele grazie all’eccezionale campagna vaccinale intrapresa dalle autorità britanniche, che aveva consentito già a febbraio di abbattere la mortalità del virus e di ricoveri. Aggiungendo anche quelli che hanno ancora ricevuto solo la prima dose, si arriva all’85% di britannici vaccinati. Nel giro di poche settimane si arriverà all’85% anche di seconde dosi, che si stanno completando proprio in questi giorni. Eppure per l’inverno potrebbe non essere abbastanza. Sono nettamente saliti in questi giorni infatti i contagi per la variante Delta nel Paese (oggi oltre 26 mila nuovi positivi) e il timore è che dopo la terza dose, per fronteggiare le nuove varianti serviranno altre somministrazioni. E’ per questo motivo l’UE ha deciso di fare dietrofront sui vaccini, iniziando a dare maggior considerazione alle terapie farmacologiche.