Favoreggiamento all’immigrazione clandestina da Sindaco a Riace, Lucano: “io perseguitato come Berlusconi”. Le frasi su Minniti e alcuni inquietanti retroscena

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Mimmo Lucano, condannato a 7 anni e 11 mesi, ritiene di essere vittima dei giudici

“Beati i perseguitati dalla giustizia perché di essi è il regno dei cieli”. Si apre con questa frase evangelica l’articolo de Il Giornale che ha raccolto la testimonianza di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace. “Sarà contento di essersi guadagnato il paradiso” per colpa del processo che lo vede condannato (7 anni e 11 mesi) per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nel processo del pm Michele Permunian tra le accuse ci sono anche associazione a delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta e falsità ideologica per presunti illeciti nella gestione del sistema di accoglienza dei migranti nel centro della Locride. Tutte macchinazioni, dice lo stesso Lucano ai microfoni di KlausCondicio su Youtube, trasmissione condotta dal massmediologo Klaus Davi, che si paragona a una vittima della giustizia: “è una condizione che non vorrei augurare a nessuno, neanche alla peggiore persona”. Nemmeno a Silvio Berlusconi, che Lucano inserisce nel suo stesso “girone”, quello dei perseguitati dalle toghe: “c’è sempre una dimensione umana che bisogna rispettare. Non è giusta la persecuzione, non è mai una giustificazione. Vale anche per Berlusconi come per qualsiasi altro essere umano”.

“Le mie disgrazie coincidono con l’avvento di Marco Minniti al ministero dell’Interno – sibila Lucano – la mia percezione da imputato principale a Locri è che c’è stata una sorta di intelligence che stabilisce che sono pericoloso”, aggiunge il candidato alle prossime elezioni Regionali in Calabria con una delle liste a sostegno di Luigi de Magistris, lanciando una bizzarra ipotesi su fantomatici “apparati del sistema di questa area progressista” nel quale l’ex ministro dell’Interno, calabrese come Lucano, avrebbe “un ruolo centrale”. “Una volta mi hanno invitato per parlare in maniera diretta a Reggio Calabria ma Minniti non è venuto”, ricorda. Un’altra volta l’allora prefetto Luigi De Sena (poi diventato parlamentare Pd) gli avrebbe detto “attenzione che il vento sta cambiando, e proprio quelli che sono i tuoi amici potrebbero esserne la causa, perché stai facendo delle cose che involontariamente ribaltano i rapporti con i capi clan libici”. Insomma, l’esperimento di Riace avrebbe dato fastidio a chi dall’immigrazione clandestina ci lucra. “E non escludo che nel 2018 la ‘ndrangheta abbia chiesto alla Rai lo stop alla messa in onda della fiction dedicata a Riace”, quella interpretata da Beppe Fiorello.

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