Discoteche, niente riaperture il 10 luglio nonostante il green pass? La rabbia di un imprenditore: “chiudo tutto e lascio a casa 150 dipendenti”

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Ancora nessuna notizia ufficiale è trapelata dal Governo, ecco perché qualche mugugno si inizia già a sentire: dopo aver investito per programmare la stagione estiva, con la mancata riapertura molti locali rischiano il fallimento

“Se non riapro il 10 luglio chiudo tutto. Dovrò lasciare a casa 150 persone appena assunte per la stagione”. E’ quanto affermato da Pierpaolo Paradiso, amministratore delegato della Praja, uno dei più grandi locali notturni di Gallipoli, ma è il pensiero di tanti imprenditori che potrebbero vedere andare in fumo tutti gli investimenti della stagione estiva. Qualche settimana fa, infatti, era stata annunciata la riapertura dei locali da ballo entro il 10 luglio con tanto di green pass, ancora però nessuna notizia ufficiale è trapelata dal Governo, ecco perché qualche mugugno si inizia già a sentire. “L’assurdo è che abbiamo investito per rispettare il protocollo varato dal Cts. Qui alla Praja abbiamo realizzato un hub in grado di effettuare 1000 tamponi al giorno in collaborazione con un laboratorio di analisi. Abbiamo acquistato oltre 30 mila tamponi per circa 100 mila euro. A inizio luglio non sapere ancora se potremo aprire o meno è un insulto”, prosegue Paradiso in un’intervista ripresa dal Corriere della Sera. Insomma, il mancato via libera vorrebbe dire fallimento certificato per un locale capace di ospitare oltre 3mila persone ogni giorno.

“Il problema è che tenendo chiuse le discoteche, che possono essere con le giuste precauzioni un luogo sicuro, si rischia di favorire l’illegalità – continua l’ad del Praja – . I più giovani organizzeranno feste abusive pur di ritrovarsi e ballare”. E questo sta già accadendo: nell’area di Santa Maria a Monte, in provincia di Pisa, in questi giorni sono circolate le foto e i video di alcune migliaia di persone hanno dato vita ad un rave party, che ovviamente non poteva essere autorizzato. Tenere le discoteche chiuse inoltre potrebbe essere un problema per le città del Sud, perché i giovani resterebbero in strada e per le vie del centro, dove è più difficile mantenere la sicurezza, l’ordine pubblico, e dove cresce il rischio di risse e vandalismo. “È ormai luglio, piena estate, non possiamo permettere che alcune attività restino ferme. Tutti hanno diritto alla ripartenza”, è lo slogan lanciato da molti schierati al fianco degli imprenditori.

Di questo parere anche Flavio Briatore, inorridito da certi assembramenti che però restano impuniti. “Mentre l’intero settore delle discoteche aspetta risposte dal governo che tardano ad arrivare, si organizzano feste in piazza senza alcun rispetto delle normative previste”, afferma riferendosi al raduno (con tanto di dj e musica) di migliaia di tifosi dell’Italia in piazza del Popolo a Roma per vedere le partite di Euro 2021. Molti i commenti arrivati dopo lo sfogo, e tutti dalla parte dell’ex marito di Elisabetta Gregoraci. “Grande Flavio ormai ovunque è una discoteca tranne in discoteca…”, commenta sui social più di qualche utente, mentre altri ribadiscono: “una vergogna. Non per le feste ma per le discoteche chiuse”. Intanto in tutto il Paese il malumore cresce e in diverse città sono in corso manifestazioni e proteste. di fronte alla sede Rai di Bologna per il presidio organizzato sindacato in 12 diversi capoluoghi regionali. Domani le proteste si terranno a Bologna e Firenze, dove i manifestanti esporranno e consegneranno alle istituzioni il materiale, foto e video, che testimonia “gli esempi di abusivismo e illegalità che si stanno verificando su tutto il territorio nazionale”, mentre fino a qualche settimana prima si era promessa la riapertura almeno con green pass.

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