Roma: indagato il poliziotto che ha sparato al 44enne armato di coltello. Paoloni (Sap): “Se il giudice avesse ravvisato immediatamente l’uso legittimo delle armi avrebbe anche potuto non fare questo atto dovuto”
Stefano Paoloni, segretario generale del Sap (sindacato autonomo di Polizia) è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente su Radio Cusano Campus.
Caduta l’accusa di tentato omicidio per il 44enne africano che brandiva un coltello alla stazione Termini, indagato il poliziotto che ha sparato. “Sicuramente l’agente è preoccupato, è chiaro che è stato un intervento molto delicato, rischioso, ora ha una pressione mediatica e anche giudiziaria addosso quindi è un momento molto difficile –ha affermato Paoloni-. Inoltre deve pagarsi l’avvocato da solo, funziona così, tutte le spese legali anche per motivi di servizio dobbiamo pagarle di tasca nostra, riceviamo un piccolo anticipo e poi in caso di archiviazione il rimborso, ma con 3 gradi di giudizio le spese a volte si protraggono per anni. Più di un avvocato ci ha contattato per offrire assistenza legale gratuita al collega. Indagine atto dovuto? Se il giudice avesse ravvisato immediatamente l’uso legittimo delle armi avrebbe anche potuto non fare questo atto dovuto, tra l’altro ci sono delle riprese che chiariscono benissimo la dinamica dell’evento. Adesso nelle aule di tribunali ne parleranno per mesi, forse per anni, ma il collega ha dovuto decidere in una frazione di secondo. Diventa sempre più complicato svolgere il nostro servizio. Il nostro sistema tutela chi delinque e non le vittime e le forze dell’ordine. Servono dei cambiamenti di alcune norme, senza pregiudizi. Servirebbero degli interventi, dalla tutela legale agli strumenti come il taser, che abbiamo sperimentato e ha dato risultati straordinari. Il taser è uno strumento di non violenza che fa desistere gli aggressori, inoltre è collegato ad una body cam che può documentare tutto quello che accade”.