La raccolta differenziata porta a porta potrebbe essere una vera e propria rivoluzione ecologica per la città di Messina, ma non bisogna commettere gli stessi errori di Reggio Calabria
Anche Messina dice addio ai cassonetti dell’immondizia posizionati in strada. Da pochi giorni nella città siciliana dello Stretto è attiva la raccolta differenziata porta a porta, un obiettivo voluto e desiderato dal Sindaco Cateno De Luca, nonostante ci sia ancora qualche problema logistico per lo smaltimento dell’umido e la pandemia del Covid-19 che sta ancora creando diverse limitazioni. Si tratta comunque di un progetto su cui ha puntato molto negli anni anche il dirimpettaio reggino Giuseppe Falcomatà, una rivoluzione ecosostenibile posta al centro della sua prima campagna elettorale nel 2014 e aveva come obiettivo quello di risolvere l’emergenza rifiuti in città. Reggio Calabria ha aspettato, anche più del dovuto, prima di dare sentenze, fino a questi ultimi mesi, quando lo stesso Sindaco ha dovuto ammettere il fallimento di tale visione. Due sono le questioni principali che hanno messo in ginocchio tutte le più ambiziose prospettive: non essere riusciti a trovare una discarica in grado di ospitare i rifiuti prima del processo di smaltimento e la mancata collaborazione di una parte di cittadinanza.
Alcuni quartieri nello specifico, come ad esempio Ciccarello, Rione Marconi, Arghillà, sembrano ormai degli Stati indipendenti in cui tutto è permesso, ospitano le discariche a cielo aperto di tutti gli evasori e mettono in difficoltà anche i cittadini che pagano puntualmente la Tari. Per dare dei numeri: nel 2019 sono risultati essere 1261 i “lordazzi”, così ribattezzati da Falcomatà, ovvero i residenti che con le loro famiglie non hanno effettuato il pagamento della tassa sui rifiuti, per danni nei confronti delle casse di palazzo San Giorgio ammontati a quasi 5 milioni di euro. Non è bastato suonare ai campanelli, pubblicare sui social video-denuncia per risolvere il dramma. A Messina vogliono prevenire queste eventuali mancanze e così il Sindaco Cateno De Luca si è messo direttamente in prima persona a dare la guerra alla piccola parte di città, in questo caso gli “zzivati”, che vogliono sporcare il risultato dell’amministrazione.
De Luca nella notte di oggi ha effettuato un vero e proprio blitz per controllare come viene effettuata la raccolta differenziata, intanto, dalle utenze non domestiche. “Abbiamo trovato di tutto e di più nei sacchi dell’indifferenza (plastica, cartone, vetro e umido) e sono state elevate decine di multe. La gran parte dei locali della cosiddetta movida zona via Garibaldi, piazza Duomo, viale I settembre non effettuano la raccolta differenziata e qualcuno non ha esposto neanche i carrellati. Perfino la direzione generale dell’ASP – via La Farina – è stata sanzionata perché non fa la differenziata. Per tutti i trasgressori sanzioni di 500 euro e per le attività commerciali che riceveranno tre sanzioni sarà comminata una breve sospensione dell’attività per arrivate anche alla revoca”, ha commentato il primo cittadino siciliano sui social. Ovviamente è ancora troppo presto per puntare il dito contro qualcuno, molti titolari dei locali della cosiddetta movida messinese si sono infatti puntualmente recati a Palazzo Zanca per pagare la multa e promettere di collaborare col massimo impegno. Remando nella stessa direzione, ragionando sulle problematiche, cittadini e amministrazione possono raggiungere un determinato obiettivo. Il confronto in questi casi è fondamentale, perché non basta sollevare multe, oppure scaricare la colpa sui residenti per pensare che il tutto possa sistemarsi. E’ stata la mancanza di comunicazione, forse, la pecca più grande della raccolta porta a porta tanto desiderata dal Sindaco Falcomatà, una catastrofe ambientale che oggi tiene ancora in ginocchio Reggio Calabria e ha bisogno presto di una svolta concreta.