Alla scoperta del nuovo portiere della Reggina Alessandro Micai, in cerca di rilancio dopo il poco spazio a Salerno
Da miglior portiere della categoria a quarta scelta per l’allenatore nel giro di due anni. Può succedere? E’ più facile che l’Italia vinca l’Europeo, potremmo dire. Eh già. Infatti è successo. Sia che l’Italia vincesse l’Europeo, sia che un portiere passasse dal migliore a quarta scelta. E’ già successo da un po’, in realtà, da quando ancora raccoglievamo i cocci della mancata qualificazione ai mondiali. Il protagonista di questa storia è Alessandro Micai, che la Reggina ha deciso di ingaggiare come portiere esperto e prima scelta, Turati permettendo.
La carriera di Alessandro Micai
Classe ’93, mantovano di nascita, Micai vive una doppia vita calcistica. Nato e cresciuto nel suo Nord, vive i momenti più belli (e quelli meno belli) al Sud. Como e Sudtirol le sue prime esperienze tra i Prof, ma nel 2014 arriva la grande occasione col Bari in Serie B. Quattro anni in Puglia all’interno del classico percorso di colui che deve sudarsi il posto e guadagnarsi la pagnotta. Comincia da terzo, ma scala le gerarchie come chi ha in mano una Ferrari e la guida in mezzo a tanti monopattini. Non solo: si guadagna anche la palma di miglior portiere nella stagione 2017-2018. I grandi traguardi personali, però, non sono strettamente correlati a quelli di squadra. Il Bari fallisce e lui è costretto a trovare una nuova squadra. Sceglie sempre la B, sceglie sempre il Sud, sceglie una “gemellata”: Salerno. Qui la parabola è totalmente opposta a quella pugliese. Comincia bene e finisce male. Le prime due stagioni, da titolare, vive alti e bassi. Nella prima, ritorna quello di Bari solo ai playout – in cui è protagonista della salvezza granata – ma nella seconda perde il suo posto col tempo e diventa ancora protagonista (ma stavolta in negativo) del mancato accesso dei campani ai playoff nelle ultime giornate. L’alba di una grande stagione, per la Salernitana, non è altrettanto positiva per Micai. Per Castori il portiere titolare non è lui. Arrivano Belec e Adamonis, c’era già Guerrieri. Micai è praticamente la quarta scelta, ma per i compagni è un valore aggiunto, è un uomo spogliatoio, e la squadra non dimentica. L’abbraccio con Castori nel giorno della promozione granata è un gran segnale: Micai ha accettato il ruolo da comprimario in silenzio, lavorando, facendosi trovare pronto e aiutando la squadra fuori dal campo. Una parte di successo è anche sua. Ma ora riparte dalla B.
Alessandro Micai dentro e fuori dal campo: pregi, difetti e passioni
“Se non avessi fatto il portiere avrei seguito le orme del mio padrino, che è un direttore di banca. Penso che la scrivania sarebbe stato il mio percorso ideale, mi attira il fatto della giacca e della cravatta”. Parlava così di lui, Alessandro Micai, in un’intervista di qualche anno fa ai canali ufficiali del Bari. Una sorta di confessione a cuore aperto: “i miei principali pregi tecnici sono rapidità ed elevazione, il mio difetto è che sono troppo lunatico e questo lo porto anche in campo. Il mio piatto preferito? Da mantovano dico tortellini in brodo. Il mio rapporto con la musica è ottimale, facevo anche il chitarrista rock e punk in un gruppo musicale”. Insomma, un amante dei tortellini che ama stare in giacca e cravatta e che faceva parte di un gruppo musicale. Con la speranza che possa far suonare, a suon di parate, tutto il Granillo.